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Pokémon Scarlatto e Violetto – Recensione, rammarico tascabile

Pokémon Scarlatto e Violetto hanno sancito alcune prime volte per la serie dei mostriciattoli tascabili. Il primo vero atto di coraggio di Game Freak nel cambiare drasticamente la struttura della progressione, la prima avventura completamente Open World a tema Pokémon della serie principale e, purtroppo, anche la prima vera ecatombe tecnica e conseguentemente mediatica. Pokémon Scarlatto e Violetto sono due buonissimi giochi, a tratti anche ottimi, che però a stento si reggono in piedi come software. Un risultato tecnico inammissibile per qualsiasi gioco che esca in esclusiva per una console. Le cose da dire sono tantissime, quindi non indugiamo oltre e partiamo con la recensione.

Pokémon Scarlatto e Violetto: tre storie che non invadono la vostra

Pokémon Scarlatto e Violetto sono ambientati nella regione di Paldea, un’isola che ricorda molto per biomi e ambientazioni la Spagna del nostro mondo reale, la cui peculiarità è avere un’enorme Accademia Pokémon nella città di Mesapoli, il cui nome differisce in base alla versione di gioco (Accademia Arancia per Pokémon Scarlatto e Accademia Uva per Pokémon Violetto). Tale Accademia presenta dei corsi teorici con tanto d’esame finale per ogni materia, che fungono anche da tutorial avanzati per i neofiti della serie riguardo alcune meccaniche di gioco, e anche un’attività pratica extracurriculare: la ricerca del proprio tesoro personale, ossia l’andare all’avventura nella regione e applicare anche ciò che abbiamo imparato. Noi impersoniamo un neo studente di quest’Accademia e sarà il Preside stesso, Clevel, a farci visita a casa per darci il benvenuto e consegnarci il nostro starter. Da lì a poco faremo la conoscenza di Nemi, la nostra rivale principale, e di tutti gli altri comprimari della storia come Pepe, Penny e Clevel stesso con dei dialoghi successivi al nostro primo incontro a casa.

Come ampiamente pubblicizzato nella campagna marketing di questi due nuovi giochi, Pokémon Scarlatto e Violetto propongono tre quest line principali alternabili in qualsiasi momento e senza un ordine realmente specificato, né tantomeno imposto. Esse sono il Cammino dei Campioni, il Sentiero Leggendario e il Viale della Polvere di Stelle!

Pokémon

Il Cammino dei Campioni è la classica rincorsa alle otto medaglie delle Palestre Pokémon, che una volta completata ci darà modo di affrontare la Lega Pokémon della regione di Paldea, sostenendone l’esame pratico. Il Sentiero Leggendario ci affiancherà a Pepe nella sua ricerca di spezie rare e dalle proprietà straordinarie, e la motivazione di tale ricerca ci verrà chiarita dallo stesso Pepe avanzando nella quest line. Infine c’è il Viale della Polvere di Stelle, che consiste nell’operazione di scioglimento del team Star affidataci da Cassiopea, l’arcicapo fondatore del team che è intenzionato appunto a scioglierlo per ragioni che ci saranno chiare più avanti (anche in questo caso, ottimo lavoro con la narrazione).

Una volta terminate tutte le main quest sarà il turno di quella finale, che ovviamente non vi spoileriamo, ma che vi anticipiamo essere funzionale e ben riuscita, in grado di dare le risposte che cerchiamo alle domande che sorgono spontanee durante l’avventura (anche se, leggendo tutte le descrizioni e tutti i libri, qualche quesito rimane in sospeso, e forse troveremo le risposte nei DLC). Misteri ad esempio come quelli dietro Koraidon/Miraidon a seconda della versione di gioco, che ci vengono affidati da subito e con i quali affronteremo l’intera avventura sfruttandoli come mezzo di trasporto.

La cosa migliore della storia di Pokémon Scarlatto e Violetto è che, essendo un gioco open world, possiamo portarla avanti a nostra discrezione e senza l’obbligo di proseguire come e quando ci viene detto dal gioco. Una storia per certi versi semplice, a tratti anche profonda, ma mai invasiva nei confronti dell’altra storia importante: la propria avventura personale. Come ogni gioco open world che si rispetti, Pokémon Scarlatto e Violetto sono impossibili da affrontare con run fotocopia o comunque molto simili tra loro, perché ogni giocatore esplora e gioca dentro Paldea a modo suo, decidendo cosa fare, come e quando in piena autonomia, creando un proprio percorso che è importante tanto quanto quello della narrazione. In definitiva, e senza entrare in dettagli ulteriori per non rovinare alcuna sorpresa, abbiamo trovato le vicende di Pokémon Scarlatto e Violetto piacevoli da seguire e ideali per un videogioco strutturato in questo modo, risultando in un lavoro promuovibile sotto quasi ogni punto di vista pur senza lodi particolari.

