Goodbye Volcano High – Recensione, è davvero così male?

Goodbye Volcano High è un'avventura narrativa che ha fatto parlare tanto, sia bene che male, vediamolo assieme in questa recensione!

Alessio Fuscà
Di Alessio Fuscà - Contributor Recensioni Lettura da 12 minuti
6.7
Goodbye Volcano High

Nonostante un’accoglienza tutto sommato buona da parte della critica per Goodbye Volcano High, videogioco narrativo per PS5 e PC, non si può nascondere come a una larga fetta di utenti questo titolo non sia proprio andato giù. Di solito non tiriamo in ballo l’opinione dell’utenza in una recensione ma in questo caso vogliamo dare, in “allegato”, anche una funzione da editoriale a quest’analisi. Un passo alla volta però, prima di tutto vediamo di cosa si tratta in questa recensione!

Tra malinconia e tematiche non banali

Quando si parla di un videogioco fortemente narrativo è difficile riuscire a fare un’analisi che non preveda spoiler al suo interno, perché bisogna “riuscire a far capire senza far capire davvero”, mettiamola così. Ovviamente di spoiler NON ce ne saranno per rispetto di chi non ne vuole, quindi se siete tra questi potete proseguire sereni nella lettura.

Partiamo con il dire che Goodbye Volcano High non è per tutti, non perché sia un titolo estremamente complesso e profondo nella sua narrazione (anzi): semplicemente, se siete un po’ troppo cresciuti, potrebbe non fare al caso vostro. Si tratta di una storia e di tematiche spiccatamente rivolte ai teenager, a chi vive quotidianamente quella fase di avvicinamento da mondo dei ragazzi a “mondo dei grandi”; per intenderci, quando il liceo sta per volgere al termine e si inizia a pensare al dopo, con tutte le luci e le ombre del caso. C’è chi è estremamente sicuro di cosa farà e confidente nel fatto che lo farà bene, chi invece ha dei sogni ma non sa come e se riuscirà a realizzarli e, infine, chi non ha la minima idea di cosa vuole fare dopo, e magari ha paura di non sciogliere nei tempi e nei modi giusti questi dubbi. I personaggi di Goodbye Volcano High sono un roster molto ben assortito da questo punto di vista, in quanto racchiudono bene o male tutte le categorie menzionate e le varie sfaccettature di esse.

Goodbye Volcano High

Il protagonista è Fang, e non usiamo il femminile perché si scopre molto velocemente che si tratta di una persona non binaria, tant’è che Fang non sarebbe nemmeno il suo nome iniziale, e una delle sottotrame è che sotto sotto ai genitori non è andata ancora giù del tutto questa cosa, in quanto la madre ancora lo chiama col nome iniziale. Vorremmo soffermarci giusto un altro pochino sulla questione perché abbiamo apprezzato, personalmente, come Fang non sia “il personaggio non binario” della storia, ma che l’esserlo è semplicemente parte di sé, ed è giusto che l’ identità di genere o l’orientamento sessuale non siano troppo rimarcati a livello di character design e che sia, anzi, normalizzato il fatto che non ci si rispecchi nel proprio genere di nascita. Fang è tantissime cose, e il suo personaggio funzionerebbe lo stesso anche se si identificasse in qualsiasi altro genere, ed è questo quello che conta.

Fang è la classica persona sognatrice, quel tipo di adolescente che ignora la strada sicura come il diventare un avvocato o un medico, e prova a realizzare il suo obiettivo, che nel caso di Fang è di diventare un cantante con la propria band: i Worm Drama. Fang però si scontrerà con gli ovvi ostacoli di un percorso di questo tipo e, cosa che spesso si sottovaluta quando si vuole coinvolgere qualcuno in un proprio sogno, che i suoi compagni di band non sono altrettanto convinti di voler fare quello da grandi, non prendono il progetto della band con lo stesso trasporto di Fang. A questo si aggiunge anche un imminente pericolo per tutti, ossia un meteorite che potrebbe scagliarsi sulla Terra da lì a breve. Non crediamo sia un caso che in un mondo composto da dinosauri umanoidi si sia scelto il meteorite come minaccia collettiva, il richiamo alla causa più accreditata dell’estinzione dei dinosauri è chiaro, e giocherà un ruolo nell’evolversi delle vicende. Se avete visto il film Don’t Look Up ritroverete qualcuna delle sue sfumature anche in Goodbye Volcano High.

La libertà di scelta

Non potendo andare oltre a livello narrativo, per evitare gli spoiler, passiamo alla questione più spinosa: la libertà di scelta. Il gioco ci tiene a precisare che le nostre scelte influiranno sui rapporti tra Fang e i personaggi a lei vicini, il che è vero, perché appare evidente verso il finale che alcune scene di dialogo saranno inaccessibili proprio per scarso sviluppo di questi rapporti. Non ci sono però finali multipli, il finale è solo uno, e non cambia a prescindere dalle scelte fatte. Potremmo quindi dire che cambia il come ci si arriva ma non sarebbe nemmeno troppo vero, perché le due scene finali rimangono invariate comunque se non per un dettaglio, abbastanza specifico, che dipende proprio dall’esito del rapporto con uno dei personaggi, ma si tratta di qualcosa di estetico e non concreto.

