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Cara Microsoft, ecco cosa dovresti fare con Activision Blizzard

Cara Microsoft, è un tuo fan a scriverti, uno di quelli che probabilmente resterà abbonato all’Xbox Game Pass per sempre e che, pur non trascurando le altre piattaforme, ha un posto nel cuore riservato alla grande X e alle sue potenzialità. Quello che stiamo vivendo è un momento importantissimo per l’industria, visto che recentemente è stata registrata la più grande acquisizione legata al mondo dei videogiochi dopo quanto visto con Take-Two e Zynga, quella che ha messo in mostra i colossi Microsoft (Xbox) e Activision Blizzard, pronti a unirsi per dar forma a un’azienda a dir poco enorme e piena di potenziale, con moltissime nuove IP che andrebbero gestite al meglio per portare in alto il nome di Xbox, un evento epocale che ha dato vita a questa lettera.

Quando l’impossibile diventa realtà

È stato quasi difficile da credere, riuscire a concettualizzare come un’azienda che da molti veniva data praticamente per morta, o comunque in fase di fallimento nel giro di solamente qualche mese o anno, sia ora (o almeno, sarà quando l’acquisizione verrà finalizzata) in quelle che sono le mani probabilmente migliori per risollevare il proprio status e valorizzare quanto di meglio fatto nella storia dei videogiochi per traslare il tutto sotto un’ottica completamente nuova.

Si tratta di una compagnia che tirerà fuori dalle vostre tasche quasi 70 miliardi di dollari nel migliore dei casi – anche se l’eventuale stop all’acquisizione non sarebbe di certo poco costoso -, e che potrà dare a Xbox il boost necessario per garantirsi una line-up degli Xbox Game Studios con sempre meno rivali. Ma da grandi poteri derivano grandi responsabilità, e dovrà essere ora premura proprio del colosso di Redmond mettere una pezza alla pessima situazione, visto che prima di poter toccare con mano i diamanti che avete appena acquistato, dovrete rimboccarvi le maniche e spostare tutta la terra sotto la quale questi sono sotterrati.

Questo perché Activision Blizzard si trova ormai da tempo in acque pessime, per via di uno dei più grandi scandali che riguardano l’intera industria dei videogiochi, fra molestie e abusi sul posto di lavoro. Mentre non è ancora del tutto chiaro se il CEO della compagnia resterà davvero in carica dopo che l’acquisizione sarà terminata, uno dei principali compiti di Xbox, senza parlare del mondo dei videogiochi, sarà quello di assicurarsi che i dipendenti possano lavorare alle moltissime produzioni che continueranno a essere sviluppate nel migliore degli ambienti, proprio come gli Xbox Game Studios vantano da tempo.

Xbox Activision Blizzard IP

Sarebbe davvero magnifico se quelle petizioni, nel giro di qualche mese, divenissero solo un lontano ricordo, così come sarebbe fantastico scoprire che dopo la mole di licenziamenti e provvedimenti presi, Activision Blizzard e Microsoft si trovassero in pieno accordo per quel che riguarda la gestione del personale e dei posti di lavoro. Va sottolineato però che quei quasi 70 miliardi non hanno garantito su un piatto d’argento una serie di miglioramenti immediati, bensì un susseguirsi d’importantissime potenzialità da dover prima concretizzare con il duro lavoro, un vero e proprio investimento sotto ogni punto di vista che potrebbe portare più danni che benefici se non gestito al meglio.

Una line-up da urlo

Esporre quell’enorme quantità d’IP e studi in una sola immagine dovrebbe sicuramente farvi rendere conto di quello che ora voi, e solo voi, avete per le mani e dovete salvare. Nonostante nel corso degli anni Activision Blizzard abbia infatti imposto massicciamente la propria presenza sul mercato (cattiva condotta di alcuni dirigenti e dipendenti a parte), quasi tutti i brand in questione hanno intrapreso una strada senza uscita, specialmente lì dove il futuro delle serie è noto, ma non per questo risulta roseo, sia per i fan che per gli sviluppatori.

Overwatch

Sto parlando ad esempio di Overwatch, gioco di cui mi sono innamorato dal 2016 ma che sono stato costretto ad abbandonare visto che la quantità di utenza ha continuato a scendere a picco, specialmente dopo che avete confermato uno stop a grossi update e a nuovi Eroi fino al debutto di Overwatch 2, gioco che… ma mi spiegate dov’è finito Overwatch 2? Siamo a quasi 6 anni di distanza dal debutto del capitolo, anni in cui ci sono stati periodi di supporto magnifico e di contenuti a non finire, ma che ormai sono solo un lontano ricordo, mentre giorno dopo giorno la community si spegne in attesa di scoprire di più in merito al sequel.

