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Plants vs Zombies Garden Warfare 2 – Recensione

Esattamente due anni fa Plants vs Zombies Garden Warfare sconvolse in positivo il panorama videoludico. Il titolo infatti si distinse per un gameplay solido che univa il delirante universo creato da PopCap con le classiche meccaniche di un third person shooter. La vera forza e soprattutto la vera vittoria per Electronic Arts fu quella di mettere d’accordo pubblico e critica e, soprattutto, di attirare a sé una community composta da un pubblico di tutte le età, grandi e piccini. Ed ora eccoci qua, dopo due anni dall’uscita del primo capitolo, a far sostenere una vera e propria prova di maturità a Plants vs Zombies Garden Warfare 2; l’avrà superata? Scopriamolo assieme!

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Si ritorna a Suburbia

Partendo dunque da un eccellente base di sviluppo, PopCap ha voluto fortemente migliorare e sopratutto “pompare” alla grande i contenuti presenti in questo titolo; la scarsezza di mappe/modalità di gioco fu il vero e proprio difetto del primo capitolo di questa stravagante serie. Innanzitutto una delle più grandi novità è l’introduzione di un mondo hub, praticamente simile a quello presente in Splatoon. Seguendo la falsa riga dell’acclamato TPS di Nintendo, anche qui potremo sbizzarrirci con una gestione accurata delle nostre statistiche in game, personalizzazione estrema dei nostri personaggi e sopratutto godere finalmente di un comparto single player. Se nel primo capitolo era pressoché assente, in Plants vs. Zombies: Garden Warfare 2  avremo una struttura free roaming, in cui il giocatore potrà muoversi liberamente per esplorare la mappa ed attivare degli eventi da completare. La campagna single player del titolo dunque si basa sulla scoperta e l’utilizzo dei sei nuovi eroi disponibili; saremo protagonisti di una leggera e divertente mini-storia che ci spingerà a scoprire sia le mappe e le nuove abilità dei nostri personaggi, anche qui è viva l’analogia con la campagna/tutorial presente in Splatoon. La vera pecca di questo comparto single player è il costate riciclo di missioni primarie e secondarie che alla lunga possono anche dar noia; de gustibus.

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Abilità ed estetica, la personalizzazione dei personaggi è estrema

Una delle componenti di punta e più divertenti, personalmente parlando, è la possibilità di personalizzare in maniera totalitaria ogni eroe presente nel titolo. Partiamo innanzitutto nel dire come, a differenza del primo capitolo, l’elargizione dei crediti in game è stata resa decisamente più generosa ed anche appagante. Grazie al costante accumulo di valuta potremo tranquillamente “spacchettare” decine e decine di pacchetti (ciascuno suddiviso in valore e sopratutto rarità di contenuti) trovandoci di fronte una valanga di equipaggiamenti da poter utilizzare al fine di rendere ancora più magnifica ed entusiasmante la nostra esperienza nel comparto multiplayer del gioco.

É stato inoltre definitivamente accantonato il modello di level-up basato sugli archievement, ci troveremo di fronte dunque ad un classico sistema basato sui punti esperienza che richiederà svariate ore per potenziare e sbloccare definitivamente il potenziale massimo di ciascun personaggio; decisamente apprezzabile.

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Online, il titolo fa la voce grossa

Ed eccoci finalmente a parlare della vera e propria essenza di Plants vs. Zombies: Garden Warfare 2, il comparto multiplayer. PopCap, come detto, ha voluto fortemente ampliare l’online del titolo arricchendolo con nuove modalità di gioco, una più divertente dell’altra. Sono presenti ovviamente le modalità celebri e classiche come il Tappetino di Benvenuto adatto per i casual gamer, l’onnipresente Team Deathmatch ed alla modalità Tombe e Giardini.

