Il quartiere di Akihabara di Tokyo ha sempre incuriosito e affascinato persone provenienti da tutto il mondo, soprattutto per la sua nomea di essere una vera e propria città degli hobby. Al suo interno è possibile trovare una moltitudine di negozi che vendono apparecchi elettronici, merchandising di popolari franchise e figure pubbliche, videogiochi, anime, convention, cosplayers, i famosi Club SEGA e molto altro ancora. Un vero e proprio paradiso per appassionati, che si ritrovano in un territorio che ha tentato in tanti modi di avvicinarsi alla cultura pop giapponese. Così, presa probabilmente dalla voglia di far scoprire questo mondo da più persone possibile, Acquire ha lanciato un franchise che in qualche modo si pone sia come guida turistica digitale che un beat’em up da tematiche erotiche: stiamo parlando di Akiba’s Trip. Sono ormai passati da dieci anni dal rilascio del primissimo episodio su PSP e, per festeggiare l’occasione, il team di sviluppo ha deciso di rimasterizzare l’opera in questione. Grazie all’opportunità che il publisher ci ha fornito, in questa anteprima siamo riusciti ad addentrarci nelle prime due ore di Akiba’s Trip: Hellbound & Debriefed.
Akihabara sovrannaturale
Prima di cominciare ad analizzare i soliti punti, bisogna specificare come il prodotto in questione non sia mai uscito nei territori occidentali prima di questa riedizione. Per l’occasione quindi è stato svolto un lavoro di completa localizzazione testuale e vocale in inglese. Nel corso dell’avventura il giocatore si trova non solo ad assistere a filmati in puro stile visual novel, con tutte le caratteristiche del caso, ma anche a semplici icone di testo dei personaggi secondari e primari che incontriamo nel nostro cammino. Segnaliamo comunque la mancata traduzione in ulteriori lingue come l’italiano, cosa che rischia di diminuire l’accessibilità del prodotto nel nostro paese. Il lavoro in questo lato è comunque da non sottovalutare, con un doppiaggio che non sembra perfetto ma che comunque si lascia assolutamente ascoltare. Nella nostra prova, abbiamo perfino constatato che si piò passare dalle voci giapponesi a quelle in inglese in qualsiasi momento.
Per quanto riguarda la narrativa, in questa anteprima preferiamo non approfondire troppo nel dettaglio l’inizio di Akiba’s Trip: Hellbound & Debriefed. Per adesso basti sapere che il gioco non si prende assolutamente sul serio, offrendo un’atmosfera surreale sia per i personaggi che popolano questa avventura che tutti gli eventi che li circondano. Se la sceneggiatura riuscirà a reggere fino in fondo, lo scopriremo, ma possiamo confermare che con le prime ore riesce a colpire in pieno il pubblico di riferimento. Come forse si è già capito dall’ambientazione, il prodotto si indirizza a giocatori avvezzi a termini come otaku o dōjinshi, visto che viene sempre dato per scontato che chiunque conosca i loro significati. In parte un peccato, perché per i novizi non esiste una sorta di glossario dedicato. Per il resto, l’inglese è anche molto semplice da comprendere, quindi l’unico limite rimane l’utilizzo di parole poco comuni.
Tutto un altro discorso per la funzione turistica, visto che funziona alla perfezione già a partire dalle descrizioni e foto presenti nei caricamenti. Questo è uno di quei rari casi in cui è un peccato che il gioco carichi fin troppo velocemente le proprie aree, perché certe informazioni sono assolutamente interessanti da leggere. Gli ambienti di gioco sono poi ricreati nel dettaglio e, nonostante manchi la possibilità di utilizzare nomi di aziende importanti, chi ha visitato quei lunghi intorno agli inizi degli 10 del 2000 può sicuramente riconoscerli.
Scontri a corpo nudo
Il gameplay del prodotto sembra quindi diviso in quattro parti principali, in un certo modo ispirandosi all’epopea di Kazuma Kiryu. Nei dialoghi potremo leggere i messaggi precedenti, saltare completamente le chiacchere con la semplice pressione di un tasto o perfino le scelte multiple. Per adesso sembra che quest’ultime non varino realmente le possibilità narrative del prodotto – portando così tutte alla solita conclusione – ma è possibile che più avanti si differenzi qualcosa di più, e non solo la semplice reazione dell’NPC di turno.
La seconda fase è quella in cui si cammina all’interno della città per visitare negozi, giocare a una parodia dei famosi UFO Catcher, interagire con le persone, accettare missioni o semplicemente esplorare. Come già accennato precedentemente, osservare la ricostruzione dei luoghi operata dagli sviluppatori rende tutto affascinante, e allo stesso tempo immerge all’interno di una specifica cultura e/o immaginario. Purtroppo, da questo aspetto si possono notare i limiti strutturali, dalla presenza di muri invisibili, alla fin troppo poca esplorazione delle vie, fino alla mancanza di costruzione degli interni e così via. Certo, questa è una remastered e non un remake dell’opera, quindi bisogna assolutamente pensare al periodo storico e alla piattaforma su cui il team ha lavorato inizialmente. L’idea di portare l’esperienza originale ai giorni nostri è sicuramente apprezzabile, lasciando quel gusto di essere tornati indietro nel tempo anche solo nel menù di selezione dei salvataggi. Tuttavia allo stesso tempo, qualche novità per modernizzare il tutto non dispiacerebbe.
