Sono passate alcune settimane da quando abbiamo messo le mani per la prima volta su Elden Ring Nightreign, con una prova online del gioco che era ancora nella sua piena fase di gestazione. Tuttavia le nostre prime impressioni non ci fecero gridare al miracolo, anzi, i dubbi che erano emersi pad alla mano erano parecchi. Negli ultimi giorni però abbiamo solcato queste nuove terre in via definitiva, vivendo l’esperienza più nel profondo, e saggiando i vari pregi e difetti dell’ultima opera di FromSoftware pubblicata da Bandai Namco. Ecco la nostra recensione di Elden Ring Nightreign, per chi avrà il coraggio di affrontare una sfida degna di questo nome.
La chiamata dei Crepuscolari
I soulslike di FromSoftware, fin dagli albori, hanno sempre avuto al loro interno delle feature legate al multigiocatore, feature che pian piano di sono arricchite con i vari giochi, fino ad arrivare ad Elden Ring. Forte delle sue mappe aperte, Il capolavoro dello studio nipponico è stato sfruttato alla grande per esplorare gigantesche porzioni in compagnia dei propri amici, vivendo un tipo d’esperienza che fino a quel momento non era stata mai veramente sfruttata. Con Elden Ring Nightreign però si è voluto passare al livello successivo, prendendo in mano pro e contro del sistema di gioco, e tirando fuori un’esperienza che risultasse incentrata proprio sul multiplayer e sulla collaborazione.
Nightreign è a metà tra un’esperienza hardcore e un’esperimento, che si è posto l’ardua missione di fondere le complesse meccaniche GDR di Elden Ring a un concetto di multiplayer fin ora estraneo. La formula PvE a squadre che fonde crescita di livello, ruoli in battaglia e abbattimento di boss, va ad unirsi a delle mappe che man mano si restringono in pieno stile battle royale, in una frenetica corsa che porta verso la battaglia finale contro il Signore della Notte. Nonostante questo sia il core principale del gioco, è comunque possibile giocare in single player, sia online che offline. Procediamo però per gradi, perché la notte è lunga e piena di terrori.
La Notte che tutto inghiotte
Il pretesto narrativo di Nightreign parte da dopo la Disgregazione, la catastrofica guerra che scosse l’Interregno e distrusse ogni barlume d’ordine fino a quel momento presente. In un momento non meglio precisato dopo di essa, l’oscurità nata da questo ha cominciato ad accumularsi, fino a creare delle terribili piogge in grado di distruggere qualsiasi cosa, deturpando qualsiasi cosa presente nel reame dorato.
Non si sa bene in che modo, ma il caso e il destino finiscono per unire un gruppo di guerrieri, chiamati i Crepuscolari. Vengono da età diverse, come sono differenti ance i loro scopi e le loro estrazioni. Tuttavia, ad accomunarli c’è l’intento di sfidare la Notte Eterna, con l’obiettivo di sconfiggere la causa scatenante. Per farlo, sono pronti a sacrificare qualsiasi cosa, anche la loro vita. Saranno proprio loro che i giocatori impersoneranno, imbastendo strategie, combinazioni di poteri, e ovviamente cercando di potenziarsi al meglio prima dell’inesorabile resa dei conti.
Il punto di ritrovo dei Crepuscolari è una versione alternativa della Tavola Rotonda, ben diversa da quella che conosciamo. Si tratta di una sorta di HUB dove prepararsi alle spedizioni, ma dove però non incontreremo fisicamente altri giocatori. Nella Tavola Rotonda avremo davvero parecchio a nostra disposizione, sia per allenarci, sia per altro, compreso vivere alcune fasi di storia.
Prepararsi al peggio…
Le attività che possiamo intraprendere nell’HUB sono molteplici. In primis, avviare le Spedizioni: questa è la modalità principale di Nghtreign, dove i giocatori in squadre da 3 Crepuscolari arriveranno sulla mappa di gioco per potenziarsi, sopravvivere alle prime due notti, per poi arrivare al terzo giorno e sconfiggere l’obiettivo designato. Prima di partire però, è possibile provare le varie abilità dei personaggi tramite il campo di allenamento, o anche equipaggiare delle reliquie tramite gli appositi riti (fanno parte della “progressione permanente” nel gioco), per avere già potenziate alcune caratteristiche dall’inizio della run.