L’open world è stata la scelta giusta?

Al netto di tutti i dubbi della vigilia, e al netto del completamento per intero del gioco, possiamo dire con assoluta certezza che la struttura open world ha fatto un gran bene a Pokémon Scarlatto e Violetto, aiutandolo a dare al giocatore un senso d’avventura e di libertà convincente sotto tanti aspetti. La composizione concettuale del level design è la più funzionale possibile, in quanto il giocatore trova nelle immediate vicinanze di Mesapoli le zone che fanno da teatro alle sfide iniziali, con le minacce più soverchianti collocate in luoghi più lontani. In questo modo anche un giocatore molto giovane, o anche solo inesperto, non si imbatte facilmente o per errore in ostacoli troppo difficili da superare, riuscendo a trovare con facilità sfide al suo livello. Mesapoli si trova però nella zona centrale della mappa e l’avventura può essere avviata sia a sinistra che a destra della città, per questo motivo si è deciso per un bilanciamento simile per entrambe le aree. In sostanza entrambe le zone iniziali ai lati di Mesapoli prevedono 3 sfide di difficoltà crescente, il cui punto di partenza in termini di livelli è leggermente più alto nel lato destro. Questo cosa comporta? Che se si dovesse iniziare e completare le prime sfide di un lato si invaliderebbe in parte il livello di sfida di quelle iniziali dell’altro, dato che ci si ritroverebbe con un team a un livello medio sensibilmente più alto. In Pokémon Scarlatto e Violetto infatti è stato deciso di non applicare alcun level scaling adattivo, feature che però non crediamo servisse davvero per dei motivi molto semplici.

pokemon scarlatto e violetto raid evento overworld

Che in un JRPG ci sia la presenza di sfide di diverso livello nella mappa, sia in casi di open world che di esperienze di gioco più lineari, è uno standard e non si tratta di una prassi seguita tanto per fare. Il giocatore deve essere stimolato a diventare più forte, e l’unico modo per farlo è porre davanti a chi gioca dei “checkpoint” riconoscibili e che forniscano la sensazione di progresso. Nel caso degli open world, una dinamica di gioco molto intrigante è quella di prendere di petto sfide esageratamente toste, per esempio un Pokémon dominante che ci supera il team di 12 o più livelli, e vedere se siamo bravi e intelligenti abbastanza da superare con la strategia il muro numerico che rappresenta.

Un po’ come quando si affrontano in altri contesti boss fight avanzate in anticipo, che però in cambio del nostro impegno ci forniscono un equipaggiamento strepitoso in grado di spazzare via ciò che di più debole il mondo di gioco ha da offrire. Percezione soggettiva della scelta? Ovviamente , non ci sono dei parametri per stabilire oggettivamente se l’assenza del level scaling sia un bene o un male, c’è chi vede il level scaling come una fesseria superflua e chi come qualcosa di necessario, e spesso si associa il level scaling a un costante senso di sfida alla pari con la cpu.

Il punto è che Pokémon non offre una cpu in grado di rivaleggiare con un giocatore navigato, a stento riusciva a darci noie quando eravamo bambini e Pokémon si rivolge sia a loro che a noi. Il level scaling cosa cambierebbe? Che un capopalestra invece di perdere in 5 turni perderebbe in 7? Potremmo magari dire che sarebbe ora di mettere più livelli di difficoltà, una young mode e una veteran mode forse, però di certo non sarebbe il level scaling a risolvere il “problema”. Anzi, la sua assenza permette a un veterano di trovare qualche spunto di sfida carino, come andare volutamente nelle aree più lontane da subito per lottare con un handicap netto e costante (cosa impossibile da fare con un level scaling), così da avere meno sfide facili, oppure scegliere di affrontare le quest line del gioco con squadre apposite per ognuna. Delle clausole auto-imposte quindi, sulla falsa riga di quelle più classiche, come la Nuzlocke per esempio. Non dimentichiamoci infine che l’accumulo dei punti esperienza in Pokémon è particolare, nel senso che un Pokémon prende un numero variabile di punti esperienza in base al rapporto tra il proprio livello e quello avversario.

