Con l’incredibile successo raggiunto della prima stagione della serie televisiva di The Witcher, non c’è molto da stupirsi se Netflix ha deciso di esplorare maggiormente il vasto universo nato dalla penna dello scrittore polacco Andrzej Sapkowski, celebre soprattutto per aver ispirato l’iconica trilogia di videogiochi sviluppata da CD Projekt RED. In questo caso The Witcher: Nightmare of the Wolf, il film protagonista della nostra recensione, si immerge nelle suggestive ambientazioni dei libri in maniera completamente diversa rispetto a quanto abbiamo già visto fino ad oggi, ossia utilizzando l’animazione.
Affidata alle sapienti mani dello Studio Mir, che già in precedenza è riuscito a conquistare il pubblico con La leggenda di Korra (The Legend of Korra) di Nickelodeon e con le serie Netflix Voltron: Legendary Defender e Dota: Dragon’s Blood, The Witcher: Nightmare of the Wolf racconta la storia di Vesemir, il mentore della star della saga, Geralt di Rivia. Un personaggio completamente differente rispetto al burbero strigo interpretato da Henry Cavill che tutti abbiamo imparato a conoscere e ad apprezzare.
Il film d’animazione si incentra quindi in un periodo temporale mai esplorato a sufficienza nella saga, mostrandoci altri frammenti di un mondo che, ancora oggi, dimostra di essere in continua evoluzione. The Witcher: Nightmare of the Wolf arriverà sulla piattaforma streaming a partire dal prossimo 23 agosto 2021, noi abbiamo avuto la possibilità di vedere la pellicola in anteprima ed ecco la nostra recensione senza spoiler.
The Witcher: Nightmare of the Wolf, affronta i tuoi demoni
Come vi abbiamo già anticipato in questa recensione, il protagonista di The Wither: Nightmare of the Wolf è Vesemir, che i fan ricorderanno essere il mentore e addestratore di Geralt di Rivia. In questo prequel spin-off, tuttavia, vediamo una versione molto più giovane del personaggio. Un protagonista ben diverso da quello a cui siamo stati abituati precedentemente. Un edonista scorretto e immorale, che passa le sue giornate a bere e a dormire, quando non sta uccidendo brutalmente creature in cambio di soldi.
Un mondo che non si fa problemi nel mostrarci sullo schermo le differenze e le tensioni tra esseri umani e Witcher, visti come un male – quasi una sorta di maledizione con il quale, purtroppo, si è costretti a convivere – ma che, in situazioni di estrema necessità, sono gli unici sul quale si può fare affidamento. Gli screzi e le incomprensioni, tuttavia, portano presto Vesemir a scontrarsi con una realtà difficile da accettare, mentre gli intrighi che lentamente vengono a galla non fanno altro che peggiorare la reputazione degli straordinari cacciatori di bestie.
E se c’è qualcosa che questo primo spin-off riesce a fare egregiamente, è proprio dare più concretezza all’universo creato da Sapkowski, utilizzando alcuni dettagli semplicemente accennati nelle opere originali e nelle sue rispettive trasposizioni per caratterizzare con più cura ambientazioni e personaggi. Questo riguarda soprattutto le origini del personaggio di Vesemir e il suo percorso per diventare Witcher, mostrato efficacemente grazie all’uso dei flashback che scavano a fondo del mondo dark-fantasy.
Al contrario della maggior parte degli altri ragazzi, costretti a seguire l’addestramento per diventare Witcher contro la loro volontà, Vesemir ha scelto di intraprendere questo percorso per scappare da una vita di ingiustizie, povertà e violenze. Quanto raccontato, oltre a presentarci un nuovo punto di vista su questo determinato aspetto della narrativa, ci fa comprendere ancora di più il carattere del protagonista, che ad un primo sguardo potrebbe semplicemente sembrare un materialista completamente privo di morale ed ambizioni. Dietro questo personaggio apparentemente interessato solo ai soldi e al piacere c’è molto di più, e il ragazzo sarà costretto a fare i conti con il suo passato e con l’effettivo significato del lavoro che svolge.
Sangue e violenza, i pregi dell’animazione
Uno degli elementi che viene esplorato più profondamente è la percezione che i Witcher hanno nella società di Vesemir. Come vi abbiamo già anticipato in precedenza, la pellicola ci mostra il modo in cui i cacciatori di bestie sono visti come un vero e proprio pericolo dalla popolazione, anche se sono necessari per la sopravvivenza, considerando che sono gli unici in grado di sconfiggere i potenti mostri che vagano per quelle terre.
Vesemir soprattutto, a causa del suo carattere esuberante e completamente privo di filtri, è preso quasi come esempio della pericolosità dell’intera categoria. Questo viene presto utilizzato contro di lui dalla maga Tetra, che non esita ad sfruttare le preoccupazioni e i pregiudizi del popolo per muoversi concretamente contro gli Witcher. La donna, tuttavia, sarà costretta a collaborare con lo strigo per sconfiggere una misteriosa e pericolosa creatura, sotto il volere di Lady Zerbst.
Per accompagnarci a fondo nel mondo dark-fantasy di Sapkowski, The Wither: Nightmare of the Wolf decide di puntare su uno stile crudo e senza censure, in cui il sangue scorre a fiumi e con estrema semplicità. Le animazioni dello Studio Mir riescono sempre a stare sul pezzo, mostrandoci alcuni combattimenti particolarmente adrenalinici. Anche la regia di Kwang-Il Han contribuisce a rendere il film d’animazione molto più di un semplice prequel spin-off. Ci troviamo di fronte ad un prodotto da ricordare, nel quale i fan del franchise hanno la possibilità di trovare una maggiore cura su alcuni fondamentali dettagli del world building e della scrittura dei personaggi.
Tuttavia, The Witcher: Nightmare of the Wolf può anche essere il modo perfetto per approcciarsi per la prima volta alla saga. Anche se probabilmente la pellicola può essere apprezzata maggiormente se si ha una leggera infarinatura del mondo di The Witcher, il film può comunque suscitare molta curiosità nei neofiti, che sicuramente si troveranno davanti un prodotto interessante e difficile da dimenticare. Quest’ultimo, infatti, non sembra essere stato realizzato col puro scopo di ingannare l’attesa prima dell’uscita della seconda stagione della serie tv live-action, ma piuttosto per dare più caratterizzazione a questo vasto universo, oltre ad anticipare l’arrivo di Vesemir anche nello show con protagonista Henry Cavill.
Uno spin-off che va oltre
Quello di The Witcher: Nightmare of the Wolf è sicuramente un approccio intelligente, che sarà in grado di conquistare sia gli appassionati che i neofiti della celebre saga. Anche se la pellicola dimostra di avere alcuni piccoli problemi legati alla gestione dei tempi, probabilmente dovuti alla presenza di un gran numero di flashback incentrati sulla storia del protagonista, e sotto il punto di vista artistico (in alcuni punti la CG utilizzata fa storcere leggermente il naso), il risultato finale è un prodotto incredibilmente interessante, che scava a fondo nel significato dell’essere uno strigo e ci offre un punto di vista completamente nuovo sul mondo creato da Andrzej Sapkowski.