La terza fase è relativa alla personalizzazione delle armi e il vestiario del protagonista. Qui si presentano grande inventiva e varietà, dove non pare esserci limite alle possibilità offerte al protagonista. In base a come prosegue l’avventura, questa particolare caratteristica può dimostrarsi uno dei punti di forza dell’intero pacchetto, oppure una caduta per colpa di una malpensato bilanciamento degli elementi RPG ad essa legati. Per analizzare questo aspetto, però, attenderemo la recensione.
Infine ci sono le sopracitate battaglie in puro stile beat’em up. Queste sezioni compaiono non solo in eventi di storia, ma anche quando per strada veniamo aggrediti oppure ci passa per la testa di infastidire il passante di turno. Qui il combat system si mostra dall’inizio con diversi limiti e, al tempo stesso, con la sua completa assurdità. Infatti, l’obbiettivo del giocatore è quello di danneggiare i vestiti altrui… per denudare i propri avversari. Insomma, avete capito bene, invece di picchiare fino a farli svenire o sparare con qualche generica arma da fuoco, l’utente deve poter portare alla luce del sole la pelle del nemico, maschile o femminile che sia. I punti più intimi non vengono comunque mostrati, ma si può ben capire che questa è la gimmick principale su cui si basa l’appeal del prodotto. Questa particolare scelta stilistica è in qualche modo scusata per motivi narrativi, e offre sicuramente quel gusto di ulteriore stravaganza alle vicende presentate. Quello che ci preoccupa è però l’apparente estrema semplicità delle meccaniche, che si basa sull’utilizzo di determinati pulsanti per attaccare i precisi punti del corpo, e su una parata capace di schivare senza problemi la maggior parte delle mosse. Bisogna quindi valutare se questo non risulti ripetitivo sul lungo andare, compresi la varietà offerta dai nemici così come la propria IA, l’effettiva difficoltà o la presenza di particolari battaglie boss di qualche genere. Come abbiamo già constato in questa anteprima, il concept in se è in grado di offrire situazioni assolutamente fuori di testa, quindi speriamo che gli sviluppatori non si siano accontentati del compito svolto sin ora in Akiba’s Trip: Hellbound & Debriefed.
Un passo indietro di due generazioni
Quando osserviamo le caratteristiche tecniche dell’opera in questione, è evidente che non ci troviamo assolutamente di fronte a un gioco del 2021. L’operazione di rimasterizzazione è sicuramente presente attraverso qualche modello migliorato, una risoluzione e frame rate aumentati, l’audio adatto alle casse dei nuovi dispositivi, il controllo libero della telecamera grazie al secondo analogico e altre caratteristiche; purtroppo però sembra un lavoro estremamente inferiore a simili operazioni degli ultimi anni. In un certo senso offre una magia tutta sua, perdendo comunque la possibilità di espandere certe idee dell’originale.
Ci sembra però assurda la presenza di bug e rallentamenti nella versione Switch che abbiamo testato, console che dovrebbe poter reggere facilmente un prodotto del genere. Intendiamoci, l’opera non sembra ingiocabile, ma al suo interno sono comunque presenti dei difetti di ottimizzazione che mostrano un lavoro di porting non completamente rifinito. Si spera in qualche aggiornamento correttivo prima o poco dopo il lancio del prodotto, in modo da offrire la migliore esperienza a chi magari ha voglia di poter provarlo. Bisogna poi valutare tutte le novità ludiche e contenutistiche inserite rispetto alle due precedenti edizioni di questo Akiba’s Trip: Hellbound & Debriefed, che non possiamo approfondire in anteprima ma che analizzeremo in recensione.
In definitiva, ci troviamo di fronte a un’opera che sembra essere rivolta a un pubblico estremamente specifico. Il solo fatto di aver finalmente portato da noi il capostipite della serie è già merito di attenzione da parte dei fan, anche grazie al diverso impegno nel solo lato della localizzazione e del doppiaggio. Non si tratta del remake che magari qualcuno auspicava, ma Akiba’s Trip: Hellbound & Debriefed è qui per dimostrare come è così che da una idea così è nato un franchise multimediale che prosegue ormai da ben dieci anni. Nell’attesa di scoprire il giudizio definitivo sia della critica che degli utenti, vi ricordiamo che l’uscita del gioco è attualmente prevista per il 20 Luglio 2021 su PlayStation 4, Nintendo Switch e Steam.