Sin dalla sua presentazione allo State of Play di quel giugno 2022, Eternights è riuscito a incuriosire una buona fetta di pubblico, ed ora siamo pronti a parlarvene in recensione. Questa prima opera realizzata dallo team sud coreano StudioSai vuole offrire un’esperienza che riesce a creare sentimenti non solo tra i suoi diversi personaggi, ma anche con il giocatore. Un’idea ambiziosa e interessante che è partita dall’impegno e l’iniziativa di un singolo sviluppatore, per diventare in pochi anni qualcosa di ben più grande.

Il ragazzo tentacolo

Il gioco racconta la storia di un ragazzo diciottenne e il suo migliore amico Chani che, presi dalla loro impopolarità con le ragazze, decidono di provare una nuova app di appuntamenti. Il nostro protagonista riesce sorprendentemente ad ottenere un appuntamento ma, proprio in quel giorno speciale, una misteriosa epidemia si diffonde in tutto il mondo. Come se non bastasse, dei giganteschi e strani muri sembrano ricoprire l’intera città e chissà cos’altro. Il suo compito, suo malgrado, è quello di trovare la soluzione per salvare il mondo, insieme a un colorato cast di personaggi.

Eternights si presenta così come un action JRPG lineare, dove la narrativa è uno degli elementi più importanti dell’intera esperienza ludica. L’incipit precedentemente raccontato non presenta degli elementi realmente sorprendenti e originali, con una direzione generale anche fin troppo prevedibile e personaggi anche fin troppo semplici. Quello che rende veramente interessante la storia ideata da Jae Hyunn Yoo sono le diverse interazioni che il giocatore è in grado di creare o meno.

L’eroe principale si ritrova all’interno di un treno, non solo insieme al suo migliore amico, ma anche con altri sopravvissuti, come l’idol Yuna, la sportiva Min e molti altri. Questo permette di poter creare delle connessioni con la maggior parte di loro, in modo da scoprire maggiori informazioni sul loro passato e permettere al nostro eroe di avere finalmente qualche successo amoroso. La semplicità e la purezza di ognuno di loro, così come la buona scrittura generale dei dialoghi, reggono l’intera esperienza, dando quella sensazione di un vero e proprio viaggio tra amici in un mondo apocalittico.

Un vero peccato che certi momenti siano fin troppo affrettati, sia per quanto riguarda la storia principale che le vicende secondarie. Alcune introduzioni o conclusioni non reggono il confronto con quelle di altri membri del cast, andando a offrire più la sensazione di un’attenzione maggiormente riposta su un aspetto, e meno sull’altro. La comicità e il tono generale, inoltre, non sempre funzionano, risultando a tratti anche fin troppo infantili. Non manca qualche buco narrativo, con elementi che lasciano in sospeso o che vengono inseriti senza mai essere realmente ripresi.

All’interno della scrittura ci sono comunque diversi punti forti e di buon impatto, che sicuramente riescono a catturare il pubblico di riferimento. Bisogna comunque sottolineare come Jae Hyunn Yoo, oltre a scrivere la sceneggiatura, si è occupato anche della direzione, dello sviluppo, del combat design, social design, level design, character art e molto altro. Un impegno che magari non ha portato ai risultati sperati, con probabile tagli qua e là, ma dove sono visibili la passione e l’impegno, quello di un fan di Persona alla sua prima opera videoludica.

Un eroe desiderato

Il gameplay di Eternights si divide così in due principali sezioni: la prima è quella da dating sim, la seconda quella maggiormente Action. Entrambe sono caratterizzate da elementi JRPG, che vanno a creare quel tocco di varietà in grado di tenere incollato il giocatore fino ai titoli di coda.

Analizziamo il primo stile del gioco, ovvero quello da dating sim. Queste parti sono affrontate principalmente all’interno del treno, quando il protagonista deve decidere come passare le proprie giornate prima dell’arrivo di uno specifico evento. Al suo interno è in grado d’intraprendere un diverso numero di azioni, come andare a un appuntamento o allenarsi con uno dei propri compagni, andare alla ricerca di oggetti, utilizzare il servizio di Chani oppure semplicemente andare a letto. Ognuna di esse modifica le proprie interazioni sociali, cercando così d’invogliare a una possibile rigiocabilità. A differenza di serie come Persona, però, il tutto risulta ben più automatizzato e prevedibile. Questo non è completamente negativo, ma dimostra come il gioco sia estremamente guidato, ed è praticamente impossibile riuscire nel proprio obbiettivo amoroso.

In ogni dialogo, sia della storia principale che nelle secondarie, sono presenti poi delle scelte morali. Queste non cambiano lo svolgimento della narrativa, ma permettano di guadagnare una percentuale di abilità (come l’ espressione e la fiducia) che permettono di andare agli appuntamenti con i possibili interessi amorosi. Queste ultime sono alcune delle parti meglio riuscite di tutto Eternights, proprio per il discorso delle interazioni citato, in cui Eternights mostra il meglio di sé. Il nostro consiglio è quello di viverle il più possibile, altrimenti si rischia di perdere alcuni dei momenti più profondi o simpatici dell’intera esperienza.

