Pokémon Scarlatto e Violetto sono stati probabilmente i titoli più discussi del franchise, e sebbene faccia riflettere il fatto che lo si sia detto per ognuna delle ultime release (ed è vero) non si è mai arrivati a questi livelli di contestazione. I problemi principali erano e sono tutt’ora quelli tecnici, ma ormai non è nulla di nuovo, e ne abbiamo ampiamente parlato quando facemmo la prima recensione di questa coppia di giochi. Il punto della questione oggi è semmai un altro: è giusto parlare di flop?
Ora che tutti i contenuti di gioco sono stati rilasciati (tranne il breve epilogo in uscita l’11 Gennaio) possiamo provare a dare un verdetto definitivo su Pokémon Scarlatto e Violetto, sia per quanto riguarda l’esperienza single-player che per quanto riguarda quella online e del competitivo.
S e V sono i primi a non aiutarsi, ma…
Partiamo dalla fine, ossia dalla seconda parte del DLC, Il Tesoro dell’Area Zero: Il Disco Indaco. Questa seconda metà è molto più riuscita della prima, sotto ogni possibile punto di vista. Prima di tutto c’è quello narrativo, che non solo chiude il cerchio della storia con Riben e Rubra, ma soprattutto getta delle basi molto interessanti per i titoli futuri.
Non è un mistero che Game Freak stia tenendo in considerazione un ritorno ad Unima, teatro delle vicende di quinta generazione, anche se ancora non è ben chiaro in quale forma (se con un remake, con un Bianco e Nero 3 o con un Leggende Pokémon). Pokémon Scarlatto e Violetto sicuramente ci danno un assaggio di questo ritorno portandoci di fatto proprio ad Unima, dato che è lì che si trova L’Istituto Mirtillo. Chi ha amato la quinta generazione sicuramente ha gradito tutti questi richiami, in primis alcune delle musiche che sono riprese proprio da Bianco e Nero, sia in versione originale che remixate, e non neghiamo che alla prima lotta con Rupi abbiamo avuto una reazione di piacevole stupore nel risentire l’OST degli allenatori di Unima.
Il mood della quinta generazione si percepisce anche nelle lotte, che sono più “difficili” di quelle sia del gioco base, sia della prima parte del DLC. Usiamo le virgolette perché se si ha un team al 100 relativamente ben assemblato non si andrà incontro a particolari problemi, però se si decide di non utilizzare Pokémon over livellati serve un minimo di esperienza e conoscenza del gioco per scamparla. In primis, pressoché tutte le lotte sono in Doppio, e questo già di default alza il livello di attenzione richiesto al giocatore, perché bisogna scegliere i target giusti con le mosse giuste. I team avversari variano molto: i più abbordabili non hanno nulla di particolare, mentre gli allenatori più avanzati sfruttano vere e proprie strategie che strizzano l’occhio al competitivo ufficiale. Sicuramente il miglior esempio del secondo caso sono le boss fight di trama, come i Superquattro dell’Istituto Mirtillo e soprattutto Riben. Quest’ultimo ha un team composto per 5/6 da Pokémon che nel corso degli anni si sono resi protagonisti dei tornei di VGC, su tutti Incineroar che ha una build potenzialmente valida anche per una competizione ufficiale.
I miglioramenti rispetto al gioco base sono riscontrabili anche nelle sfide di avvicinamento alle lotte con i Superquattro, molto migliori di quasi tutte quelle affrontate prima dei Capo Palestra (a parte una, che è effettivamente mediocre), e in quelle di Piros e Aris che sono pensate particolarmente bene. La boss fight finale contro Terapagos invece è un leggerissimo passo falso a livello di messa in scena, sicuramente molto meno epica visivamente rispetto ad altre del franchise e non troppo difficile da affrontare, ma non è un boss innocuo quindi bisogna comunque giocare con attenzione. Sembra per certi versi un controsenso, considerando che la forma finale di Terapagos è forse uno dei Pokémon più forti mai creati, sicuramente il più forte di questa generazione, ma la fight non rende appieno la sua vera pericolosità.
Dal punto di vista del Level Design, il Disco Indaco ha dato seguito ai miglioramenti fatti con la Maschera Turchese, con il Bioterarium (fiore all’occhiello dell’Istituto Mirtillo) sicuramente pensato molto meglio rispetto alle altre mappe di gioco. Ci sono molte più chicche e segreti, e la scusa dei 4 biomi creati artificialmente porta a un risultato magari meno organico ma più diversificato (e dato che è tutto simulato, per così dire, ha anche senso a livello logico).
