Ci sembra giusto iniziare questa recensione con una citazione di Søren Aabye Kierkegaard. il quale in uno dei suoi testi scrisse: “Cos’è la giovinezza? Un sogno. Cos’è l’amore? Il contenuto del sogno”. Questa frase, per molti magari priva di significato, ci sembra invece il riassunto perfetto di un altro dei film dell’edizione fantasma di Cannes 2020 arrivato nelle sale della Festa del Cinema di Roma. Questa volta è il turno di Another Round (titolo originale danese, Druk), la nuova pellicola di uno dei più apprezzati registi della scena europea, Thomas Vitenberg, autore di rilievo mondiale e co-fondatore assieme a Lars Von Trier del movimento artistico Dogma 95.
I piaceri della vita
Secondo una teoria bisognerebbe nascere con una piccola quantità di alcool nel sangue, in modo che il leggero stato di euforia e alterazione dei sensi possa aiutarci ad aprire la mente, rimanere ottimisti e ispirare la creatività. Martin (Mads Mikkelsen), Tommy (Thomas Bo Larsen), Peter (Lars Ranthe) e Nikolaj (Magnus Millang) lavorano tutti e quattro come insegnanti di liceo e hanno perso , chi di più e chi di meno, la passione per il proprio mestiere e per la vita. Affascinati da questa teoria, decidono di condurre un esperimento che consiste nel mantenere un discreto ma costante livello di intossicazione alcolica durante la giornata. I risultati si presentano quasi immediatamente e sono inizialmente positivi: le classi migliorano visibilmente il rendimento e i quattro amici riscoprono una certa gioia di vivere e gli stimoli perduti.
Quando però, colti dall’entusiasmo, il gruppo decide di aumentare le dosi di alcool per giornata, l’esperimento comincerà a presentare effetti collaterali sgradevoli e pericolosi per sé stessi e per gli altri. Il regista di Festen – Festa in Famiglia (1998) e Il Sospetto (2014) – collabora di nuovo con Mads Mikkelsen per una insolita buddy comedy sull’alcool a metà tra Via da Las Vegas (1995) e La Grande Abbuffata (1973) di Marco Ferreri. La controversa chiave di volta del film (la qualità a volte ispiratrice e terapeutica dell’alcool) nasconde una delicata storia di amicizia, amore e gioia di vivere, superbamente interpretata dai quattro protagonisti e filmata intimamente (secondo le regole del Dogma) con una macchina a mano digitale.
Another Round passa con grazia per più registri: da buddy comedy stile Una Notte da Leoni a film drammatico a tratti esistenzialista di stampo nordico, incorniciata in un sottile formato da art movie. Vitenberg regista cita le qualità positive degli spiriti (ci tiene a precisare, diversi dall’alcool e origine del termine ispirazione), ma mette in chiaro la necessità fondamentale della moderazione, citando l’aspetto culturalmente rilevante che il bere ha nella società danese e la facilità con cui la passione per il bere si può tramutare in dipendenza ossessiva e alcolismo. Tra le numerose citazioni a Kierkegaard che costellano il film è però nascosto il vero senso di questa storia: la riscoperta di quella strana avventura che è la vita, del saper vivere al di là della paura del fallimento o delle aspettative per il futuro, di una gioia dell’essere che non ha e non deve avere età. Another Round è una delicata celebrazione dello stare al mondo, della gioia delle piccole cose e della bellezza inafferrabile del vivere. Una festa che (perché no?) può essere accompagnata da un buon drink. Da bere, ovviamente, in compagnia.