AEW Fight Forever è il primo videogioco basato sulla licenza della All Elite Wrestling, che per chi non la conoscesse è praticamente la principale concorrente della WWE per quanto riguarda il wrestling negli Stati Uniti. I videogiochi di wrestling sono storicamente prodotti molto apprezzati, sia dagli appassionati, sia da chi della disciplina sa lo stretto indispensabile, venendo usati fino a qualche anno fa anche e soprattutto come “party games” per le serate o i pomeriggi con gli amici (cosa in parte fatta tutt’ora, anche se un po’ di meno). Purtroppo, come scopriremo in questa recensione, AEW Fight Forever è un prodotto totalmente insufficiente e inadatto sia come gioco per appassionati che, appunto, come gioco da serata con amici. Un’inadeguatezza che, se aggiunta a una realizzazione tecnica gravemente arretrata, crea il mix perfetto per uno dei giochi peggiori degli ultimi anni nel panorama Tripla A, ecco perché!

Un gameplay mal curato

Una delle bandiere sventolate da THQ e Yuke’s nel comunicare AEW Fight Forever è stata quella del non cercare volutamente il realismo, puntando a un’esperienza di gioco arcade che mettesse al primo posto il divertimento. Posto che non esiste nulla di intrinsecamente “divertente”, può semmai essere un aggettivo dato da un utente soddisfatto, non si tratta affatto di un gameplay arcade come comunicato. AEW Fight Forever è semplicemente unpolished, che è un termine tecnico che nei videogiochi viene usato per prodotti non rifiniti e non curati nei dettagli. Ma andiamo con ordine e partiamo dalle basi.

Il movimento dei lottatori è assegnato alla levetta analogica sinistra, mentre con quella destra è possibile fare dei gesti preimpostati per provocare gli avversari o caricare le mosse speciali (delle quali parleremo tra poco).

Usando come riferimento il pad della Xbox, con X e Y si possono sferrare rispettivamente pugni e calci, mentre con A si possono eseguire le prese; con B si corre e con RT si effettua l’Irish Whip (ossia il lanciare l’avversario verso una direzione a scelta, come per esempio addosso alle corde per farlo rimbalzare).

Quando la barra del lottatore in basso è piena si possono fare le Signature con le Freccette Direzionali e le Special con la levetta destra. Vi starete forse chiedendo come mai tanta minuzia nel parlare dei comandi, ma è probabile che se avete giocato ad altri giochi di wrestling avrete capito quanto siano problematici i controlli di AEW Fight Forever.

Tralasciando che assegnare delle mosse di gioco alle Freccette Direzionali sia decisamente improponibile, dato che quel pollice serve per muoversi con la levetta sinistra e le Signature in corsa rischiano di mandare al manicomio qualcuno. M ben più grave è il mancato senso dell’assegnare la corsa a B. E ee si vuole fare un attacco in corsa? Bisogna rilasciare B nel momento di vicinanza esatta tra il proprio lottatore e quello avversario per poi premere X o Y?

Fortunatamente i comandi, almeno nella versione PC ma supponiamo anche su console, sono parzialmente ridistribuibili. Diciamo parzialmente perché per esempio le Signature e le Special non possono essere riassegnate, quindi Freccette abbiamo e Freccette ci teniamo. Sono problemi che emergono dopo mezzo secondo di testing, e non sono stati minimamente presi in considerazione da nessuno. Uno scivolone francamente inaccettabile dato che è proprio Yuke’s, assieme alla vecchia THQ, ad aver creato i giochi di wrestling più iconici della storia del genere, titoli che di questi problemi non ne avevano e che anzi per brillavano per comodità e intuibilità dei controlli.

AEW Fight Forever, complice questo insensato mapping delle azioni di gioco, risulta a malapena giocabile e di certo non invoglia a fare match su match in solitaria o con gli amici. Così come fa passare la voglia il vedere i lottatori praticamente omologati con movesets quasi identici tra di loro, non si ha quasi mai la sensazione di star usando atleti diversi, se non per le Signature e le Special.

A fornire un ulteriore contributo negativo è indubbiamente il tracking automatico dei bersagli, dato che molto spesso la mossa non va a segno nonostante dovrebbe per pochi millimetri, ed è solo uno dei tanti buchi nella realizzazione tecnica. Si potrebbe – e dovrebbe – parlare anche di come il collegamento tra le animazioni sia persino più dozzinale dei titoli che uscivano su PS2 e PS3 ai tempi, con dei sensibili teletrasporti dei modelli dei lottatori per allinearsi tra di loro e realizzare le manovre.

Le animazioni stesse dei lottatori, ancor prima del come si collegano tra di loro, sono di una qualità assolutamente inaccettabile per un titolo del 2023. A volte si ha quasi la sensazione che difettino di frames, come se mancassero dei piccoli pezzi, ma più in generale sono estremamente legnose e pesantemente arretrate.