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La vera novità di gioco consiste in una modalità a fasi, in cui piante e zombie si dividono fra attacco e difesa, e nel quale i giocatori sono chiamati a conquistare o difendere alcuni avamposti in mappe che continuano a cambiare; questa modalità a mio avviso ha elevato il gioco ad un vero e proprio grado di competitività massimo. Un titolo che a primo impatto dà la sensazione di essere solamente caos e frenesia, ad un’analisi più attenta mostra invece una base di tatticismo e strategia solida. É presente poi una modalità che passa in rassegna e mixa freneticamente le varie modalità di gioco, aggiungendo un certo grado di casualità nelle sfide da affrontare; ci troveremo ad esempio ad espugnare una roccaforte oppure a far esplodere dei palloncini.

Vi ricordate del fastidioso poco tempo a disposizione di ciascun game online del precedente capitolo? Dimenticatevi tutto, fortunatamente grazie all’arricchimento anche delle nuove mappe di gioco e sopratutto delle modalità presenti, vi troverete di fronte anche a match dureranno oltre venti minuti. Altra nota lieve è il netcode, ammetto di avere sempre il timore sotto questo lato quando mi trovo davanti titoli che richiedono obbligatoriamente e costantemente una connessione internet. I server dedicati reggono molto bene, in più di 5 ore di gioco mai una volta la stanza è caduta rendendo ancor di più piacevole la mia esperienza; inoltre se un vostro compagno d’armi crasherà immediatamente verrà sostituito da un altro giocatore online. Purtroppo non tutto, almeno per il momento, è riuscito ai ragazzi di PopCap; la vera nota negativa del comparto multiplayer (per il momento sia chiaro) è il bilanciamento delle classi di gioco.

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Quando provai la Beta me ne accorsi ma, essendo giustamente un test, non gli avevo dato granché peso. Purtroppo nella versione finale del gioco ci si ritrova ad affrontare, ed ovviamente utilizzare, eroi decisamente più decisivi e forti grazie alla potenza delle loro abilità. L’esempio di punta di tale sbilanciamento è la Rosa, una strega che grazie ai suoi incantesimi farà decisamente da padrona sul campo di battaglia oppure di Zombolino che, se attivata la sua abilità speciale, guiderà un fortissimo mech che spazzerà via qualsiasi cosa; spero vivamente in una prossima patch per bilanciare come giusto che sia le classi di gioco. Infine per concludere in maniera positiva questa analisi sono felice di annunciarvi come sia presente lo split-screen, una possibilità ormai resa pressoché inaccessibile in molti altri titoli a causa di scelte pressoché incomprensibili dei team di sviluppo; si nota che sono ancora infuriato per Halo 5: Guardians?

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8.1

EA e PopCap hanno decisamente fatto egregiamente il loro dovere. Plants vs. Zombies: Garden Warfare 2 è l'esempio di come, se si vuole fortemente, una saga possa migliorare di capitolo in capitolo anziché il contrario. Consiglio vivamente il titolo a chi, stanco dei soliti titoli FPS/TPS, vuole una vera e pronta ventata d'aria fresca; il divertimento è assicurato sopratutto in compagnia di amici.

Emanuele "Nucky" D'Ascanio
Nucky, un esemplare in via di estinzione. Potremmo definirlo unico (e menomale) ed inimitabile! Entra nel progetto Game Legends a mani basse e con molti propositi, moltissimi, troppi, e non ne mantiene uno. Nasce, cresce, corre, sbatte e riparte. Le sue esperienze videoludiche sono innumerevoli e poliedriche: parte da pargolo con le console della grande N nuove di pacca, proseguendo poi con approcci più aggressivi senza saltare una generazione. Ovviamente con tutta questa carne al fuoco è arrivato a non apprezzare più nulla: "Ë un bel gioco, ma non fa per me". Il nostro Ditto personale si accoppia con qualsiasi partner, divenendo uno dei punti focali delle collaborazioni del sito. Predilige il genere FPS, TPS e Platform d'avventura di ogni genere!

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