Ci sono poi altri posti utili, come il codex che racchiude dati dei personaggi e progressi, il guardaroba dove – dopo qualche run – potremo sbloccare degli aspetti diversi dei nostri eroi, il bazar del piccolo vaso (dove acquistare gemme, pose, o altri calici per i riti delle reliquie), una sala d’attesa per far passare il tempo, ma soprattutto il diario: questo è quello che, man mano che giochiamo, sbloccherà le parti di storia individuali di ogni Crepuscolare, che saranno sia interessanti da portare avanti, sia rivelatrici per altri versi. Ps: Le skin alternative sono fantastiche esteticamente, con un paio che strizzano fortemente l’occhio a Bloodborne.
Queste sono fasi che, oltre a sconfiggere le varie creature della notte, porteranno avanti la narrazione di Nightreign, cosa che abbiamo gradito davvero molto, perché propone sia dei piccoli obbiettivi all’interno della partita più grande, sia perché scansa ancora di più dal gioco la fastidiosa etichetta di “titolo online nudo e crudo”.
…Uniti dalla sorte
Definire i personaggi di Nightreign delle “classi” sarebbe sbagliato, perché effettivamente potrete giocare sfruttando diverse build e diverse strategie in base alle loro caratteristiche. Sono tutti diversi, ognuno con dei punti di forza specifici, e soprattutto con delle abilità uniche, che possono determinarsi strategicamente indispensabili in battaglia. I personaggi disponibili all’inizio saranno 6, mentre gli ultimi 2 li sbloccherete dopo poche ore di gioco, rispettando un paio di semplici condizioni.
Il Selvaggio ad esempio può sfruttare un rampino in diversi modi, oltre alla sua ottima forza fisica, mentre il Guardiano ha una grande vitalità e può risultare cruciale per rianimare gli alleati grazie alla sua abilità finale. Ci sono anche delle classi basate sulla distanza, divertenti da usare e strategicamente fondamentali, come l’arciere Occhio di Ferro e la maga Reclusa, ma soprattutto ci sono delle classi che escono un po’ fuori dai canoni più classici, come il Giustiziere, una sorta di samurai in grado di trasformarsi in una belva, o la Rediviva, in grado di evocare dalla sua parte degli spettri. Se vi piace giocare con la forza bruta aiutando anche i compagni, il Predone fa al caso vostro, mentre se prediligete agilità, mobilità e intelligenza, non potete non utilizzare Duchessa. Quali sono le motivazioni che li spingono? Ve lo lasceremo scoprire da soli, durante le vostre spedizioni all’interno delle varie mappe di gioco.
Togliendo subito le castagne dal fuoco, sappiate che Nightreign è molto impegnativo, la rapidità sarà fondamentale, così come la conoscenza delle mappe. Sarà però altrettanto importante avere un team affiatato dalla propria parte, con le idee chiare, e che sappia cosa fare nelle varie situazioni. Scegliere bene il team, coi suoi punti di forza e le proprie strategie, è quindi una delle chiavi fondamentali per la vittoria.
Caccia e resistenza
Arriviamo finalmente al cuore pulsante di Nightreign: le Spedizioni. Una volta che la squadra sarà pronta i giocatori sceglieranno la Creatura della Notte da affrontare, e poi saranno inviati nella zona designata. Non è presente una sola mappa dove si svolgerà la spedizione, ce ne sono quattro diverse, che cambieranno a seconda della preda che sceglierete di affrontare. Nonostante la disposizione e alcuni luoghi siano unici, ci sono molti luoghi chiave che si ripetono in tutte e quattro le mappe, che sarà importante imparare a riconoscere.
Dal momento che i Crepuscolari atterreranno, inizieranno la loro folle corsa: uccideranno nemici, ma soprattutto boss, per salire di livello, cercheranno armamenti sempre più potenti (e che siano adatti alla debolezza della preda finale, qualora riescano a raggiungerla), guadagneranno utilizzi ulteriori delle cure dagli altari delle chiese, e potranno sfruttare i mercanti o le incudini da lavoro per acquistare o potenziare armi e oggetti.
La morfologia delle mappe però nasconde anche altre sorprese, come mini dungeon, punti dove richiamare dei falchi eterei per spostarsi velocemente da una parte all’altra della mappa, o delle postazioni di salto per balzare verso l’alto e superare muri di roccia altrimenti invalicabili. Tutto nelle mappe delle Spedizioni è creato per farvi crescere, e allo stesso tempo vi viene data qualche spintarella per farlo velocemente. Ma il resto, sta tutto a voi.
