I film Cinecomic sono spesso oggetto di aspre diatribe tra chi li giudica come qualcosa di infantile e chi invece sa apprezzare la vena humor e il coesistere di una multitudine di supereroi; d’altronde i numeri parlano chiaro, i film Marvel sono tra quelli con gli incassi più alti della storia del cinema (Avengers: Endgame giusto per citare il maggior incasso della storia del cinema). Dopo le dichiarazioni di Martin Scorsese sui cinecomics si sono aggiunte anche quelle di un altro pezzo da novanta di Hollywood, l’attore Robert de Niro protagonista dell’ultima pellicola The Irishman in uscita nel mese di novembre del regista Scorsese.
Nel corso di un Q&A del London Film Festival De Niro è finito a citare proprio Marvel. Il tema della questione è il ringiovanimento dell’età all’interno delle pellicole. Egli infatti è stato protagonista di un costoso processo di de-aging digitale che, a leggere i primi commenti sulla rete pare sia anche l’unico punto negativo di una pellicola davvero eccezionale. Parlando proprio di questo tema l’attore è “scivolato” sui titoli Marvel screditandone il fine ultimo che comporta tale tecnologia.
Robert De Niro ha dichiarato che la tecnologia è si di aiuto ma fino a un certo punto. Nel momento in cui essa modifica la vera realtà umana allora si incorre in un processo di “deumanizzazione”. Proprio qui l’attore ha usato come esempio i film Marvel, paragonandoli a forme di intrattenimento, additandole come robe cartoonesche.
All’interno delle pellicole del MCU più volte abbiamo assistito a questo effetto de-aging digitale, dall’Hank Pym di Michael Douglas in Ant-Man a Nick Fury di Samuel L. Jackson in Captain Marvel, la cui presenza all’interno dell’opera con quasi 25 anni in meno non è limitata a delle semplici comparse ma all’intera produzione.