Purtroppo, non possiamo dire lo stesso degli allenamenti o la ricerca degli oggetti. Questi sono dei minigiochi piuttosto semplici che aiutano ad aumentare la relazione con i propri compagni. Purtroppo, oltre a servire ben poco al loro scopo, sono fin troppo semplici oltre che a diventare ben presto ripetitivi. Fortunatamente non si sente alcun peso nel giocarli, anche vista una longevità di circa 8 o 9 ore dove il tutto finisce prima di diventare noioso.

Sopravvissuti con poteri

L’altra sezione principale del gioco è quella action, dove l’eroe e i suoi compagni affrontano una serie di dungeon combattendo un gran numero di nemici. Questa parte risulta in un gameplay strutturalmente semplice quanto divertente, vista anche la buona varietà di avversari da affrontare. Eternights cerca d’intrattenere l’utente non solamente con i soliti nemici che sono continuamente lanciati, ma con l’introduzione abbastanza costante di nuovi ostacoli. In soldoni il gameplay si risolve in un gioco di tempismo, in cui è importante comprendere il pattern per schivare o parare i diversi attacchi a dovere. Questo si unisce alle diverse abilità sbloccabili, sia per il nostro eroe che per i propri compagni, in grado di aumentare ulteriormente la varietà dell’intera esperienza.

I dungeon, purtroppo, sono visivamente interessanti ma fin troppo lineari, senza nemmeno un reale collezionabile al suo interno. L’unica cosa che è possibile trovare sono delle sfere nere, ottenibili anche contro i nemici potenti, che permettono di potenziare il nostro eroe attraverso un comunissimo albero delle abilità.

Non possono poi mancare dei minigiochi e puzzle ambientali, che cercano di variare ulteriormente l’esperienza di gioco: sezioni dove guidare la moto, in cui bisogna ballare, camminare in maniera stealth, oppure capire dove camminare in uno spazio vuoto. Nessuna di queste è realmente profonda nelle meccaniche o in qualche modo difficile, ma è proprio questo miscuglio di situazioni che lascia sempre spazio al giocatore una continua sensazione di curiosità generale.

Le fasi boss sono poi ben congegnate, per quanto lo scontro finale sia piuttosto deludente. Nel caso vi preoccupaste, il gioco presenta una buona difficoltà generale, senza mai realmente esagerare. Confermiamo perfino la presenza di un new game plus, così da ricominciare la storia con il proprio eroe che mantiene tutte le sue abilità.

Notte eterna

L’art style funziona, attraverso uno stile fortemente ispirato a quello di molti anime giapponese degli ultimi anni. Le ambientazioni e i nemici mostrano una grande ingegnosità da parte dell’autore, a differenza dei personaggi principali fin troppo semplici e generici. Lo stesso si potrebbe dire della colonna sonora, che oltre qualche traccia realmente riuscita non riesce mai a entrare a colpire veramente nel suo insieme.

Fanno molto piacere i filmati in animazione tradizionale, realizzati da diversi studi animazione, che mostrano con forza alcuni dei momenti maggiormente importanti della narrativa. Discorso opposto per le diverse animazioni ripetute per le cutscene con l’engine di gioco, Unity, dove si mostrano tutti i limiti di direzione del piccolo team di sviluppo. Il gioco presenta poi delle texture dalla bassa risoluzione, che rovinano la composizione generale, che per quanto semplice presenta un suo appeal.

Il titolo, nella versione per PlayStation 4 da noi testata, presenta una buona resa visiva oltre a essere ben realizzato. Nella nostra prova non abbiamo riscontrato alcun genere di bug o glitch. L’unico problema è il calo di FPS nelle situazioni più concitate, ma ci auguriamo che questo aspetto venga limato con qualche aggiornamento futuro.

Infine, conferiamo la presenza di una traduzione scritta in lingua italiana, una piacevole sorpresa che rende maggiormente accessibile il gioco.

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Eternights

8

Un'opera realizzata con passione e impegno, che riesce a intrattenere fino ai titoli di coda. Il titolo non è ovviamente perfetto e ha diversi punti migliorabili, ma il lavoro è comunque da premiare oltre a dimostrare un futuro promettente per questo piccolo team di sviluppo.

PRO
  • La scrittura funziona
  • Gameplay vario e intrattenente.
  • Interazioni amorose molto riuscite
  • Longevità consona al prodotto
CONTRO
  • Alcuni tagli sono evidenti
  • Un gameplay che poteva essere più profondo.
  • Alcuni personaggi meno approfonditi di altri
  • ...ma non per chi cerca un gioco da oltre 15 ore
Giona Corucci
Io vivo e corro con il vento, ma la mia passione per la cultura pop è rimasta ancorata sin da quando ho ricordo. Ne è passato di dai tempi delle demo nelle merendine, e sono diventato un appassionato di molti settori di questo mondo: dai videogiochi al cinema, fino all'animazione e perfino la letteratura. In questo periodo della mia vita, spero di portare contenuti di qualità all'interno di Game Legends.

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