Una delle cose che di certo è più complicato – ma FONDAMENTALE e chiave della vittoria finale – è imparare a riconoscere i punti della mappa più utili e vicini da raggiungere, ottimizzare il tempo e crescere di livello il più possibile (e non solo) prima dell’arrivo della terza notte. Non neghiamo che la curva di apprendimento è molto ripida, e spesso starà ad un singolo giocatore più esperto occuparsi di tenere d’occhio la mappa e pingare alla squadra dove recarsi. Nonostante possa sulle prime sembrare scomodo, la soluzione trovata da FromSoftware per avere una mappa rapida a schermo da consultare e dove pingare è abbastanza funzionale, ma come detto, la fretta sarà inevitabile, perché la zona libera dalla pioggia si chiuderà periodicamente, e porterà via ai Crepuscolari ogni stilla vitale. Chiaramente il consiglio principale è di giocare in chat vocale, per coordinarsi al meglio, oltre ai ping.
Una sfida ardua
Passando all’azione, vorremo specificare che anche pad alla mano il feeling che i giocatori avranno sarà abbastanza diverso da quello di Elden Ring: come abbiamo già spiegato, gli sviluppatori hanno ottimizzato il tutto per favorire un’esplorazione rapida, quindi i giocatori di Nightreign dovranno prendere dimestichezza anche la nuova velocità di corsa, i salti sulle pareti, e molte altre feature che fanno guadagnare secondi preziosi. Salire di livello sarà velocissimo con un paio di click ai punti di grazia, ma morire senza essere rianimati in tempo vi farà perdere un livello.
Bisogna però dire però, che anche la sfida totale è molto più ardua del previsto. Durante l’esplorazione, dato che è libera, in molti casi si può in cappare in boss o zone di una potenza eccessiva per essere affrontati subito, o comunque che richiederebbe troppo tempo per essere affrontati. Solo chi conosce le mappe, i possibili drop a menadito, e hanno un’abilità più che ottima, possono essere in grado di superare alcune delle sfide.
Detto questo, al momento della nostra stesura, ci sentiamo di dire che l’asticella della difficoltà generale punta molto verso l’alto, soprattutto per alcuni evidenti problemi di bilanciamento, non tanto sui personaggi, quanto più sulle sfide proposte e sul tipo di loot ottenibile in giro per la mappa o droppati dai boss. Diciamo che un giocatore medio, procedendo a una velocità sostenuta (attenzione, non velocità folle”) potrebbe arrivare al boss finale della spedizione con un personaggio al livello 11. Per affrontare la sfida in modo degno, fair, servirebbero almeno due livelli in più. Sembra una piccolezza, ma è invece una differenza molto importante. Se ci mettiamo di mezzo anche che non sempre si trovano armi adatte al boss finale, o magari adatte al proprio personaggio, ecco che i 45 minuti di run vengono sprecati.
Questo perché – giustamente – le Creature della Notte sono molto, ma molto più pericolose dei normali boss che si trovano in giro per la mappa, e anche solo due livelli in meno potrebbe significare essere surclassati. Possiamo confermare che una run portata avanti benino, e non bene, vi farà avere serie difficoltà (o vi vedrà soccombere) già al boss finale del giorno 2. Se amate le esperienze hardcore, ora come ora Nightreign sarà il vostro guilty pleasure.
Sicuramente la difficoltà del gioco è stata basata sui playtest fatti internamente, con giocatori estremamente esperti, non ché conoscitori di tutte le feature, dei possibili drop e delle mappe. Tuttavia, riportando la questione a una cosa più umana, probabilmente dopo il lancio verrà aggiustato il tiro e verranno rigestite determinate cose.
Resta il fatto che Nightreign è un gioco divertente, e la frenesia nel completare gli obiettivi in poco tempo, gestire e pianificare il tutto mentre si crea una build con quello che la sorte ci da, è a dir poco appagante. Con molte run sul groppone, probabilmente anche il Signore della Notte finale non avrà scampo di fronte alla potenza che avrete accumulato. Conditio sine qua non: una squadra di tre giocatori veloce, che sappia cooperare e pianificare.
Sul piano tecnico e artistico c’è poco da dire: a parte il rimaneggiamento di alcuni fattori, già citati, praticamente tutti gli asset utilizzati sono quelli di Elden Ring, e la sensazione di riciclo e deja-vu è un po’ troppo presente, specialmente anche perché le varie zone della mappa, quando vengono riproposte, ci mettono di fronte sempre lo stesso ventaglio di nemici e mini boss. Peccato per alcuni vistosi cali di frame rate in alcune fasi dell’esplorazione (abbiamo testato il gioco su PS5), cosa che in un paio di casi ci ha fatto subire qualche colpo in più. La musica non delude, e la narrazione cattura il giusto (anche più di quanto ci aspettavamo da un titolo di questo stampo) e ci farà empatizzare un po’ di più coi protagonisti.