Qualche giorno fa abbiamo avuto modo di provare UniVersus, il CCG, un gioco di carte che include innumerevoli IP altisonanti e che permette un crossover tra esse molto ghiotto e interessante. Andiamo a guardarlo più da vicino!
18 anni e non sentirli
Scrivere solo oggi di questo UniVersus mi sembra un po’ paradossale, perché il titolo è nato nel lontano 2006, inizialmente chiamato Universal Fighting System, ribrandizzato appunto in UniVersus solo nel 2021. A distanza quindi di ben 18 anni ci troviamo a giocare a questo titolo, che però a nostra (e vostra) discolpa è commercializzato esclusivamente negli USA.
Jasco Games ha progettato questo titolo in maniera tale che l’essenza stessa delle regole non venga snaturata dall’alternarsi delle IP che si sono avvicendate nel corso di questi anni. Questo significa che si potrebbe tranquillamente giocare con un mazzo proveniente da Critical Role e affrontare un mazzo di Yu Yu degli Spetri.
Proprio per questo motivo il nome iniziale era Universal Fighting System, dove gli sviluppatori volevano creare un gioco sul quale poter far ruotare tantissime IP stupende e far scontrare i vari universi tra loro. La sfida è certamente ardua, anche perché di CCG in giro con IP di altissimo livello ne esistono svariati, ma che alla fine sono tutti titoli a sé stanti. Si vociferava qualche tempo fa, che anche Bandai Namco volesse unire i due giochi di carte di Dragon Ball e di One Piece, cosa che tuttavia sembra ancora molto improbabile.
Invece in UniVersus, nonostante siano passati tutti questi anni, i giocatori possono approcciarsi alle innumerevoli IP che si sono costantemente susseguite: Street Fighter, Soul Calibur III, The King Of Fighters, Samurai Shodown V, Tekken 6, Mega Man, Cowboy Bebop, il già citato Yu Yu Hakusho e l’ultimo più recente My Hero Academia.
Pensate, tutti questi universi incredibili si possono dar battaglia tramite questo gioco di carte, ed è secondo noi sicuramente la nota migliore di tutto il comparto, nonostante anche il gameplay ve lo anticipiamo, nasconde incredibili sorprese.
Ovviamente essendo un CCG,e comunque un competitivo, Jasco Games ha creato 3 formati, così da garantire una buona dose di rigiocabilità per tutti i giocatori, che siano essi più casual o più competitivi. Il primo è una sorta di equivalente Standard di Magic The Gathering, che utilizza l’ultima l’IP uscita, che in questo caso è My Hero Academia. Il secondo è più simile a Legacy o Vintage sempre di Magic, e consente di utilizzare indistintamente tutte le carte mai stampante nel sistema UniVersus. Il terzo è Limited, creato proprio come in Magic, e è probabilmente il più divertente tra i formati, vista la varietà e rigiocabilità profonda che possiede. È praticamente perfetto per un nuovo giocatore o per chiunque non voglia mantenere la collezione completa.
Semplice scommessa o rischio calcolato?
Quando ci si approccia ad un qualsiasi gioco di carte, vedete anche l’ultimo arrivato, Star Wars: Unlimited (vi lasciamo la recensione qui), ormai ci aspettiamo subito di capire come poter aggiungere le agognate risorse per giocare le nostre carte, che siano esse Terre, Mana, Energie, Token, Don! e così via.
All’interno di UniVersus questo annoso concetto è sparito del tutto. Tutte le carte di gioco non hanno un vero e proprio costo, ma hanno una difficoltà, che cresce ad ogni carta giocata. Questa è sicuramente la novità più grande che abbiamo trovato in UniVersus e che sinceramente ci è anche piaciuta abbastanza. Gli sviluppatori volevano proprio simulare la difficoltà che c’è nei piacchiaduro, nell’eseguire combinazioni sempre più forti.
