In cerca di vendetta
La terza stagione di Castlevania supera le aspettative non solo contenendo le conseguenze della scomparsa di un villain tanto carismatico e ben scritto come il Dracula della seconda stagione, ma inserendo un organico di personaggi molto ben caratterizzati e accettando di percorrere strade narrative decisamente insolite e rischiose per un franchise tanto amato: la stagione esplora temi come la solitudine, la natura umana e una visione nichilistica del mondo sorprendentemente maturi e profondi per una serie legata a un videogame neanche troppo recente ed evoluto a livello di trama e storia come Castlevania, salvo forse gli esperimenti più moderni della serie visti con Lords of Shadows 1 e 2.
I dieci episodi che compongo la stagione evolvono organicamente, si prendono il tempo di presentare situazioni, luoghi e personaggi senza fretta, così come i protagonisti evolvono, cambiano, soffrono, vengono esplorati con sorprendente profondità e attenzione psicologica. Il tutto conflagra poi negli ultimi due episodi in un apice di azione, violenza e sesso che inevitabilmente lascia un gusto decisamente amaro in bocca (per le migliori e le peggior ragioni assieme, c’è da dire), ma che non di meno lascia contemporaneamente soddisfatti e in trepidante attesa di altro.
Certo, stiamo comunque parlando di un prodotto che, messo a confronto con serie di ben altra statura nel panorama attuale in cui le piattaforme streaming e la serialità fanno da padrone, non ha particolare rilevanza, ma non per questo appare indegno di lodi e tanto meno di essere visto da fan superficiali o anche spettatori casuali in cerca di una serie horror di qualità e un’animazione al top della categoria.