Sono passati ormai dieci anni da quando il primo Hotel Transylvania ha fatto la sua comparsa nelle sale cinematografiche: era il 2002 quando Dženndi Tartakovskij (che in precedenza aveva già lavorato ad opere come Il laboratorio di Dexter, Samurai Jack e Le Superchicche) debuttò sul grande schermo e conquistò il pubblico grazie ad una bizzarra e divertente reinterpretazione di personaggi iconici come il Conte Dracula e il mostro di Frankenstein. Arrivati all’ultimo capitolo del franchise, Hotel Transylvania 4 (O Hotel Transylvania – Uno scambio mostruoso), protagonista di questa nostra recensione, Tartakovskij ha passato il testimone ai registi Derek Drymon e Jennifer Kluska che, insieme, hanno continuato (e concluso) le avventure dei simpatici mostri.
Il lungometraggio animato di Sony Pictures Animation rientra, purtroppo, nella sempre più ampia lista di prodotti d’intrattenimento rinviati a causa della pandemia attualmente in corso. A causa delle numerose restrizioni e alla momentanea precarietà del mercato del cinema, infatti, Hotel Transylvania 4 è arrivato al pubblico direttamente in streaming. La pellicola, inizialmente prevista nelle sale cinematografiche statunitensi dal 1º ottobre 2021, è stata rilasciata ufficialmente in tutto il mondo grazie ad Amazon Prime Video, che l’ha aggiunta al suo già vasto catalogo lo scorso 14 gennaio 2022. Ecco quindi la nostra recensione di Hotel Transylvania 4, il nuovo capitolo della celebre serie di film d’animazione.
Hotel Transylvania 4, tra uomini e mostri
Hotel Transylvania 4 si ricollega agli eventi del terzo film (di cui potete trovare qui la nostra recensione) e torna a mostrarci le avventure del divertente gruppo di personaggi, soffermandosi su quelle del Conte Dracula, intento ad organizzare i festeggiamenti del 125° anniversario dell’Hotel Transylvania. Questi, tuttavia, vengono rapidamente “rovinati” dall’esuberante creatività di Johnny, il novello sposo di Mavis. Oltre ad essere un evento da ricordare per la storia dell’albergo, tuttavia, Dracula ha organizzato la festa per fare un importante annuncio ai suoi amici e alla sua famiglia. Dopo anni di duro lavoro, infatti, il vampiro ha deciso di andare in “pensione” e di lasciare la gestione dell’imponente struttura a sua figlia.
Sotto questo punto di vista l’incipit della trama ci fa fare un balzo indietro e ci riporta al primo film del celebre franchise. A distanza di anni, infatti, Dracula fa ancora molta fatica ad accettare la crescita della figlia e la sua scelta di passare la vita insieme a Johnny, che il vampiro continua a vedere come uno sbadato buono a nulla. Anche se queste problematiche sembravano essere state già esplorate e chiarite a fondo negli altri capitoli, le insicurezze di Dracula tornano a galla e si riversano, per l’ennesima volta, su Mavis e suo marito.
Sentendosi fuori luogo per la sua natura umana, Johnny decide di rivolgersi ad Abraham Van Helsing, che si offre volontario per trasformarlo in un mostro grazie alla sua ultima invenzione, il “Raggio Mostrificatore“. Dopo essersi tramutato in una bizzarra creatura verde, il ragazzo cerca Mavis per rivelarsi nella sua nuova forma ma viene ostacolato da Dracula che, per paura di scatenare l’ira di sua figlia, lo insegue in giro per l’hotel con lo scopo di riportarlo alla normalità.
Ma le cose peggiorano drasticamente quando, nel bel mezzo dell’inseguimento, Dracula finisce per trasformarsi accidentalmente in un essere umano e il misterioso cristallo del raggio viene pericolosamente incrinato. Intenzionato a tenere nascosta l’intera storia alla moglie e alla figlia, l’ormai ex-vampiro decide di partire al fianco di Johnny verso il Sud America dove, secondo un localizzatore creato da Van Helsing stesso, un altro potente diamante si nasconde all’interno di una caverna. Nel frattempo anche Frankenstein, Wayne, Griffin e Murray finiscono per diventare umani e, nonostante la volontà dei due di nascondere la loro partenza, Mavis ed Ericka li scoprono e decidono di aiutarli.
Cosa può andare storto?
La pellicola ci presenta una trama semplice e molto lineare, ampiamente anticipata dai numerosi trailer rilasciati da Sony Animation Pictures prima della distribuzione ufficiale del film. Come vi abbiamo già anticipato in precedenza all’interno di questa recensione, Hotel Transylvania 4 fa un grande balzo indietro per quanto riguarda la crescita narrativa dei personaggi che, ormai a dieci anni di differenza dal rilascio del primo capitolo, si trovano a vivere situazioni analoghe a quest’ultimo, anche se in un contesto decisamente differente. Questo suona quasi ridondante (e forse lo è) e la decisione di abbracciare alcune tematiche precedentemente smussate da molti altri prodotti d’intrattenimento non arricchisce sicuramente la visione.
Il primo Hotel Transylvania era riuscito a colpire il pubblico proprio grazie alla sua folle originalità, e in seguito i sequel (anche se sempre narrativamente inferiori rispetto al capostipite) erano riusciti a conservare in parte quella caratteristica peculiare. Quest’ultima pellicola sembra invece spostarsi in tutt’altra direzione, presentandoci comunque un prodotto godibile ed esteticamente molto curato, ma che si muove in maniera molto frettolosa, senza soffermarsi troppo sugli argomenti trattati. Il target, in questo caso, sembra farsi sempre più basso, e i pochi elementi interessanti vengono esplorati con troppa superficialità.
Questo quarto (ed ultimo) capitolo ha quindi il sapore di qualcosa di già ampiamente visto nei film d’animazione e nell’intrattenimento in generale, e non ci offre nessuna chiave di lettura nuova, fresca ed intelligente. L’intera trama scorre senza problemi, complice un ritmo ben gestito che riesce comunque a mantenere alta l’attenzione degli spettatori, ma quello che resta alla fine della visione è davvero poco, oltre a qualche sorriso. Il viaggio di Dracula e Johnny poteva essere una base di partenza ottima per una maggiore caratterizzazione dei personaggi ma si limita, in un certo senso, a offrirci qualche gag divertente, lasciandosi alle spalle molti elementi che vengono trattati con superficialità e diffidenza.
Ci troviamo quindi di fronte ad una pellicola che poteva osare molto di più. Non stiamo parlando di un film pessimo, questo è bene precisarlo, ma Hotel Transylvania 4 si limita ad essere una simpatica avventura da vivere con la famiglia per passare un pomeriggio in serenità e spensieratezza, soprattutto se accompagnati da bambini piccoli (che sono praticamente l’unico target di riferimento del film). Un’avventura molto dimenticabile che, purtroppo, non sembra essere in grado di concludere in maniera degna la saga creata da Tartakovskij.