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Epic Loon – Recensione del platform più fuori di testa di sempre

Difficilmente parlo in prima persona nelle recensioni, ed è ancora più difficile che io lo faccia senza seguire degli schemi prefissati già nella mia mente. Questo perché il titolo che mi sono trovato di fronte è qualcosa di totalmente schizzato per quanto riguarda i contenuti. Essendo un platform game molto atipico, Epic Loon trova però una logica schiacciante nella sua follia intrinseca, abbattendo come un bulldozer i canoni più convenzionali del videogioco moderno. Questo prodotto potrebbe sembrare senza capo né coda, caotico nel suo essere prodotto con decine di influenze diverse. Eppure il lavoro del team francese di Macrales Studio ha tramutato la propria follia in genialità, con il supporto di Ukuza, Shibuya Productions, CNC (Centre Nationale du Cinéma et de le Imagine Animée), e Pictanovo. La linea tra questi due mondi è davvero così sottile? Che la risposta sia si o no, Epic Loon con questa linea ci ha fatto quello che vuole!

My Name is Joey

Tramutare un primo traumatico avvio in qualcosa di totalmente sconvolgente solo con la traccia musicale è qualcosa che nel mondo del videogioco moderno mi è capitato di rado, e non sapevo quanto a fondo mi avrebbe trascinato questa buca nelle ore successive. Apprenderemo del pretesto del gioco da un breve video iniziale, dove il caro cinefilo Joe si troverà in una situazione decisamente fuori dagli schemi: durante la visione di un ottimo film, il suo TV con lettore VHS inizia a mostrare dei malfunzionamenti, che lo spingeranno a recarsi dal suo negoziante cinese di fiducia per acquistare un VHS in grado di risolvere il problema. Che sia per aver letto male le istruzioni, o non per aver eseguito bene i passaggi, il suo apparecchio verrà letteralmente invaso da alieni mollicci che infestano e rovinano ogni singolo film. Il nostro Joe però è duro da vincere, e cercherà di debellare questa minaccia utilizzando quattro “film mortali” nei quali questi alieni restino uccisi. Purtroppo il corpulento nerd non ha fatto i conti con noi… già, noi siamo gli alieni! Partirà così la nostra avventura platform, che potremo giocare da uno a quattro giocatori (con i giocatori non umani controllati da una IA abbastanza sempliciotta) in multiplayer locale. Ma quali sono i film pieni di orrore e sangue che Joe ci scaglierà contro? Sono ovviamente pellicole famosissime, ma che per chiari motivi di copyright, saranno denominati in modi fantasiosamente diversi: Nosferacula, Jurassic Land, Alien (scritto in un modo particolare) e Grojira (un Godzilla rinominato). Sono ancora alla punta dell’iceberg. Ad assisterci nei caricamenti e ad arbitrarci nella esplosiva modalità battaglia, ci sarà niente meno che un clown molto particolare… che non faticherete certo a collegare a IT.

Blockbuster

Come potete vedere dalle foto proposte, l’atmosfera che Epic Loon crea è un tripudio di ironia, battute, ed esagerazioni varie, con tanto di parti nel menù create solamente per far ridere. Una delle feature legate a questa forte componente umoristica è già la lingua stessa del gioco: esso è disponibile con testi ed audio completamente in inglese, ma con la possibilità di attivare la lingua madre nei testi (il francese) e il “doppiaggio low cost” degli sviluppatori, sempre nella stessa lingua. Dulcis in fundo, non per importanza, i testi di Epic Loon sono selezionabili anche interamente in Klingon. No, non è uno scherzo. E così via, già queste interfacce sono piene di “kili e kili” di materiale assolutamente trash, come foto degli sviluppatori e della band in situazioni particolari (immagini “di un’altra dimensione” interferiranno anche durante i film, tra un atto e l’altro), ma anche consigli di un certo tipo durante i caricamenti, o sempre durante questi delle citazioni di film (chi non coglie quella di Tenacious D e il Plettro del Destino, è una brutta persona ndr.). Anche Joe avrà la sua buona dose di spettacolo, alternando momenti di sicurezza sfrenata nel vederci spiaccicati, ad altri di tristezza o rabbia nei momenti che ci vedranno vittoriosi e avremo rovinato il finale di uno dei suoi film. Ma in che modo?

Black and White

Saltando da scena a scena tramite dei portali. Passando al vivo dell’azione, il nostro compito sarà guidare questi viscidi alieni (di cui potremo anche cambiare le skin, ottenibili completando i VHS) da una scena all’altra dei pericolosi film, completando tre atti e distruggendo il finale di essi. Joe non ce lo perdonerà mai. La questione sarà ben più complicata di come sembra. I nostri alieni avranno due tipi di forme: solida, con la possibilità di compiere piccolissimi salti, magari per spostarsi di poco; e “melmosa”, che ci permetterà di appiccicarci su quasi qualsiasi tipo di superficie, e di compiere balzi in grado di coprire distanze notevolmente più grandi. Il gioco si fa difficile perché per poter scegliere la direzione del salto, dovremo premere al momento giusto il tasto dedicato (potrete personalizzare i tasti di tutti e/o utilizzare i controller) catapultandoci in un punto diverso. Per capire dove saremo diretti, dovremo tenere d’occhio l’occhio dell’alieno, che dondolerà di qua e di là ad un ritmo regolare. Sfruttando queste abilità, arriveremo ad oltrepassare i vari portali citati ad oltranza, fino alla fine dell’atto. Il gioco salva automaticamente i progressi, ma solo alla fine di ogni atto.