Pochi approfondimenti, rinvii, e quasi solo brutte notizie, mentre non è ancora chiaro se una semplice espansione singleplayer cambierà le carte in tavola o, ancora, e se riuscirete davvero a risollevare la modalità principale della produzione. Ma in fondo, quale migliore mano se non quella di Xbox per correre in aiuto del brand, piena di esperti di marketing e competenze sui giochi multiplayer, un mix perfetto per far risplendere questo brand, quello che nel 2016 si aggiudicava il Game of the Year tenendo incollati a filmati e partite online una quantità assurda di giocatori.

In realtà questa situazione ricorda quanto sta avvenendo con Diablo IV che sì, viene approfondito da sporadici aggiornamenti sullo stato dei lavori, ma che al contempo sembra essere già sul punto di deragliare fuori dai binari, proprio come accaduto con Diablo Immortal. Anche se il secondo non è stato accolto inizialmente nel migliore dei modi, siamo davanti a due produzioni particolarmente attese, anche se sembra che Blizzard non riesca più a partorire degli AAA da un po’ di tempo: magari, però, un aiuto potrebbe contribuire a risollevare la situazione.

Call of Duty Vanguard

Non finisce di certo qui, e la lista è anzi troppo lunga per parlare di tutti i giochi che meriterebbero una degna rinfrescata. Nel giro di un pomeriggio, il mondo intero ha scoperto che il brand di Call of Duty sarà nelle vostre mani. Il re degli sparatutto che quando torna al suo massimo livello poi scende inesorabilmente, registrando di volta in volta risultati sempre peggiori, vuoi perché le novità non sono abbastanza, vuoi perché ormai il mercato è così agguerrito da non lasciare spazio allo storico FPS. Adesso basta, perché qualunque cosa voi vogliate fare con il titolo, è ora di fare qualcosa. Che sia meglio renderlo esclusiva Xbox e perdere il mercato PlayStation (che garantisce più vendite) per dare maggiore rilevanza alla console? O forse un inserimento di tutti i capitoli nell’Xbox Game Pass potrebbe essere abbastanza per lasciare che molti più giocatori si tuffino in queste adrenaliniche avventure a suon di bocche da fuoco.

E per quel che riguarda la qualità dei nuovi capitoli, serve togliere la retromarcia. Non è chiaro se davvero tutti i team siano ora al lavoro sulla saga… e speriamo proprio di no, ma forse è arrivato il momento di abbandonare le uscite annuali per far prendere sufficiente fiato ai fan e realizzare al contempo titoli qualitativamente migliori. In realtà, lo sviluppo “a rotazione” dei Call of Duty è ben noto, con tre team principali che alternano le uscite e hanno quindi tre anni di tempo fra un capitolo e l’altro, i quali però a quanto pare non sono sufficienti, visto il continuo calare del brand. È ora di unire le forze di Xbox e degli altri studi per riportare in vita remastered di qualità, come quella di Modern Warfare 2 (qui la nostra recensione), e premere l’acceleratore per i prossimi capitoli, che sono ormai pronti a uscire dall’alone di mediocrità che talvolta finisce per contraddistinguerli. E se diluire i nuovi titoli fosse la soluzione? Assassin’s Creed ce l’ha fatta, ad esempio, e la presenza di tre studi potrebbe rendere il processo relativamente più facile, magari optando per il lancio di due giochi in tre anni.

Crash Bandicoot 4: It's About Time

Dicevamo… siete a un buon punto con Crash 5, giusto? È giunta voce che Toys for Bob, dopo l’eccezionale lavoro svolto con l’ultimo capitolo, che ha riportato la saga agli standard odierni valorizzando uno dei personaggi più iconici del mondo dei videogiochi, sia finito a occuparsi del brand di Call of Duty. Non che sia un declassamento, parliamo comunque di una saga a dir poco importante, ma la mia unica speranza è che – nel caso in cui tutto sia stato davvero finalizzato – Xbox capisca quanto il marsupiale più pazzo di sempre sia una risorsa unica e intramontabile, potenzialmente investendo nella realizzazione di nuovi capitoli pronti a innovare il mondo dei platform, con una dose di carisma garantita da un personaggio davvero difficile da eguagliare.

