Fin dalla sua nascita nell’ormai lontano 1996, Resident Evil ha sempre rapito e riconfermato il suo valore, anno dopo anno. Osservando la strada che questa serie di videogiochi ha vissuto fino ad ora, resta interessante carpirne l’evoluzione, leggerne le piccolezze, studiarne le trasformazioni e tutti i progressi compiuti di pari passo con i suoi fan e con il mercato stesso. La passione del pubblico verso il brand non è mai scemata, al punto da condurre gli appassionati non soltanto a viversi fino in fondo i vari capitoli usciti fino ad oggi, ma spingendoli ben oltre, fina all’approdare nei lidi di specifiche analisi atte a svelare anche il più minuscolo dettaglio che, forse, all’occhio meno attento potrebbe essere sfuggito. Da ciò sono così andate presentandosi nel tempo innumerevoli curiosità resesi capaci di coronare le singole esperienze, traslandole in una vera e propria “documentazione” ed approfondimento che oggi vogliamo mostrarvi, chiaramente selezionando accuratamente il materiale dal nostro punto di vista. Dunque eccovi dieci curiosità su Resident Evil che forse non avete mai sentito e che è bene ripassare sempre, anche in attesa di quelli che saranno i nuovi capitoli all’orizzonte.
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Le origini di Resident Evil
Si aprono le danze con una curiosità quantomeno classica di Resident Evil, che di documentaristico ha praticamente tutto. Non sono in molti a sapere infatti che i primi piani verso questo videogioco lo identificavano come un remake di Sweet Home, altro titolo targato Capcom pubblicato nel 1989 per il Famicom e tratto dall’omonimo film. Ad oggi il tutto viene considerato come una sorta di precursore di Resident Evil stesso, come l’idea che ha in seguito condotto alla realizzazione di quell’esperienza che tutti noi conosciamo. La trama di Sweet Home, infatti, si sviluppava intorno a cinque persone che ritrovatisi riunite in una magione infestata dagli zombie. Vi ricorda qualcosa?
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Rinfrescare la serie
Nel corso della produzione di quello che oggi viene da molti ricordato come il capitolo più importante di Resident Evil, il suo creatore Shinji Mikami si rese conto dell’approccio emotivo che i membri della software house stavano assumendo in corso d’opera. Percependo emozioni contrastanti e annoiate verso l’ennesimo capitolo dalle fattezze classiche, reagì di conseguenza. Quella sincerità emotiva, infatti, gli aprì gli occhi nei confronti dei progetti successivi, gettando al contempo le basi per Resident Evil 4, titolo che cominciò a staccarsi lentamente dal passato, complice la constatazione suddetta.
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Una curiosità di Resident Evil che ne smentisce un’altra
Una curiosità di Resident Evil molto diffusa vedrebbe il suo sesto capitolo ( che a discapito delle critiche ricevute, vendette parecchio) come quello che ha introdotto per la prima volta la possibilità di correre e sparare contemporaneamente. Beh, in realtà questa informazione non è propriamente corretta, dato che un capitolo precedente, ovvero Resident Evil Outbreak File #2, uscito nel 2004, già lo consentiva.
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Una versione portatile di Resident Evil che non vide la luce
Dati gli incredibili risultati in termini di vendite ed accoglienza per il primo Resident Evil, Capcom cominciò a riflettere seriamente su un porting del titolo per una qualche console portatile, compreso ovviamente il Game boy. Il tutto quindi partì ufficialmente solo per poi arrivare ad un brusco stop a titolo ultimato. Quando la HotGen Studios mostrò quanto realizzato a Capcom, questa bocciò infatti l’intero progetto affermando che avrebbe sfigurato se paragonato all’originale.
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Resident Evil 3… o uno spin-off?
C’è una curiosità molto interessante anche sulle le origini di Resident Evil 3. Inizialmente il terzo capitolo della serie non sarebbe dovuto uscire su Playstation 1, mirando piuttosto ad una pubblicazione su Dreamcast, con uno spin-off dal nome “Nemesis” pensato invece per la Playstation. Avendo però stretto un accordo per i primi 3 videogiochi con Sony, Capcom dovette unire quello che aveva per il terzo capitolo con quello che aveva con “Nemesis” così da tirarne fuori un nuovo titolo ufficiale.
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Fuori dalla console e direttamente sulla carta
Non tutti sanno che esistono trasposizioni fumettistiche di Resident Evil. I primi ad investire su un progetto del genere furono quelli di Marvel, i quali pubblicarono nel 1996 un fumetto singolo, gratuito, in accompagnamento al gioco originale. Il tutto è stato seguito nel periodo 1998/99 con la serie “Resident Evil: The Official Comic Magazine”, progetto seriale a cura della WildStorm (con alcuni numeri arrivati anche in terra nostrana).
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Cambiamenti dell’ultimo minuto
Come mostrato nell’E3 del 2002, Resident Evil 4 avrebbe dovuto essere caratterizzato dalla presenza di forti elementi esoterici, come le bambole spiritate o i fantasmi. All’ultimo secondo, quando il progetto definitivo stava incontrando la sua ufficializzazione sul mercato, vennero apportati però dei pesanti cambiamenti che eliminarono tutte queste idee.
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L’amore verso i Queen
L’amore musicale verso la band dei Queen da parte degli sviluppatori di Resident Evil si è fatto sentire negli anni. Uno degli accenni più diretti nei confronti di questa particolare passione lo si può notare nella caratterizzazione estetica della giacca di Claire in Resident Evil 2. Sulla schiena della ragazza viene palesemente citato un album dei Queen: “Made in Heaven”.
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Le problematiche con il primo film
Il successo di Resident Evil ha condotto anche a parecchie trasposizioni cinematografiche. La prima, con un titolo omonimo, venne rilasciata nel 2002 e, andando oltre l’accoglienza generale, è stata complice di alcune curiosità personali e problematiche memorabili. Fra queste, ad esempio, quella relativa ai cani zombie. La scelta di utilizzare dei cani veri e inseguito di truccarli appositamente, procurò parecchi ritardi alla produzione per via del fatto che gli animali continuavano a leccarsi via i trucchi di scena. Oppure quella legata alla sua protagonista Milla Jovovich e alle varie ferite che il suo personaggio si porta dietro nel corso della pellicola. Quelle ferite erano per lo più vere (ovviamente non le più gravi). Se le procurò l’attrice stessa sul set, scegliendo di girare senza una controfigura.
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Ma si chiama Resident Evil, vero?
In realtà, il nome originale in Giappone di questa serie di videogiochi non è Resident Evil bensì Biohazard. In seguito alla sua uscita estera però, Shinji Mikami fu costretto a cambiarne il nome poiché quello originale era coperto – almeno in America – da un copyright detenuto dall’omonima band degli anni ’80.