Tornano i match intergender, ma non se ne sentiva poi troppo la mancanza

Queste lacune purtroppo alimentano il senso di legnosità generale pad alla mano, restituendo un feedback di certo non ottimale. Sembra quasi che non si abbia il completo controllo del proprio wrestler, e che anzi spesso faccia un po’ come vuole perché il tracking va a farfalle una volta su due.

I match che si vengono a creare sono qualitativamente insulsi e risulta quasi uno scherzo la valutazione in stelle al termine degli incontri, peraltro incomprensibile considerando che a volte si prendono 4 stelle per esibizioni rivedibili e 2 e mezzo per contese tutto sommato accettabili, ma dell’utilità dei reward a fine match parliamo tra poco.

In definitiva AEW Fight Forever dal punto di vista del gameplay, francamente, non doveva essere rilasciato in questo stato. Si tratta di un titolo platealmente unpolished e per tanti versi incompleto: sembra quasi un’alpha venduta sugli scaffali a prezzo pressoché pieno, ed è stato molto deludente constatarlo, perché da apprezzatori della disciplina avremmo tanto voluto un titolo realmente realizzato con le linee guida di un tempo, con un’esperienza di gioco più tendente all’arcade che alla simulazione, ma il risultato finale è quello di un videogioco mal realizzato sotto il punto di vista del gameplay, mediocre da guardare e ancor peggio da giocare.

Contenuti e progressione

AEW Fight Forever ha oggettivamente pochissimi contenuti, con un numero di stipulazioni per i match ridotto all’osso e alcune gravissime assenze per un gicoo di wrestling. Non esiste la possibilità di rimuovere le squalifiche ai match 1 vs 1 standard senza stipulazioni, i Ladder Match al momento non possono essere giocati con più di due lottatori, non vi è la minima traccia di Tables Match o di incontri con la gabbia, e non esistono match a squadre che non siano gli standard 2 vs 2.

C’è la Casino Battle Royale che è una delle stipulazioni più rappresentative della AEW, però non giustifica di certo l’assenza delle tante altre stipulazioni. Nessun Last Man Standing, nessun Submission Match, nulla di tutto questo. Un assortimento la cui povertà rischia di stuccare molto velocemente.

A dare un minimo di linfa vitale al tutto ci pensa la progressione, perché attraverso buoni match e il completamento di determinati obiettivi si possono vincere buone somme di denaro virtuale, da spendere per ottenere elementi sbloccabili, come per esempio Cody Rhodes. Sarebbe molto carino il ritorno dei lottatori sbloccabili attraverso il gioco stesso, se non fosse che sono già stati annunciati con dei DLC alcuni dei lottatori AEW che mancano in Fight Forever, al che viene da chiedersi: «ma perché dare l’illusione del ritorno alle origini, se poi i soldi che conterà davvero spendere sono quelli della carta di credito vera?». Sembra tutto una grande beffa ma il peggio deve ancora venire con la modalità Road to Elite.

Il nostro pensiero va al buon Jim Ross, voce storica del wrestling americano, che ha recitato le sue parti parlate all’interno della Road to Elite con un livello di voglia sotto lo zero. Ovviamente la colpa in questo caso è sua ma ha reso inevitabilmente i segmenti filmati della modalità carriera di AEW Fight Forever abbastanza pietosi, se si fa il paragone con la foga che nonostante l’età tende a mettere durante i veri episodi di Dynamite nei quali commenta.

Al di là di questa triste parentesi, la Road to Elite si pone come modo per ripercorrere la strada AEW sin dalle origini, con tanto di filmati di repertorio. Possiamo viverla sia con un lottatore già esistente, sia con uno creato da noi, ma solo nel secondo caso è possibile modificarne le statistiche.

La Road to Elite è gestita quasi come un sistema a turni, con 4 “azioni” da fare prima che la giornata finisca. Possiamo allenarci, mangiare qualcosa per recuperare le energie spese, uscire a svagarci e, ovviamente, lottare nell’episodio di Dynamite. Poco dopo l’inizio si sbloccheranno anche Dark e Rampage, gli altri due show di punta della AEW, e possiamo lottare anche in quelli per guadagnare soldi extra dalle nostre esibizioni.

AEW Saturday Collision ancora non esisteva quando è stato sviluppato AEW Fight Forever, quindi al momento l’ultimo show in ordine cronologico della All Elite non è presente, ma non va escluso il suo inserimento in futuro. In fondo l’obbiettivo non è quello di fare uscite annuali, bensì l’aggiornare il gioco già esistente e in caso rilasciare DLC appositi. Una filosofia che sarebbe anche apprezzabile, ma che non può giustificare lo stato nel quale si ritrova AEW Fight Forever, e a tal proposito è il turno del secondo enorme tallone d’Achille del gioco.