Una volta appreso che non esisterà nessun mana o energia da cercare o seguire, il gioco andrà molto spedito, ad un ritmo assai elevato. I turni sono davvero molto semplici:
- Start Phase
- Combat Phase
- End Phase.
Ogni giocatore potrà preparare due Personaggi principali, che servono oltre ad attivare abilità, anche a delineare i Life Points, le carte che si possono pescare e il simbolo che si può utilizzare per completare il proprio mazzo.
- Nella Start Phase i giocatori rimettono attive le carte che sono state committate il turno precedente e pescano un numero di carte fino al massimo descritto nella carta del proprio Leader.
- Nella Combat Phase i giocatori possono iniziare a giocare le carte dalla propria mano. Questo significa che si può iniziare nel giocare una delle tre tipologie di carte: Foundation, Attack, Character (ne esistono altre due ma non servono per la spiegazione del gioco). Ogni carta riporta in alto a sinistra un numero che rappresenta la difficoltà per essere eseguita. Il test per capire se si è giocata o no la carta è molto semplice, il giocatore attivo, deve scartare la prima carta del mazzo, controllare il valore riportato in basso a destra, se quel valore è uguale o superiore il test è stato passato. Nel caso questo non venisse passato, la carta giocata si scarterebbe e il turno del giocatore finirebbe in quel momento. I giocatori possono giocare tutte le carte che vogliono, l’importante però è non fallire mail il test. Cosa molto difficile, perché ad ogni carta giocata, il numero da raggiungere sarà il valore rappresentata dalla carta, +1 in aggiunta per ogni carta già giocata. Ed è qui che la strategia prende strade davvero tortuose.
- Nella fase finale si pulisce il campo, spostando le carte dalla card pool, verso lo stage e momentum.
Non è il solito CCG o TCG
Lette le regole sopra? Sono molto semplici vero? La cosa veramente divertente è che c’è una complessità dietro che ci ha fatto arrovellare abbastanza la testa, e ora vi spieghiamo perché.
Ad ogni turno le carte hanno diverse difficoltà, è noto che la prima carta giocata non subirà modificatori, questo ci renderà la vita molto facile, ma ad ogni carta giocata questa salirà, e sarà sempre più difficile quindi attaccare e portare a zero i punti ferita avversari.
Qui entrano in azione le varie attività di potenziamento che possono arrivare dalla zona Stage o Momentum, due zone che si riempiono delle carte che siamo riusciti a giocare fino a quel momento. Nello Stage, ci vanno tutte le carte Foundation, che possono servire sia per essere committate (tappate o restate) ed aggiungere un + al modificatore della difficoltà, sia a potenziare i nostri attacchi con gli enhance.
All’interno del pool Momentum invece ci andranno tutti gli attacchi che siamo riusciti a portare a termine e che non sono stati bloccati. Anche il blocco non è così scontato come siamo abituati a vedere. Dovete sapere che ogni carta attacco ha ben tre valori da controllare: velocità, zona e danno.
Il giocatore che dovrà parare, quindi dovrà controllare se ha delle carte che sono della zona uguale o vicina a quell’attacco. Nel caso avesse carte della stessa zona, allora il danno sarà parato per intero mentre con carte vicine lo dimezzerà e basta. Inoltre chi difende dovrà eseguire un test di difficoltà sommando il modificatore che sarà riportato sulla carta in alto a destra, dove verrà esposto sia la zona che il valore di blocco.
Tutte queste regole, inizialmente sembrano molto articolate, ma una volta che si fa il primo game è davvero una passeggiata ed è divertente, oltre che spassoso il poter intrecciare i vari universi e sfidare i propri amici o comunque altri giocatori.
L’unico vero neo è che non viene commercializzato in Italia e in altri paesi Europei. La cosa è anche strana perché almeno nello stivale i giochi di carte sono sempre andati alla grande e non sarebbe davvero male poter avere anche questo piccolo gioiello nella nostra collezione.