Days Gone Remastered Recensione: un ritorno discreto del viaggio di Deacon

La nuova edizione di Days Gone arriva su PS5 con pochi miglioramenti e alcuni nuovi contenuti. Ecco la nostra recensione della remastered!

Simone Lelli
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Simone Lelli
Editor in Chief
Amante dei videogiochi, non si fa però sfuggire cinema e serie tv, fumetti e tutto ciò che riguarda la cultura pop e nerd. Collezionista con seri...
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Recensioni
Lettura da 7 minuti
7.5 Buono
Days Gone Remastered

Negli ultimi anni, il panorama videoludico si è arricchito di numerose riedizioni di titoli della generazione precedente, molte delle quali hanno suscitato discussioni tra gli appassionati per l’effettiva necessità di simili operazioni. In questo contesto si inserisce Days Gone Remastered, nuova versione del titolo targato Bend Studio, che mira a riproporre le avventure di Deacon St. John sulle console di ultima generazione. Tuttavia, l’approccio scelto per questa remastered, più che innovare, si limita a rifinire alcuni aspetti dell’opera originale senza apportare cambiamenti sostanziali.

Due anni, ma sembrano molti di più

Ambientato due anni dopo un’epidemia che ha trasformato gran parte della popolazione in creature fameliche chiamati Furiosi, Days Gone narra la lotta quotidiana di Deacon per la sopravvivenza. Ex membro di una gang di motociclisti, il protagonista deve affrontare un mondo devastato, fatto di città abbandonate, fitte foreste e strade insidiose. La narrativa si sviluppa attraverso un viaggio personale che intreccia il desiderio di redenzione con la necessità di proteggere ciò che resta dei legami umani.

Fin dall’inizio, il gioco propone un classico modello di open world, suddividendo l’esperienza tra missioni principali, incarichi secondari, attività opzionali ed esplorazione libera (almeno finché non viene “sbloccata” la zona successiva). L’approccio, pur ben strutturato, tende a ricalcare formule già ampiamente consolidate nel genere, senza particolari slanci di originalità. Tuttavia, è nella caratterizzazione dell’ambientazione e nella gestione del ritmo narrativo che Days Gone riesce ancora a distinguersi, costruendo un mondo credibile e oppressivo che coinvolge il giocatore nella lotta quotidiana per la sopravvivenza.

Dal punto di vista delle meccaniche, il gameplay rimane sostanzialmente invariato rispetto alla versione originale. Il combattimento si articola tra armi primarie, secondarie e speciali, consentendo un approccio variegato agli scontri. L’aggiunta di strumenti artigianali come molotov, bombe e trappole, gestiti tramite un menu radiale intuitivo, offre diverse possibilità tattiche. Allo stesso modo, il sistema di creazione degli oggetti spinge all’esplorazione, rendendo ogni materiale raccolto fondamentale per la sopravvivenza.

La moto, autentico simbolo dell’identità di Deacon, riveste un ruolo ancora più centrale nell’economia del gioco. Non solo rappresenta il principale mezzo di spostamento, ma richiede una gestione attenta del carburante e della manutenzione. Incidenti e scontri con i nemici riducono la durabilità del veicolo, obbligando il giocatore a cercare risorse come benzina e rottami per proseguire. La possibilità di migliorare e personalizzare la moto aggiunge ulteriore profondità, incentivando l’interazione con gli accampamenti sparsi nel mondo di gioco.

Gli accampamenti stessi fungono da hub per missioni, acquisti e aggiornamenti, rappresentando luoghi sicuri in un ambiente altrimenti ostile. Ogni accampamento possiede peculiarità uniche: alcuni privilegiano le armi, altri le migliorie per la moto. La fiducia conquistata con le fazioni interne sblocca progressivamente nuovi vantaggi, stimolando una dinamica di crescita che integra bene le componenti narrative e ludiche.

Nonostante l’ampiezza e la varietà del mondo di gioco, Days Gone non riesce a evitare una certa ripetitività nelle missioni secondarie. Inseguimenti, raccolta di oggetti specifici e liberazione di aree infestate tendono a riproporsi con schemi poco variati, rallentando il ritmo e smorzando l’impatto emotivo della narrazione. A fronte di ciò, il gioco raggiunge comunque punte di eccellenza nei momenti in cui si affrontano le orde di Furiosi, sequenze che trasmettono una tensione autentica e che, ancora oggi, si distinguono come uno degli aspetti più riusciti dell’intera produzione.

Una remastered conservativa, con poche migliorie tecniche

Dal punto di vista grafico, Days Gone Remastered propone migliorie visive limitate. Le texture risultano più nitide, la fluidità generale beneficia delle capacità hardware di PlayStation 5, e i caricamenti sono stati ottimizzati, riducendo sensibilmente i tempi di attesa. Tuttavia, non si riscontrano rivoluzioni estetiche di rilievo. Considerando l’elevato livello tecnico raggiunto già dalla versione PS4, questo aggiornamento appare più come un perfezionamento che una vera e propria evoluzione.

Tra le novità di contenuto spicca una rinnovata Modalità Foto, che permette di catturare immagini ancora più dettagliate e spettacolari, ampliando le possibilità creative degli utenti. Inoltre, l’introduzione dei nuove modalità arricchisce l’offerta complessiva: la Speedrun invita a completare il gioco nel minor tempo possibile, mentre Morte Permanente aumenta drasticamente la difficoltà, imponendo la perdita totale del progresso in caso di morte.

Il vero fiore all’occhiello del remaster è rappresentato dalla modalità Assalto delle Orde, che mette il giocatore di fronte a ondate continue di infetti sempre più aggressive. Questo contenuto riesce a valorizzare la componente più adrenalinica del gameplay, offrendo sfide intense e appaganti che ampliano la longevità dell’esperienza senza tradire la filosofia originale del gioco.

Dal lato tecnico, permangono alcune criticità già presenti nella versione originale, in particolare nella gestione del sonoro. La sovrapposizione tra i dialoghi via radio e l’audio dei registratori collezionabili compromette spesso la chiarezza delle comunicazioni, creando confusione nelle fasi di esplorazione. Nonostante la solida qualità della localizzazione in Italiano, questi problemi di mixaggio abbassano il livello di rifinitura generale.

Una scelta consigliata?

La valutazione complessiva di Days Gone Remastered dipende fortemente dal tipo di pubblico a cui ci si rivolge. Per i fan più appassionati, desiderosi di rivivere l’avventura di Deacon con una veste tecnica leggermente migliorata e qualche sfida extra, la remastered può rappresentare un’occasione interessante, soprattutto grazie al nuovo contenuto dedicato alle orde. Per chi invece si avvicina al titolo per la prima volta, o ha già completato l’esperienza su PlayStation 4, l’investimento appare meno conveniente, anche se l’incentivo delle nuove modalità potrebbe effettivamente stuzzicare.

In definitiva, Days Gone Remastered non riesce a superare di molto i limiti del materiale di partenza, e si configura più come un’edizione celebrativa che come un reale salto di qualità. Il fascino del mondo di gioco e il carisma del protagonista rimangono intatti, ma senza una revisione più incisiva, l’operazione si rivela destinata soprattutto a una nicchia di appassionati piuttosto che a un vasto pubblico.

Days Gone Remastered
Buono 7.5
Voto 7.5
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Amante dei videogiochi, non si fa però sfuggire cinema e serie tv, fumetti e tutto ciò che riguarda la cultura pop e nerd. Collezionista con seri problemi di spazio, videogioca da quando ha memoria, anche se ha capito di amarli su quell'isola di Shadow Moses.