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Generation Zero – Provata la nuova creatura targata Avalanche Studios

Quello di Generation Zero si è dimostrato essere un annuncio alquanto inaspettato che è stato rivelato a seguito di numerose indiscrezioni andate facendosi sempre più concrete di settimana in settimana. Dopo le tante voci di corridoio che vedano papabile il futuro arrivo di un nuovo progetto in casa Avalanche Studios – attualmente al lavoro anche su Just Cause 4 e Rage 2 -, il team ha infatti infine deciso di vuotare il sacco ufficializzando l’effettivo sviluppo di un nuovo e interessante adventure in prima persona dalle palpabili meccaniche survival che avrebbe gettato il giocatore nel cuore di un mondo ludico pieno zeppo d’inside pronte a portarlo all’altro mondo. Manca ancora parecchio all’uscita dell’opera, attualmente prevista per un generico 2019 su Playstation 4, Xbox One e PC, ma noi di Game Legends abbiamo avuto l’opportunità di provare con mano il tutto grazie a una closed beta recentemente conclusasi, che ci ha permesso di dare uno sguardo più ravvicinato a ciò che lo studio di sviluppo sembra essere intenzionato a concretizzare.

Fuga verso la salvezza

Nella beta da noi provata, la componente narrativa è stata ridotta all’osso e riassunta in un breve testo scritto pensato specificatamente per darci un’idea generale del contesto in cui ci troveremo. Dopo essere partiti per una gita in campeggio insieme a un gruppo d’amici su un’isola deserta, ogni forma di comunicazione con il resto del mondo viene improvvisamente interrotta. Impossibilitati a contattare chiunque, indipendentemente che si parli di un familiare o delle forze di polizia, decidiamo così di tornare a casa in fretta e furia per assicurarci che non sia successo nulla di grave. Quando però il viaggio in barca che stiamo compiendo sembra essere giunto al termine, dalle coste adiacenti un missile colpisce in pieno la nostra imbarcazione, catapultandoci in acqua e facendoci perdere i sensi. Una volta risvegliatici su una non meglio precisata spiaggia, miracolosamente indenni nonostante la forza dirompente dell’esplosione che ci ha investito, decideremo quindi di metterci in cammino per cercare di capire cosa stia accadendo. Sotto un ambito puramente narrativo, la prova che abbiamo potuto effettuare non ci ha offerto nulla di più che questo, una premessa che potesse fungere da apripista per le vicende che andremo vivendo in-game. Di tanto in tanto, esplorando per bene la mappa di gioco, potremo incappare in note scritte o registrazioni audio utili per darci un quadro più chiaro della situazione, ma molti elementi della sceneggiatura sono stati lasciati volutamente in sospeso, probabilmente per essere ripresi ed espansi quando il titolo uscirà nei negozi.

generation zero

Dopo un breve tutorial che ci aiuterà a capire meglio come sopravvivere alle minacce che andranno presentandosi nel corso del nostro viaggio, Generation Zero ci aprirà un sistema di missioni prevalentemente basato su quelle che potremmo definire come delle “indagini”. Ogni qualvolta che troveremo oggetti o indizi utili, attiveremo delle nuove quest da poter affrontare nell’ordine che preferiremo, le quali ci chiederanno d’esplorare zone più o meno limitrofe per individuare i nostri obiettivi. Salvo le poche informazioni che ci verranno date all’inizio di ogni missione, infatti, il gioco non ci indicherà mai alcuna direzione da dover seguire. Dimenticatevi quindi di ritrovarvi segnalini sparsi su tutta la mappa che possano mostrare chiaramente il prossimo obiettivo, e preparatevi piuttosto a esplorare ogni singola casa e struttura da cima a fondo nella speranza d’individuare indizi utili per orientarsi. La facilità con cui potreste perdervi per strada qualche indicazione di vitale importanza – come una lettera, un cartello o un messaggio telefonico lasciato in segreteria – porta velocemente a un certo senso di frustrazione, lì dove non di rado capiterà di esplorare grandi porzioni di mappa in lungo e in largo senza però trovare nulla di realmente importante. Peggio ancora, le generose dimensioni del mondo di gioco rendono alquanto tedioso lo spostamento a piedi da un luogo all’altro, con scarpinate capaci di portarvi via anche numerosi minuti senza che però accada assolutamente nulla. Sia chiaro, i ragazzi di Avalanche Studios hanno saputo proporre un mondo ludico indubbiamente affascinante e dall’azzeccata atmosfera, ma allo stato attuale basta davvero poco per notare la generale piattezza che contraddistingue ogni scenario esplorabile.