Certo, forse il mio è un sogno particolarmente grande, ma in un mercato dove un’icona PlayStation finisce nelle mani d’Xbox, tutto è possibile. Discorso simile vale per Spyro, il quale però non ha ancora ricevuto il reboot che merita al contrario di Crash, e potrebbe essere anch’esso pronto a tornare in forma smagliante sulle nuove generazioni di console. Generalizzando l’impegno d’Xbox per le opere brandizzate Activision, è bene consultare le cartucce nel proprio catalogo e immaginare in che modo sarà possibile far rivivere anche saghe come quelle di Guitar Hero e degli Skylanders con le nuove tecnologie che il mercato odierno offre.

Meglio tenere i tasti dolenti per ultimi forse: riuscite a sentirmi Team 5? Che sia arrivato il momento di rivedere dalle fondamenta Hearthstone? Anche se la divisione Xbox di Microsoft non ha così tanta esperienza nella gestione dei giochi di carte, sicuramente avrà modo di dare una grossa mano ad Activision Blizzard con il suo titolo. Parliamo di un’opera che sta finendo sempre più nel dimenticatoio, espansione dopo espansione, e che sta ancora pagando lo scotto di anni “pigri” dove il team non ha svolto il proprio compito a dovere, adagiandosi sugli allori del successo ottenuto fino a quel momento, vista la precedente assenza di concorrenza. Ora di concorrenza ce n’è da vendere, però, ed è arrivato il momento di rivedere dalle fondamenta l’opera, indubbiamente capace d’esprimere ancora molto potenziale, e lasciare che io e moltissimi altri tornino a divertirsi in quest’universo unico nel suo genere.

Hearthstone

Chiudendo questa lettera, voglio anche permettermi di darvi un’ultima raccomandazione da fan che non vede l’ora di scoprire in che modo le cose si evolveranno. L’entrata in scena del mondo Activision nell’Xbox Game Pass sarà vitale e, se ben dosata, potrà davvero rendere il servizio semplicemente perfetto e definitivo, nonché il nuovo standard nel mondo dei videogiochi. Parlo di come dei bonus per i giochi mobile di King potrebbero portare molti utenti ad abbonarsi (con magari un pacchetto ridotto, pronto a offrire i soli perk dell’Ultimate), di come non ci si dovrebbe lasciar scappare uno sconto sugli abbonamenti di World of Warcraft, e di come tutti i Game as a Service che ora fanno parte della grande famiglia di Redmond potranno risplendere di luce propria se inseriti nel servizio.

Non mancano comunque grossi giochi da includere al day one nel Game Pass che potrebbero cambiare pesantemente le carte in tavola, con colossi del calibro di Diablo IV già pronti ad arrivare, e possibili nuovi ritorni legati ai trascorsi dell’azienda, che in passato si è infatti potuta affacciare ad altre importanti opere, fra giochi di Star Wars e Sekiro: Shadow Die Twice, tutti ora pronti ad avere potenzialmente un posto prenotato nel catalogo. Discorso a parte riguarda invece i Call of Duty, per molti uno dei pochi giochi che viene valutato come realmente capace di spostare gli equilibri di mercato e che, assieme a FIFA (il quale già arriva nel Game Pass compatibilmente a EA Play), può portare una quantità di vendita delle console fenomenale, specialmente con la vostra soft next-gen tinta di bianco, pronta a rendere l’ingresso ancora più agevole. Il vostro enorme acquisto potrebbe non solo salvare la vita di uno dei più grandi colossi del settore permettendovi al contempo di rimpolpare la vostra line-up di giochi con GaaS e grosse produzioni da tenere d’occhio, ma vi permetterà di mettere anche alla prova la vostra gestione del Game Pass, forse il vero ingrediente necessario per far decollare le produzioni Activision Blizzard, portando nel mentre moltissimi utenti a valutare le potenzialità di Xbox Series X/S.

Andrea Pellicane
Nasce nel 2000 già possessore di una Playstation 1 e già appassionato di videogiochi. In tenera età scopre il mondo dell’informatica ed inizia la sua inutile corsa verso la bramatissima Master Race. Nonostante la potenza di calcolo sia la sua linfa vitale è alla perenne ricerca della varietà e di titoli indie che piacciono solo a lui, incurante del fatto che potrebbero funzionare agevolmente anche su un tostapane. Viene spesso avvistato mentre effettua incomprensibili ragionamenti (soprattutto per lui) legati all'economia. Eccelle particolarmente nel trovare i momenti meno opportuni per iniziare e divorare intere serie TV.

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