Destiny 2: analisi dell’endgame di Oltre la Luce e della Cripta di Pietrafonda

Dopo aver analizzato la campagna di Destiny 2 Oltre la Luce, approfondiamo anche la fase di endgame, nonché la discussa Cripta di Pietrafonda.

Lorenzo Ardeni
Di Lorenzo Ardeni - Contributor Analisi Lettura da 9 minuti

Oltre la Luce ci ha insegnato che Destiny 2 può ancora continuare a sorprendere e intrattenere. L’opera di Bungie è più che capace di tenerci incollati allo schermo per tantissime ore, e lo abbiamo capito cercando i Frammenti Entropici, sbloccando nuove Nature e Aspetti della stasi ma anche combattendo i nemici nella Cripta di Pietrafonda. Dopo queste prolungate sessioni di gioco ci siamo però posti una domanda semplice, banale, ma al contempo essenziale per andare poi ad analizzare tutto ciò che non riguarda direttamente la campagna di Oltre la Luce: ma davvero c’è una fase che possiamo identificare come “endgame”? Si e no, perché Bungie nutre la sua opera con vigore continuamente e attivamente, rinfrescando la narrazione e il gameplay con contenuti sempre genuini e soprattutto interessanti per i giocatori. L’endgame di Oltre la Luce, se così vogliamo definirlo, è un perfetto esempio di questo concetto, altrimenti generalizzato.

L’endgame di Destiny 2: Oltre la Luce

In prima battuta, è importante precisare come alcune imprese da completare dopo la conclusione della storia siano presenti: ci riferiamo a tutto il sistema di quest utili all’utente per potenziare ulteriormente la sottoclasse della stasi, grande aggiunta dell’espansione. Ad essere interessante, tuttavia, è il modo in cui queste imprese vanno ad incastrarsi tra di loro, citando ovviamente la Stretta della Salvezza. Questo lanciagranate esotico sarà di fondamentale importanza per il potenziamento della stasi – oltre che ad essere la prima vera arma con danno da stasi – perché solo con esso potremo colpire ed ottenere i Frammenti Entropici. Questi ultimi sono nove in totale (qui trovate la nostra guida per trovarli tutti) e il loro ottenimento consente ai Guardiani di sbloccare nuove componenti per la gelida sottoclasse.

Se non consideriamo l’ausilio della nostra guida, trovare tutti i Frammenti Entropici sparsi per la mappa di Europa è un compito arduo, forse anche troppo, soprattutto se considerato che molti di questi si trovano in luoghi lontanissimi da quelli più in mostra sulla mappa. Tuttavia, ancora una volta capiamo come le varie imprese permettano al giocatore di semplificarsi il processo: la posizione di molti Frammenti è spesso la stessa dove ci potremmo trovare in missioni post-completamento della storia, il ché significa che per ottenerli senza troppi problemi il giocatore dovrà soltanto stare ben attento all’ambiente che lo circonda.

Destiny 2

Ad affiancarsi ai Frammenti Entropici ci sono poi le Nature e gli Aspetti, due elementi essenziali per personalizzare la sottoclasse della stasi. La prima è di base un modificatore, che oltre a definire determinati bonus e malus stabilisce anche quanti Sussurri possono essere assegnati nei rispettivi slot. Interessantissimo è però il modo in cui Bungie ha voluto gestire questa meccanica: ogni settimana gli spazi a disposizione variano casualmente in base alla nostra classe e alla Natura in questione, e ciò significa che saremo spesso costretti a personalizzare la sottoclasse. Ma fate attenzione, perché questa dinamica non deve necessariamente essere un male e anzi, offre alla gestione del nostro personaggio una freschezza nuova, seppur non esente da difetti. Come avevamo già detto nella nostra recensione della campagna di Oltre la Luce, permane un problema ormai conosciutissimo dai veterani di Destiny 2. Parliamo ovviamente di una quotidiana confusione che si viene a creare in primis nell’organizzazione delle imprese e di conseguenza anche nella stessa gestione della sottoclasse della stasi. Nature, Frammenti, Sussurri, Aspetti. Tutti questi elementi sono fin troppo simili tra di loro e gli utenti finali – specialmente i novizi – potrebbero non comprendere appieno le varie dinamiche e il modo in cui queste vanno a intrecciarsi tra di loro.