Una volta sbloccato il volo libero con Koraidon/Miraidon al termine del DLC, raggiungere ogni punto del Bioterarium è molto facile ed è un bene che tale possibilità non sia stata data subito, perché valorizza l’esplorazione iniziale delle varie zone. Abbiamo menzionato la presenza anche di piccoli segreti sparsi e ciò è sicuramente positivo, tuttavia non lo è assolutamente il metodo per catturare Meloetta. Non ve lo vogliamo spoilerare qualora voleste provare a farlo in blind, però vi avvisiamo che è veramente tanto difficile capire cosa fare senza una guida. Ci deve essere un limite al livello delle cosiddette Hidden Informations in un videogioco, e per quanto Pokémon ne abbia sempre fatto una qualcosa di ricorrente (a partire dal metodo d’ottenimento di Mew su Pokémon Rosso e Verde/Blu) il procedimento per catturare Meloetta va ben oltre la semplice esplorazione di punti nascosti di una mappa, è davvero troppo cervellotico.
Progressione Mirtillo
Un’altra notevole medaglia a due facce è la progressione dei Punti Mirtillo (PM) sui quali è decisamente doveroso un discorso a parte. Probabilmente è il buco di bilanciamento più grande del gioco, perché troviamo francamente incomprensibile la logica che vi è dietro, ma andiamo con ordine.
Nel Bioterarium possiamo portare a termine delle piccole quest, come il catturare un Pokémon di un certo Tipo o di una certa zona, fare una foto a un Pokémon che sta volando e cose così, e completare queste attività vi farà guadagnare i PM.
Dopo 10 quest portate a termine se ne sblocca una leggermente più difficile che dà molti più PM come ricompensa e, se si è in Cerchia Contatto con degli amici, è anche possibile sbloccare delle quest esclusive che danno un gran numero di PM una volta completate.
I PM sono spendibili nel Club Lega, all’interno dell’Istituto Mirtillo, per sbloccare vari contenuti e servizi, migliorare le zone del Bioterarium per far apparire Pokémon più rari (come gli starter) e invitare dei personaggi del gioco al Club per interagire con loro, come un Capo Palestra da sfidare in un rematch dalla difficoltà molto più alta di quella originale. L’idea è veramente buona sulla carta, ma c’è un problema enorme in questo loop di progressione. Le quest base danno dai 20 ai 40 PM per il completamento, ma i costi dei contenuti del Club Lega sono altissimi, su tutti il miglioramento di una delle zone del Bioterarium che costa 3000 PM. Per farne 3000 servono diverse ore di farming, e per darci un’idea abbiamo fatto un rapido calcolo. Dato che ogni quest fornisce dai 10 ai 40 PM diciamo che la media è di 30 per ognuna, con 130 PM per il completamento di una quest avanzata che si sblocca ogni 10 quest base completate. Contando un minimo di margine, dato che sì la media abbiamo detto che è 30 ma a volte potrebbe anche essere leggermente meno, servono circa 70 quest base e 7 quest avanzate per raggiungere o superare di poco i 3.000 PM, per un totale complessivo di 77 quest. Se si volessero sbloccare tutte e 4 le versioni avanzate delle zone servirebbero 12.000 PM, per un totale complessivo di circa 308 quest completate (280 base e 28 avanzate).
Domanda: siamo impazziti? Fortunatamente esiste una via di fuga dalla depressione ludica nella quale si potrebbe cadere al solo pensiero, ossia affrontare le quest con 3 o 4 amici. Nelle Cerchie Contatto rimangono attive le quest di tutti e chiunque può portare a termine quelle di tutti oltre alle proprie, cosa che accelera notevolmente la velocità di farming e si arriva a circa 10.000 PM in un’oretta, contando anche le quest esclusive della Cerchia Contatto che danno sempre qualche centinaio di PM. Sicuramente l’intenzione era quella di incentivare i giocatori a giocare assieme, va benissimo, ma giocare con gli amici sarebbe dovuta essere un’agevolazione, e non l’unico modo per farmare PM senza passare ore e ore a fare quest. I tempi dovevano essere perlomeno dimezzati, se non di più, a quel punto sì che si sarebbe raggiunto un compromesso accettabile, ma allo stato attuale è tutto tranne che accettabile e scoraggia il giocatore dal farmare PM per conto suo.
Quando diciamo che Pokémon Scarlatto e Violetto non fanno nulla per darsi una mano intendevamo proprio questo, perché avere un contenuto potenzialmente valido ha un valore che viene ridimensionato se il comparto tecnico non supporta in un certo modo tale contenuto. Da un lato si rimane piacevolmente sorpresi da Lotte in Doppio nelle quali un Pokémon fa Ventoincoda per raddoppiare la Velocità di sé stesso e dei compagni, dall’altro però si vola con Koraidon e Miraidon e il framerate va a farsi benedire con una frequenza disarmante, come è meraviglioso poter controllare un Pokémon come se fosse un personaggio vero e proprio (lo avessimo potuto fare da bambini ci saremmo messi a piangere di gioia) e allo stesso tempo lo è molto meno il vedere tutti quei glitch a schermo. Tante luci e ombre quindi, e questa non crediamo sia un’ulteriore citazione a Bianco e Nero. Quello che è indubbiamente apprezzabile dei contenuti del Disco Indaco è la loro valenza per il competitivo.
