El Camino – Recensione del film di Breaking Bad

Arriva la nostra recensione di El Camino, film uscito su Netflix che va a concludere una delle serie più amate degli ultimi anni: Breaking Bad.

Lucrezia Ramacci
Di Lucrezia Ramacci Recensioni Lettura da 4 minuti
8
El Camino

Sono passati sei anni dalla fine di una delle serie più famose e amate di tutti i tempi, quel Breaking Bad che ha saputo conquistare i cuori di milioni d’utenti sparsi in tutto il mondo. Personaggi scritti magnificamente e un proseguo degli eventi sempre coinvolgente e incalzante hanno rappresentato le colonne portati di un avventura vissuta perennemente con il cuore in mano, e in questi sei anni qualunque fan non ha potuto fare a meno di chiedersi cosa avrebbe fatto Jesse Pinkman (Aaron Paul) dopo essere fuggito a bordo della El Camino. Ebbene, la tanto agognata domanda ha infine trovato finalmente risposta.

Un nome, un programma.

Il nome dell’auto di Jesse non è certo casuale: in spagnolo “El Camino” significa “La strada“, ed è proprio una strada verso la salvezza e la libertà quella che dovrà compiere il nostro protagonista, il tutto per poter finalmente emanciparsi da un ingombrante passato di sofferenza e atrocità. Senza dubbio è emblematico che per fare ciò e guadagnarsi una vita ‘normale’ dovrà abbandonare tutto ciò che gli rimane di quel passato, anche le poche cose buone che questo gli aveva lasciato: la sua macchina, i suoi genitori e i suoi amici Skinny Pete e Badger, disposti fino all’ultimo ad aiutarlo prima di quello che a quanto pare sarà un addio.

Il film, scritto e diretto sempre da Vince Gilligan per Netflix non è un episodio annacquato di Breaking Bad  e nemmeno un mero fan-service: ci troviamo in presenza di un vero e proprio film d’azione e redenzione, ben sapendo che chiunque abbia amato la serie non si sarebbe accontentato di un prodotto “tanto per”. Jesse deve ritrovare la sua libertà e per farlo è disposto a tutto e lo notiamo subito, anche dalla regia che abbandona i colori freddi e chiari per volgere su scure tonalità ocra.

La regia di chi sa cosa fa

La regia è sapiente: non sono solo i colori che ci fanno capire il cambio di registro, ma anche la velocità dei tempi d’azione, in un crescendo di adrenalina e colpi di scena con la solita fotografia mozzafiato sullo sfondo. Faranno particolarmente felici i fan più appassionati della serie i flashback in cui ritroviamo molti dei personaggi (tra i quali ci sarà anche Walter White interpretato da Bryan Cranston?) a cui avevamo avuto tempo di affezionarci nel bene e nel male nel corso delle cinque stagioni uscite dal 2008 al 2013.

Dunque è questa la conclusione della nostra storia, e senza fare spoiler, possiamo tranquillamente affermare che Jesse e noi con lui, troveremo la fine di un’avventura durata cinque anni e con questo film dovremo dire addio a quel mondo così affascinante nella sua crudezza. Indietro non si può tornare, ce lo dice il protagonista all’inizio del film, e forse questa è un po’ la metafora della vita di chiunque: ciò che è fatto è fatto, non si può cambiare, perché siamo noi ad essere cambiati e quello che abbiamo vissuto non si cancella. Eppure si può andare avanti, cercando una via, una strada, un “camino”.

El Camino
8
Voto 8
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