Il comparto tecnico di AEW Fight Forever

Sotto il punto di vista tecnico AEW Fight Forever è probabilmente uno dei giochi peggiori di questa generazione, se non il peggiore, e se non esistesse il tanto discusso Gollum probabilmente tutti questi dubbi neanche ci sarebbero. I lottatori sono senza mezzi termini usciti da 2 generazioni fa e la scusa del “non cercare il realismo a tutti i costi” non regge. Si può evadere dal realismo e anche con ottimi risultati, a patto che la direzione artistica sia di un certo tipo e che visivamente non si perda appeal, anzi, spesso si cerca il “non realismo” proprio per risultare più accattivanti artisticamente.

AEW Fight Forever non è “non completamente realistico” per i motivi citati poco fa, è molto semplicemente un titolo realizzato male dal punto di vista grafico: non è piacevole da guardare e i lottatori sembrano la versione deformata delle loro controparti. Non parliamo di versioni caricaturali, attenzione, bensì proprio deformate. Di bassissimo livello è anche l’espressività dei volti, che passa dall’essere realizzata male al non essere realizzata proprio, come durante le scene filmate della modalità Road to Elite.

AEW Fight Forever Cody Rhodes

Non mancano nemmeno veri e propri svarioni tecnici come le collisioni con le scale: in pratica se un lottatore subisce un colpo mentre ha il corpo attaccato a una scala, il corpo del lottatore colpito subirà un ulteriore colpo in automatico dalla scala stessa, come se venisse lanciato addosso ad essa. Praticamente è stata associata l’animazione del corpo che impatta sulla scala a qualsiasi colpo che lascia, al termine dello svolgimento, l’avversario colpito attaccato ad essa. Qualcosa di talmente dozzinale che viene quasi il dubbio che sia uno scherzo.

Fare una recensione così negativa di un videogioco non è mai facile, perché chiunque vorrebbe semplicemente divertirsi giocando. Il problema di AEW Fight Forever è che non si è minimamente valutata nessuna scelta, sembra quasi che si siano avute poche idee e che siano state messe in pratica senza mezza revisione, o non si spiegherebbero deficit giganteschi come un mapping dei comandi fuori dal mondo e un feeling così poco riuscito, non scherziamo affatto quando diciamo che sembra un’alpha. Un’impressione alimentata anche dalla povertà totale di contenuti, dal roster ridotto all’osso e dalla quasi totale assenza di polishing, alle quali si aggiunge infine un comparto tecnico che anche 10 anni fa avrebbe fatto leggermente storcere il naso.

AEW Fight Forever in questo stato non va bene, non andava rilasciato così, e ciò che arriva sugli scaffali è un prodotto inadeguato al mercato odierno dei videogiochi Tripla A, o comunque realizzati con un certo tipo di budget e soprattutto venduti a un certo tipo di prezzo. A malincuore questa è una bocciatura pressoché totale, ed è un grandissimo peccato.

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AEW Fight Forever

4.6

AEW Fight Forever è un'enorme e cocente delusione, ma anche analizzandolo a mente lucida non è emerge pressoché nulla di positivo. Non è un titolo completamente ingiocabile o non godibile, ben venga se a qualcuno piacerà al netto di tutti i difetti che presenta, però sono davvero troppi per poterlo salvare da una grave insufficienza. Più che numerica, dettata dal voto, si intende proprio qualitativa a tutto tondo. Davvero un grandissimo peccato.

PRO
  • Potenzialmente è un gioco migliorabile.
CONTRO
  • Gameplay legnoso e poco curato
  • Contenuti ridotti all'osso e dalla bassa qualità
  • Realizzazione tecnica gravemente insufficiente
Alessio Fuscà
Sono un game designer di professione ma videogiocatore incallito nel cuore. Tra le mie altre attività, oltre quella da redattore, c'è anche quella di player competitivo nel circuito torneistico ufficiale di Pokémon, la cui serie è stata una dei motivi per i quali ho iniziato a videogiocare quasi 20 anni fa.

2 Comments

  1. Ho la fortuna di aver provato il gioco (gia da giorni).

    Sinceramente trovo imbarazzante questa recensione, soprattutto quando si parla dei comandi. Probabilmente chi ha recensito questo gioco non ha idea e neanche le competenze per analizzare il lato gameplay.

    Ok che il gioco ha una grafica e determinati particolari non curati, ma caspita, il gameplay è fatto benissimo!

    1. Il gameplay è tutto tranne che fatto benissimo, è concepito male e la disposizione dei comandi rende anche le azioni di gioco più basilari poco fluide e troppo legnose. Siamo lieti che tu ti trovi a tuo agio con il sistema di controlli, significa che hai fatto un acquisto che ti ha soddisfatto ed è l’unica cosa che conta, ma non possiamo promuovere un sistema di controlli che mappa manovre cruciali e spesso da direzionare con lo stick sul d-pad, per non parlare di tutte le imperfezioni tecniche citate (tra le quali spicca il tracking impreciso). Ribadiamo, se ti trovi bene buon per te e buon per chi come te si troverà a suo agio, ma non vuol dire che sia stato fatto un buon lavoro.

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