“Alma” competitiva
Questo è un argomento che viene spesso trascurato quando si parla di Pokémon Scarlatto e Violetto e fidatevi, anche in questo caso ce ne sarebbero di contestazioni da poter fare parlando del lato tecnico, però è indubbio come il VGC sia il fiore all’occhiello dell’offerta di questi due giochi. Se la prima parte del DLC, escluso Ogerpon e pochissime altre eccezioni, non aggiungeva davvero nulla di rilevante al metagame, non possiamo decisamente dire lo stesso della seconda, che di introduzioni interessanti ne ha portate eccome. Il ritorno di tutti gli starter è sicuramente una boccata d’aria fresca, in primis proprio Incineroar che ha tutte le carte in regola per tornare a dominare il meta. Molto interessanti anche i nuovi paradossi, ispirati ai trio di leggendari di Johto e Unima, mentre per poter giocare i Leggendari Uber ai tornei (Kyogre, Rayquaza e compagnia) servirà aspettare ancora un po’ di mesi, se non addirittura Settembre.
Una cosa è sicura, con un Terapagos in più a disposizione (e contando anche tutti gli altri leggendari) finalmente farmare i Raid Teracristal è molto più facile, così come è molto più facile reperire Teraliti dal momento che abbondano nel Bioterarium. Ormai crearsi dei Pokémon con set competitivi è diventato molto facile, e questo va considerato come un notevole punto a favore di Scarlatto e Violetto, dato che è un livello di accessibilità che si chiedeva a gran voce da anni. Contando poi che il competitivo di Pokémon non è mai stato così rilevante in Italia e non solo, potrebbe essere anche un buon motivo per i neofiti di avvicinarcisi. Da tenere d’occhio molto attentamente anche la Teracristal Astrale, non un diciannovesimo Tipo a tutti gli effetti, ma quasi, che soprattutto quando diventerà legal Terapagos stravolgerà quasi completamente il modo di approcciarsi al VGC di questa generazione.
Il verdetto finale
Siamo quindi giunti alle conclusioni definitive sulla nona generazione di Pokémon: Scarlatto e Violetto sono stati davvero dei flop come si potrebbe pensare? La risposta a questa domanda è molto delicata perché sia un “sì” che un “no” potrebbero aprire le porte alle antitesi più disparate. La nostra risposta al netto di tutto è “no”, perché un videogioco è un flop effettivo quando è il gioco in sé a non andare bene e ad essere insufficiente. Forse vi ricorderete, o forse no, quando parlammo di Babylon’s Fall etichettandolo come un passo falso a tutto tondo, sia tecnicamente che a livello videoludico. Pokémon Scarlatto e Violetto potranno forse non essere giochi entusiasmanti, ma sicuramente non sono brutti in senso stretto, e se girassero a un framerate stabile, con una risoluzione più alta e con un’anti-aliasing funzionante verrebbero percepiti molto molto meglio di così, mano sul fuoco.
Il DLC “Il Tesoro dell’Area Zero”, soprattutto nella seconda metà, arricchisce non poco l’offerta contenutistica di questa coppia di titoli, rendendoli da questo punto di vista tra i migliori di tutta la serie e con il competitivo migliore da 10 anni a questa parte. L’esborso per portarsi a casa l’offerta completa non è irrilevante, parliamo di circa 90 euro, ma parlare di costi è relativo in un’epoca dove spesso il prezzo base di un videogioco non è poi molto inferiore a quello. Al solito a parlare è il contenuto, e sebbene mal confezionato, con tutti i problemi tecnici che abbiamo citato ancora e ancora anche in quest’ultima disamina, il contenuto di Pokémon Scarlatto e Violetto è valido. Ci sono dei nodi che andranno sciolti ancora di più, come il level scaling e alcune sfumature del Level Design, ma sarà tutto materiale per analisi apposite. Pokémon Scarlatto e Violetto nella sua offerta base prese 6.3 qui su GameLegends e ora, al netto dell’intero DLC, finalmente possiamo alzare un minimo il voto ma con una postilla: la prossima generazione sarà la decima, ci aspettiamo un lavoro ben migliore di questo e ci auguriamo che sarà così. Pokémon non si merita la gogna mediatica per errori di organizzazione interni, che sia di lezione per tutti.