Goodbye Volcano High è quindi un’avventura narrativa molto più lineare di quello che potrebbe sembrare, nella quale le proprie scelte influenzano sì i rapporti che Fang ha con i personaggi, ma non scalfiscono significativamente le vicende. Parlando del gameplay, oltre allo scegliere le risposte nei dialoghi a scelta multipla, ci sono anche delle fasi da Rythm Game, relegate ad alcune sequenze specifiche relative a Fang e alla sua band quando si esibiscono o si esercitano. Praticamente bisogna coordinare il movimento della levette analogiche, principalmente la sinistra, e l’input sui tasti d’azione frontali (per intenderci quelli che su PlayStation sono Triangolo, Cerchio, Croce e Quadrato). Se giocate da PC vi consigliamo fortemente di usare un pad se possibile, dato che la levetta su tastiera viene sostituita dalle frecce direzionali e risultano relativamente più scomode. Il livello di difficoltà è bassissimo, addirittura sbagliare gli input con i tasti di azione non porta alcun malus, e per quanto sia sempre piacevole andare a tempo con questo tipo di gameplay (a patto che si apprezzi il genere), abbiamo sentito la mancanza di un vero livello di sfida, fosse stato anche solo un punteggio con soglie le quali, se superate, davano accesso magari a scene inedite o segrete.

Goodbye Volcano High

Un comparto tecnico troppo banale

Goodbye Volcano High sin dal primo momento è stato sommerso di critiche per il comparto tecnico, per la qualità dei disegni e per le animazioni. Non giriamoci troppo attorno, il livello è basso e non si può ricondurre tutto alla scelta stilistica, perché ci sono oggettivamente poche animazioni e sono quasi tutte con pochi fotogrammi, però il design dei personaggi non è realmente da buttare. Sarà che sono stati usati dei dinosauri umanizzati, e come scelta è molto particolare, però hanno una loro riconoscibilità e sono tutti molto ben differenziati, proprio perché estremamente caricaturali. Sono tante cose ma detto francamente se c’è una cosa che non sono, almeno secondo noi, è “brutti da vedere“. C’è una differenza tra un disegno senza infamia e senza lode e un disegno brutto, e questi non sono disegni visivamente brutti (che poi possano piacere o non piacere, è già un altro paio di maniche). Indifendibili però i disegni nelle scene con i personaggi in lontananza, in quei casi ci si imbatte effettivamente in un livello qualitativo molto basso.

Le canzoni sono secondo noi buone, anche in questo caso nulla che faccia strappare gli applausi, e tutto abbastanza nella media, ma le abbiamo trovate orecchiabili seppur non memorabili. Se vogliamo, le canzoni sono lo specchio dell’intero Goodbye Volcano High, ossia un gioco abbastanza medio, di quelli che prendi, li giochi, li archivi e passi al prossimo, senza nulla di davvero speciale, ma senza nemmeno caratteristiche da flop vero e proprio. La storia di per sé è un teen drama fatto e finito, abbastanza malinconico e con delle tematiche interessanti inserite nel modo e nella misura giusti, con personaggi non eccezionali, magari ma con le loro luci e ombre (chi più e chi meno).

Arriviamo quindi alla parentesi editoriale che avevamo preannunciato, che se vogliamo ricorda un po’ ciò che accadde ai tempi con Dragon Ball The Breakers: perché tutto questo accanimento? Nel caso di The Breakers l’accanimento fu della stampa, nel caso di Goodbye Volcano High è da parte di una fetta sostanziosa di utenti, e francamente ci sfugge il motivo. Si tratta di un gioco medio? Sì, lo è eccome. Ma quindi? Quando esattamente siamo arrivati al punto che possano esistere solo capolavori o  disastri? E di disastri ne abbiamo visti tanti negli anni, anche molto costosi sia per chi li ha fatti e per chi li ha comprati (qualcuno si ricorda Babylon’s Fall? Per dirne uno eh).

Goodbye Volcano High è un gioco poco più che sufficiente, probabilmente nemmeno in nemmeno quattro mesi non se ne parlerà più, ma ha quel briciolo di cuore, di idea alle spalle, che gli dà comunque un piccolo valore. Perché siamo scurissimi che a moltissimi adolescenti, neo maggiorenni o anche poco più che ventenni questo gioco possa piacere, perché è il loro mondo, e viene trattato con rispetto e sensibilità, al di là della qualità dei disegni non eccezionali e dei bug che fortunatamente sembrano esser stati debellati definitivamente a suon di patch.

Goodbye Volcano High in definitiva è sufficiente, e anche qualcosina di più, ma sicuramente non è un gioco orrendo.

Goodbye Volcano High
6.7
Voto 6.7
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Di Alessio Fuscà Contributor
Sono un game designer di professione ma videogiocatore incallito nel cuore. Tra le mie altre attività, oltre quella da redattore, c'è anche quella di player competitivo nel circuito torneistico ufficiale di Pokémon, la cui serie è stata una dei motivi per i quali ho iniziato a videogiocare quasi 20 anni fa.