Il duo della Teoria del Tutto (2015), Eddie Redmayne (Premio Oscar per lo stesso film nella categoria Miglior Attore nda) e Felicity Jones tornano insieme sul grande schermo in The Aeronauts, la vera storia della pilota scavezzacollo Amelia Wren (Felicity Jones) e del giovane e ambizioso meteorologo James Glaisher (Eddie Redmayne), che nel 1862 cercarono di superare i limiti umani in un incredibile viaggio in mongolfiera per volare a quote di altitudine mai tentate nella storia umana (12 impressionanti kilometri). L’impresa sarà una lotta per la sopravvivenza contro gli elementi, un viaggio alla scoperta di sé e una riflessione sulla natura umana e sull’ambizione.
Sin dai primi minuti di trailer, questo film Amazon diretto dal regista inglese Tom Harper (noto ai più come regista televisivo di successo di serie inglesi come Peaky Blinders e l’adattamento BBC del Guerra e Pace di Tolstoj del 2015) prometteva una festa di effetti speciali mozzafiato, condito dall’ormai di moda rovesciamento di ruoli di genere hollywoodiano. E tali promesse vengono mantenute, con l’attenta ricostruzione di uno spazio – quello del cielo e della stratosfera – raramente portato sul grande schermo in maniera così diretta e potente attraverso la creazione in digitale di paesaggi mozzafiato e colori taglienti.
La chimica tra i due attori protagonisti, già apprezzata nel precedentemente citato biopic sul matematico e astrofisico Stephen Hawking e la moglie Jane, funziona alla perfezione in questo film d’avventura alla Jules Verne e reminescente del capolavoro Gravity di Alfonso Cuàron, dove due personaggi mai così distanti e diversi (lei un aeronauta vedova con grandi ambizioni considerata poco più che un fenomeno da baraccone per via del suo sesso, lui un fragile idealista con fame di conoscenza e deriso come pazzo) troveranno l’uno nell’altro un appoggio (letteralmente e non) che sfocerà in una forte amicizia, senza scivolare però in una prevedibile svolta romantica.
Al di là dei due elementi sovracitati (il CGI mozzafiato e la chimica dei duo protagonisti), il film si distende per una lunghezza neanche particolarmente eccessiva ma che pare un’eternità, in una sequela di luoghi comuni e fastidiosissimi flashback che compongono la sceneggiatura di Jack Thorne (autore di serie di successo come Shameless e Skins nda) e che mal si addicono a una storia così dipendente dall’impianto visivo e sonoro. Un peccato dal momento che, in un epoca come questa in cui il CGI fa da padrone nel cinema mainstream, gli effetti speciali di The Aeronauts sono eccellenti e in alcuni momenti (particolarmente nel climax eroico e a tratti proto-femminista di Felicity Jones) addirittura mozzafiato, elevati dalla fotografia sottile di George Steel e dall’intelligente montaggio di Mark Eckersley.
Vai poi ad aggiungere l’eccellente scenografia firmata David Hindle e Christian Huband e la colonna sonora del compositore Premio Oscar (non a caso per Gravity) Steven Price e ottieni un film che è una festa per i sensi e un’avventura al cardiopalma che, non fosse per stato per una sceneggiatura non all’altezza dei tanti ed eccellenti valori di produzione, sarebbe potuto essere uno dei migliori film dell’anno.