Nel corso di Lucca Comics & Games abbiamo incontrato Thomas Koegler, CEO di asmodee, per parlare di come sta cambiando il mondo dei giochi da tavolo e di come una delle realtà più importanti del settore stia affrontando un mercato in rapida trasformazione. Acquisizioni, riorganizzazione, nuove tecnologie e un pubblico sempre più giovane: oggi asmodee si trova davanti a nuove sfide e nuove opportunità.
Intervistatore: Siamo felici di essere qui con Thomas Koegler, CEO di asmodee. Vorrei farle alcune domande.
«Dobbiamo fare scelte: non si può fare tutto, anche se vorremmo»
Domanda. Guardando agli ultimi anni di acquisizioni, riorganizzazione e integrazione del catalogo: qual è stata la decisione più difficile che asmodee ha dovuto prendere? E quale metrica vi ha convinti che fosse quella giusta?
Thomas Koegler: «La cosa più difficile è accettare che non possiamo fare tutto quello che vorremmo. Come tutti, abbiamo risorse finite, ed è un concetto che conosciamo bene nei giochi da tavolo: bisogna fare delle scelte.
Detto questo, non rimpiango nessuna decisione presa come gruppo. È importante guardare avanti, non indietro. Forse mettere in pausa alcune acquisizioni è stato frustrante — adoriamo accogliere nuovi team e nuovi giochi — ma questa pausa ci ha permesso di concentrarci su altre aree del nostro business. Una limitazione può sempre diventare un’opportunità.»
«Siamo di nuovo un’azienda indipendente: ora tutte le decisioni sono in nostre mani»
Domanda. Dopo l’uscita dall’Embracer Group e la recente riorganizzazione interna: come è cambiato il modo di prendere decisioni strategiche? C’è più autonomia o più sinergia con le altre aziende?
Koegler: «Siamo rimasti parte di Embracer fino a febbraio. Da allora asmodee è di nuovo completamente indipendente ed è quotata al NASDAQ di Stoccolma. Ora abbiamo piena autonomia sulle nostre decisioni di lungo periodo.
Abbiamo ancora rapporti commerciali con Embracer: per esempio possiede Middle-Earth Enterprises, quindi la maggior parte dei diritti de Il Signore degli Anelli. Noi amiamo quell’universo e continuiamo a creare giochi ambientati lì, diventando anche partner di categoria per i giochi da tavolo e di ruolo.
Anche quando eravamo parte del gruppo continuavamo a portare avanti la nostra strategia, solo che alcune priorità sono state rallentate per ragioni di contesto. È la natura di far parte di un gruppo: a volte benefici, a volte contribuisci.»
«Il nostro business è locale: la forza di asmodee è nei team dei singoli Paesi»
Domanda. asmodee è sempre stata sinonimo di scoperta di nuovi talenti e studi indipendenti. Come sta evolvendo l’approccio all’integrazione di nuove realtà creative nel catalogo?
Koegler: «Una nostra grande particolarità è essere una realtà molto locale: asmodee Italia lavora per il mercato italiano, per i giocatori italiani, per costruire il miglior catalogo possibile per quel pubblico.
Questo catalogo nasce da due fonti: giochi dei nostri studi interni e giochi di partner esterni.
La prima parte del lavoro è individuare tendenze locali, creatori emergenti, idee innovative. Abbiamo team in tutti i Paesi che fanno scouting proprio per questo: gran parte dell’innovazione non arriva dai grandi studi, ma da piccoli team o singoli autori.
La seconda parte è la collaborazione con i nostri studi per rendere i giochi più accessibili e adatti alle esigenze dei giocatori di ogni mercato.
Il punto chiave è che il nostro business, per sua natura, è locale.»
«La tecnologia non sostituirà mai l’esperienza fisica attorno a un tavolo»
Domanda. Companion app, piattaforme digitali, IA… Che ruolo avranno nel futuro dei giochi da tavolo e come si inserisce asmodee in questa evoluzione?
Koegler: «Non parlerei di trasformazione, ma di evoluzione. Dieci anni fa ci chiedevano se i videogiochi avrebbero “ucciso” i giochi da tavolo — e guardate dove siamo oggi. Più il mondo si digitalizza, più le persone hanno bisogno di ritrovarsi, stare insieme, vivere esperienze fisiche.
La tecnologia può migliorare l’esperienza, non sostituirla. Può aiutare i Game Master nelle campagne, tracciare l’evoluzione dei personaggi, creare atmosfera con musica e suoni.
Stiamo collaborando con realtà come Board Game Arena per rendere i giochi più accessibili: il momento più complicato è sempre quello tra l’apertura della scatola e la prima partita. Le innovazioni nelle guide introduttive hanno aiutato molto, ma la tecnologia può andare oltre e semplificare davvero l’onboarding.»
«I giovani oggi usano i giochi come strumento sociale: dobbiamo essere al loro fianco»
Domanda. I giocatori stanno ringiovanendo grazie ai social e agli actual play. Come intendete coinvolgere questa nuova generazione e collegarla ai grandi brand storici?
Koegler: «La differenza rispetto a quando avevo vent’anni è enorme: i giovani oggi usano i giochi come mezzo di socializzazione. Titoli come Exploding Kittens o Dobble sono forme immediate di interazione.
Il nostro ruolo è garantire esperienze adatte a loro, tramite i nostri studi e i nostri partner indipendenti.
Più giovani iniziano a giocare oggi, più grande sarà la community del futuro. Diventeranno adulti, forse un giorno genitori, e insegneranno ai loro figli a giocare.
E poi è un’esperienza di famiglia meravigliosa: in un mondo in cui tutti siamo attratti dagli schermi, i giochi ci restituiscono tempo di qualità insieme. Io lo vivo con mio figlio, ed è prezioso.»
Intervistatore: Grazie mille per il tempo e la disponibilità.
Koegler: «Grazie a voi. Sono molto appassionato di questa industria e di ciò che facciamo. È stato un piacere.»