Macchine di morte

Come detto poco sopra, ludicamente parlando Generation Zero si configura come un adventure in prima persona con alcuni elementi spiccatamente survival pensati per ampliare le meccaniche di gioco. All’inizio della propria partita potremo decidere se giocare in solitaria o se unirci a un qualche altro giocatore, feature attualmente appena abbozzata che però non fatichiamo a credere diverrà un elemento portante dell’intero progetto nella release finale. Una volta in-game, sarà nostro compito esplorare ogni zona circostante per raccogliere risorse utili alla sopravvivenza. Case, macchine abbandonate e mezzi militari saranno il luogo perfetto in cui trovare armi, munizioni, medikit e molto altro ancora. Seppur non siano presenti indicatori per la fame e la sete, il loot rappresenta una colonna portante dell’intera avventura che però fa attualmente a pugni con un’interfaccia assai grezza e ben poco “user friendly”, carattere che rende assai ostico l’utilizzo di oggetti non equipaggiati nel pieno di uno scontro. Dopo pochi minuti diverrà infatti chiaro che l’enorme isola apparentemente abbandonata in cui siamo finiti è in realtà popolata da pericolose macchine da combattimento simili a segugi metallici che, una volta individuatici, non si faranno scrupoli a spararci contro. Quelli che abbiamo potuto affrontare si sono rivelati essere temibili avversari robotici che, grazie alla loro elevata velocità, sapranno mettere in seria difficoltà anche il giocatore più capace, soprattutto quando vi assaliranno in gruppo.

Per affrontare queste violente creature, avremo a nostra disposizione tutta una serie di bocche da fuoco che variano da pistole a fucili a pompa, per poi giungere a mitragliatrici e granate. Ogni arma potrà essere migliorata con specifiche modifiche sparse per la mappa e, di tanto in tanto, troverete oggetti della vita quotidiana da poter utilizzare a vostro favore in combattimento, come delle piccole radio che una volta lanciate manderanno in confusione i nemici adiacenti. Il titolo non manca poi di presentare anche un suo sistema a livelli con un vero e proprio alberò delle abilità, lì dove ogni azione portata a compimento con successo vi garantirà punti esperienza utili per migliorare il proprio alter-ego digitale sotto quattro specifici campi, ovvero sopravvivenza, tecnologia, supporto e combattimento. Da un punto di vista spiccatamente tecnico, Generation Zero poggia le sue basi sull’Apex Engine, il quale ci ha presentato un titolo attualmente caratterizzato da alti e bassi. Il mondo di gioco in cui potremo muoverci offre infatti un colpo d’occhio invidiabile che regala scorci assai piacevoli, il tutto enfatizzato da un ottimo sistema d’illuminazione e da un ciclo giorno/notte che va affiancandosi a effetti atmosferici assai realistici, indipendentemente che si parli di nebbia, forti venti o pioggia battente. Di contro, a una conta poligonale di strutture e vegetazione convincente fanno seguito arredamenti interni sempre molti simili e poco caratteristici e un design delle creature robotiche avversarie intrigante ma penalizzato da una varietà generale estremamente limitata. Molto lavoro dovrà poi essere posto nei confronti dell’ottimizzazione, visto e considerato che su un PC caratterizzato da una GTX 970, 16GB di Ram e un i7 4790k, abbiamo avuto numerosi e costanti problemi di fluidità, lì dove i 60FPS sono stati solo un lontano miraggio. Chiude infine il tutto una colonna sonora sostanzialmente assente in favore di quella che è una vera e propria “musica naturale”. Il rumore delle foglie, il vento che fischia, i pesanti passi che calpestano il terreno, questo è l’accompagnamento che avrete nel mentre che starete cercando un modo per sopravvivere, un lavoro ben riuscito e che riesce a immergere ancor di più il giocatore nel lussureggiante universo ludico creato dal team.

Luca Di Carlo
Cresciuto a suon di videogiochi, cartoni animati e fumetti, ho potuto godere di un infanzia interamente basata sulla creazione del nerd per antonomasia, sempre intento ad affrontare sane partite videoludiche e alla costante ricerca di tutto il comprabile da poter mettere in bella vista su qualche mensola. Essendo poi anche un grande casanova, ho scoperto il mio primo vero amore dopo aver attaccato la spina della mia Playstation 1, ma non preoccupatevi Microsoft e Nintendo, nel mio cuore vi è spazio anche per voi.

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