Tutto semplice, solo in apparenza: gli scenari sono ben ostici, e saranno disseminati di oggetti e ambienti pronti a farci ripartire dal punto di partenza. Gli scenari saranno quasi interamente in bianco e nero, dove le zone rosse ci uccideranno all’istante con un solo tocco, mentre alcuni oggetti possono essere spostati e sfruttati a nostro vantaggio (o magari dovremo inesorabilmente evitarli) ed altre zone ancora che ci faranno rimbalzare. Se si cade nel vuoto o in zone non proprio “dello scenario”? Sapete già cosa succederà.

Uno dei pregi e difetti di tutte le meccaniche descritte, è che molto spesso il risultato dello scenario è aleatorio, con una buona dose di fortuna a fare da giudice. Il difetto più grande? Finisce troppo presto.

E Joe? starà solamente a guardare? Neanche per idea! La sua amata collezione è in pericolo! Preparatevi quindi a delle sortite dell’energumeno dai capelli unti nelle quali farà avanzare il tempo in fast-forward non appena uno degli alieni varcherà il portale. L’esperienza in story mode consiste nel giocare e completare l’uno dopo l’altro tutti e quattro i VHS, con la possibilità di giocarlo tutte le volte che si vuole (fidatevi l’esperienza in multiplayer cambia totalmente ndr.) e sbloccando anche come premio il “VHS segreto di Joe”, utilizzabile solamente nella modalità battaglia. Beh, non sarò certo io a dirvi cosa c’è in quella cassetta. E non è Samara. I più temerari inoltre potranno anche cimentare le loro abilità nella modalità Hardcore, solamente per forti di cuore e resistenti alle proprie imprecazioni. Tornando alla Battle Mode, essa vi permetterà di scontrarvi coi propri amici in scenari casuali presi dal VHS scelto, con un vero e proprio sistema a punti in classifica! Imparare la risoluzione dei puzzle a memoria ed essere i più abili però, per i motivi ampiamente descritti, potrebbero non essere abbastanza per vincere lo scontro. Uomo avvisato…

La Band Amata dai Gatti

Non chiedetemi perché, ma è così che sono definiti in tutte le loro comparse all’interno di Epic Loon. Dedico un paragrafo speciale ai Pryapisme, talmente presenti all’interno del gioco che ne sono parte integrante. Questi ragazzi, (che hanno proprio come simbolo un gatto, e con una croce rovesciata sulla testa…) hanno composto interamente la colonna sonora del titolo di Macrales Studio, pompando all’interno delle nostre casse un sound metal aggressivo al punto giusto, mixandosi con sonorità gaming estreme e richiamanti i vecchi anni 80′. Posso dire senza peli sulla lingua che il loro supporto nel gioco è a dir poco fondamentale. Anche il lavoro sui volumi, quando tenerli al massimo e quando oscurarli, è stato curato dal team al millesimo, e possiamo dire che quella tra le due realtà è stata una collaborazione vincente!

Ah, Non è una Rivista?

Per chiudere il cerchio torniamo ad una delle cose che in genere si va a notare per prima: l’aspetto grafico: Epic Loon è un titolo fuori di testa, schizzato. Anche se negli scenari la scelta e la cura dei colori è molto regolare, l’alternanza di scene molto oscure con alcune dove i colori diventano vivi e fondamentali è perfetta, proponendo scorci che sembrano creati a matita, per poi sorprenderci con alcuni fondali di tutt’altro stampo. Discorso totalmente diverso per i video e per il menù, dove prendono parte location e persone vere, ma con effetti e colori “invecchiati” per riprodurre il classico opaco dei bei tempi andati. Da apprezzare e notare c’è anche la cura di come anche i “falsi” poster dedicati alle cassette di Joe appesi nella stanza (ma che vanno ad onorare anche altri film di fantascienza, horror e così via) siano stati riprodotti per girare le scene, e in modo del tutto credibile.

Epic Loon

9.1

Se c'è un difetto grande in Epic Loon, è quello che si esaurisca troppo in fretta. Questo inficia solo in parte nel lavoro generale di Macrales Studio, dato che i puzzle sono interamente rigiocabili con gli amici, e le sfide che ne scaturiscono sono sempre diverse. Non è neanche escluso che col tempo il gioco si arricchisca di nuovi contenuti! Tolto dalla scarpa il sasso, posso definirmi estremamente soddisfatto da Epic Loon. Un'esperienza comica e divertentissima, risolvendo puzzle utilizzando ingegno e fortuna. La colonna sonora che accompagna il tutto fomenta a livelli estremi il giocatore, che ne sia amante o meno, mischiandosi con le sensazioni di puro appagamento ad ogni puzzle risolto.

Gianluigi Crescenzi
Classe 90, invecchia bene tanto quanto il vino, anche se preferisce un buon Whisky. Ama l'introspezione, l'interpretazione e l'investigazione, e a volte tende a scavare molto più del necessario. Inguaribile romantico, amante della musica e cantante in erba, si destreggia tra hack n'slash, soulslike, punta e clicca e... praticamente qualsiasi altro tipo di gioco.

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