 

Nelle profondità della Cripta di Pietrafonda

Ma la personalizzazione della stasi non è che una parte – un frammento, per far un gioco di parole – di ciò che aspetta i Guardiani. A partire dal 21 novembre, infatti, ci siamo potuti cimentare con il nuovo raid, che prende il nome di Cripta di Pietrafonda, un luogo quasi di culto per gli amanti della lore di Destiny 2: si tratta del luogo dove Clovis Bray ha dato vita agli Exo, dove personaggi come l’Ignota e Cayde-6 hanno avuto origine e di cui posseggono i primi ricordi. Trattandosi quindi di un luogo risalente all’età dell’oro, viene da sé che si trova quasi completamente avvolto nel mistero. E infatti, una volta avviato il raid sarà difficile anche solo trovarne l’ingresso.

La prima parte dell’incursione prevede un viaggio nelle aree più gelide di Europa, così tanto che per spostarci dovremo utilizzare gli astori e dovremo necessariamente viaggiare tra una cupola di energia e un’altra entro dieci secondi, per evitare di morire congelati. Potremo anche sfruttare i banshee a disposizione, che se portati tutti e sei a destinazione premieranno i giocatori con un astore speciale. La seconda area rappresenta invece il reale ingresso, una stanza divisa tra luce e oscurità. Successivamente, durante gli scontri con i boss, avremo modo di impersonare dei veri e propri ruoli sotto forma di buff. Parliamo dell’operatore, dello scanner e del soppressore, funzioni che possono essere equipaggiate dai Guardiani e che saranno necessarie per completare le varie sezioni della Cripta di Pietrafonda. Proprio qui il coordinamento tra i giocatori sarà a dir poco essenziale per avanzare, dato che un singolo utente non potrà possedere più di un buff per volta. Inoltre, nelle fasi finali ci verrà addirittura tolta la possibilità di utilizzare un determinato ruolo, cosa che rende il lavoro di squadra ancor più importante. La Cripta di Pietrafonda non solo offre un tipo di esperienza inedito nell’ecosistema di Destiny 2 ma regala ai giocatori uno stimolo in più per unirsi, organizzarsi e prendere parte a una missione che, una volta completata, sa offrire grandi soddisfazioni.

https://www.youtube.com/watch?v=8B0jmeInYHQ

Non bisogna poi dimenticare la meravigliosa scena che divide le due macro-fasi dell’incursione: una spettacolare passeggiata nello spazio, illuminati solo dalla luce riflessa della ghiacciata superficie di Europa, e l’infinito che fa solo da contorno. Un’affermazione magistrale della superba bellezza artistica di Destiny 2, accompagnata da una colonna sonora spaventosamente adatta, ancora una volta orchestrata da Michael Salvatori. Non abbiamo paura a definire questa fase come una delle più belle mai presentate nell’opera di Bungie, sia perché capace di lasciare il giocatore ammaliato, sia perché rappresenta un morbido distacco che accompagna verso la fine del raid.

Destiny 2 continua così a sorprenderci con una dose di contenuti sempre massiccia, di cui non possiamo che essere felici. Tuttavia, dopo aver avuto modo di scoprire tutto ciò che Oltre la Luce ha avuto da offrire al lancio, aspettiamo novità da parte di Bungie. Sappiamo già che dall’8 dicembre potremo prendere parte al primo Stendardo di Ferro, mentre dal 15 dicembre al 5 gennaio sarà presente l’Aurora di Eva Levante sulla Torre. Ma dopo questi eventi, cosa possiamo aspettarci? Personalmente, abbiamo aspettative su ulteriori potenziamenti e modifiche della sottoclasse della stasi, ottenibili in futuro come ricompense per nuove imprese. Come sempre, staremo a vedere se Bungie riuscirà a mantenere dritta la rotta della sua nave.

Condividi l'articolo
Contributor
Segui:
Sono Lorenzo, UX/UI Designer di professione e recensore per passione. Con un amore profondo per le serie di Metal Gear e The Legend of Zelda, da sempre esploro il mondo dei videogiochi cercando di capire cosa rende ogni titolo unico. Oggi sono piantato su Call of Duty e Super Smash Bros., ma non perdo occasione per giocare classici come Super Metroid o Syphon Filter. Scrivo recensioni con uno sguardo critico, ma sempre con la stessa curiosità che mi accompagna da quando ho iniziato a giocare.