Uncharted: Raccolta L’Eredità dei Ladri – Recensione della versione PS5

Uncharted: Raccolta L'Eredità dei Ladri è pronto ad arrivare su PlayStation 5 con i due ultimi capitoli della saga: ecco la nostra recensione.

Simone Lelli
Di Simone Lelli - Editor in Chief Recensioni Lettura da 7 minuti
9.5
Uncharted: Raccolta L'Eredità dei Ladri

Il “mestiere” dell’esploratore ha da sempre fatto sognare giovani e adulti: la possibilità di vivere avventure al limite del reale, con il pericolo pronto a colpire alle spalle, è qualcosa che tutti sogniamo almeno una volta nella vita. Libri, film e videogiochi ci hanno fatto sperimentare qualcosa di vicino, con Indiana Jones pronto a lanciare il suo colpo di frusta e Lara Croft a risolvere l’ennesimo enigma. È nel 2007 però che Nathan Drake, quello che all’inizio poteva sembrare come un sempliciotto se paragonato ai suoi colleghi più anziani, arriva sul campo pronto a farci divertire, emozionare e anche ridere nella sua saga chiamata Uncharted. Oggi siamo qui per la recensione di Uncharted: Raccolta L’Eredità dei Ladri, una collection di due giochi che va a proporre le ultime due avventure uscite.

I giochi in questione sono Uncharted 4: Fine di un Ladro e Uncharted: L’Eredità Perduta, con quest’ultimo che è anche il primo capitolo senza Nathan Drake, che un po’ come ha fatto in seguito Spider-Man: Miles Morales, propone un’avventura standalone sequel del precedente capitolo, ma con altri personaggi.

Sic Parvis Magna

Tante traduzioni, poco spazio all’interpretazione: dal poco si arriva al tanto, concetto di Sir Francis Drake che voleva riassumere all’epoca dei suoi viaggi il fatto che ogni grande avventura ha un principio, ma è la strada da percorrere, quella che conduce al suo termine, che riserva la vera gloria.

La strada percorsa per arrivare a questo punto l’abbiamo già calpestata 5/6 anni fa, vivendo quella che subito venne annunciata come l’ultima avventura di Nathan Drake, personaggio che nel tempo è entrato nei cuori di molti giocatori con il suo fare scanzonato e i suoi modi buffi, ma anche con la sua capacità di sopravvivere ad ogni intemperia e uscirne grazie alla sua scaltrezza.

C’è poco da dire sulla trama di questi due giochi, la stessa delle versioni originali (potete trovare le recensioni di Uncharted 4: Fine di un Ladro e Uncharted: l’Eredità Perduta cliccando sui rispettivi link): la scrittura dei due giochi è fresca, moderna e capace di intrattenere, soprattutto grazie all’aiuto dello stile cinematografico utilizzato per il gioco. Giocandoli uno dopo l’altro vi potrà sembrare di avere davanti un gioco e il suo DLC, ma fidatevi quando vi dico che l’Eredità Perduta saprà deliziarvi, anche grazie soprattutto ai rapporti interpersonali tra le due protagoniste, di certo di pari carisma col nostro amato Drake.

Da PS4 a PS5

Se quindi si parla di concetti come “dalle cose piccole verso le cose grandi”, allora non possiamo non fare il parallelismo con il cambio generazionale da PlayStation 4 a PlayStation 5: questa collection, infatti, propone due giochi che già all’epoca spremevano per bene PS4 ma che ora, su PS5, trovano nuova linfa vita e nuova energia. Il porting è stato fatto implementando però delle novità dovute alla nuova console (e alle sue periferiche).

Per prima cosa, parliamo del DualSense: il modo in cui è stato implementato il feedback aptico è fantastico. Il gioco fin da PS4 proponeva fasi concitate, scazzottate nude e crude e una serie di momenti adrenalinici. Il DualSense vi trasmetterà quell’adrenalina con la sua vibrazione, facendovi sentire ogni pugno dato, colpo sparato o salto fatto. Brillante anche il modo in cui la corda vi darà uno strano effetto sui trigger, quasi a farci desiderare di avere un Uncharted 5 nei prossimi anni.

Altro plus da ricordare sono i caricamenti veloci: l’SSD riesce a fare la magia anche con questi due giochi, permettendo di annullare quei caricamenti che – sebbene non fossero inficianti negli originali – ora saranno presto dimenticati. Interessante anche l’implementazione dell’Audio 3D nel gioco: in questo modo sarà ancora più immersivo scappare dai nemici, saltare da un muro all’altro e evitare dozzine di pallottole pronte e sfiorarvi la testa.

Per gli appassionati delle specifiche tecniche, il gioco propone tre modalità distinte ma interessanti: la prima è la Fidelity Mode, che vi farà giocare a 30 FPS ma con una risoluzione 4K fantastica; la seconda è la Performance Mode, che ottimizzerà il gioco per puntare ai 4K (upscalati dai 2K) su un TV UHD, o che permetterà di provare un 1080p migliorato (che parte dal 2K) su un TV FullHD; la terza, per i più hardcore, sarà la modalità Performance+, che darà accesso ai tanto amati 120 FPS (rigorosamente in FullHD, anche se necessiterete di un tv con VRR).

La Fine di Tutto?

Uncharted 4 è l’ultimo capitolo (per ora) dedicato a Nathan Drake, mentre Uncharted: L’Eredità Perduta ha raccontato nuove storie ed è, al momento, l’ultimo gioco uscito della serie: Naughty Dog si è successivamente focalizzata su The Last of Us Parte 2, e più volte si è parlato di un possibile ritorno, sempre smentito. Se c’è una cosa che però Uncharted: Raccolta L’Eredità dei Ladri mostra è che avventure di questo tipo mancano al panorama videoludico, e servono sempre di più per poter far sognare migliaia di giocatori alle prese con tesori antichi e misteri da svelare.

Uncharted infatti non brilla per la sua libertà d’azione, non ha un mondo vasto da esplorare liberamente: al contrario però, sa dare la giusta libertà al giocatore nell’intraprendere azioni di qualche tipo dentro alla mappa, sa farvi scegliere in che modo affrontare lo scontro a fuoco, ma soprattutto propone un mondo da esplorare che, anche se non totalmente aperto, è comunque brillante e pronto a farvi emozionare, a prescindere da se davanti vi troverete uno scrigno, una coppa d’oro, l’arca dell’alleanza o una semplice moneta.

Uncharted: Raccolta L'Eredità dei Ladri
9.5
Voto 9.5
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Editor in Chief
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Amante dei videogiochi, non si fa però sfuggire cinema e serie tv, fumetti e tutto ciò che riguarda la cultura pop e nerd. Collezionista con seri problemi di spazio, videogioca da quando ha memoria, anche se ha capito di amarli su quell'isola di Shadow Moses.