Se batto un Pikachu al 40 con un Charizard al 30, prendo un numero X di punti esperienza, se lo stesso Pikachu lo batto con un Charizard al livello 70 ne prendo pochissimi, che è molto diverso da altri casi dove si prendono gli stessi punti. Quindi fare le sfide in ordine, per così dire, oppure fare prima quelle più difficili e poi quelle più facili porterà più o meno allo stesso risultato finale, in termini di leveling. Come già detto, però, i gusti in tal senso sono importanti e quindi la verità assoluta in merito forse non ci sarà mai. Un punto d’incontro potrebbe essere lasciare invariate le sfide più grandi di noi e, al contempo, scalare quelle che vengono superate in leveling. Forse questa soluzione accontenterebbe entrambe le scuole di pensiero, e chissà se la vedremo applicata in futuro.

Restando in tema di bilanciamento va dato a Cesare ciò che è di Cesare, in quanto al termine delle questline le boss fight finali non saranno quasi mai superate in leveling, a meno che non si decida di fare tanto farming aggiuntivo slegato dalle lotte nelle palestre, dominanti e così via. Potremmo dire quindi che quando il gioco avrebbe dovuto fare sul serio abbia fatto realmente sul serio. Ovviamente parliamo sempre nei termini di un gioco Pokémon, ma diciamo che senza un minimo di strategia e senza una piena consapevolezza delle meccaniche, sia di base come il rapporto tra i tipi sia più avanzate, alcuni boss saranno a tratti anche punitivi. Se si è veterani o comunque abbastanza navigati si limiteranno a strappare un sorrisino, con qualche chicca che ai fan di vecchia data potrebbe piacere (inclusa una boss fight che tutti avremmo voluto affrontare prima o poi, sotto sotto!).

Chiudendo il discorso del bilanciamento della difficoltà, se teniamo conto della volontà di venire incontro il più possibile sia ai veterani che ai più piccoli, potremmo dire che Pokémon Scarlatto e Violetto abbiano fatto un lavoro molto più che dignitoso, a tratti ottimo, perché si può sia seguire un percorso ordinato e sia andare a muso duro con boss fortissimi per metterci alla prova, trovando sempre il pane più adatto ai nostri denti. Per via di questo bilanciamento alla portata di tutti e di una formula di gioco molto snellita rispetto a tanti altri open world, però, non ci sentiamo di definirlo completamente tale. Ci piace dire che si tratta di un open world Pegi 7, che per chi mastica il genere da sempre non è il top ma che risulta ideale per avvicinarsi a questo tipo di giochi, soprattutto se si è più giovani. E diciamolo, rendere un open world valido per tutti e soprattutto alla portata di tutti (davvero tutti) non è cosa da poco!

Pokemon Scarlatto e Violetto Kissara

Il bilanciamento era un argomento con il quale ci tenevamo a partire, in quanto sempre cruciale e delicato per questa serie, e Pokémon Scarlatto e Violetto di certo non fanno eccezione, però ci sono anche tanti altri aspetti da trattare e il prossimo è quello legato all’esplorazione.

Esplorare Paldea

Come si comporta il primo open world Pokémon dal punto di vista dell’esplorazione? Riesce a far immergere il giocatore nel mondo di gioco al meglio? Al netto di qualche imperfezione sparsa, possiamo dire con certezza che il mondo di Pokémon Scarlatto e Violetto funziona davvero molto bene. Paldea non è una regione particolarmente varia in termini di level design e attività da svolgere, però gli ampi spazi e la grande libertà esplorativa offerta contribuiscono a far sentire il giocatore immerso in questo mondo nuovo. I Pokémon, contrariamente a quanto si poteva temere, sono presenti in grande numero, e là dove non appaiono Pokémon ci sono strumenti da raccogliere o allenatori da battere. I mostriciattoli tascabili non sono mai stati così vivi, dato che ora hanno tutti dei comportamenti più o meno unici come i Pachirisu che si arrampicano sugli alberi, oppure i coleotteri che si appendono ai rami con il proprio filo, passando per i Pokémon Acqua che a volte passeggiano sereni e a volte si fanno una nuotata. Inoltre ora le lotte si svolgono nel punto esatto della mappa dove vengono avviate, feature introdotta in Leggende Pokémon Arceus e riproposta su Scarlatto e Violetto, ma stavolta il paesaggio attorno a noi rimane totalmente invariato. Se a inizio lotta ci stanno dei Pikachu alla nostra destra, per esempio, rimarranno lì e magari si fermeranno a osservare incuriositi lo scontro. Tante piccole chicche che sono un toccasana per il senso d’immersione.

Attraversare la regione di Paldea senza trovare spunti interessanti verso i quali dirigersi è quasi impossibile, soprattutto in blind run, e per tutta la durata della propria avventura si ha sempre addosso il piacere, l’interesse, verso lo scoprire quella zona, catturare quel Pokémon o andare verso quell’altro Raid Teracristal (dei quali parleremo dopo). La cosa che più ci è piaciuta in assoluto è che, nonostante i limiti della terraformazione di Paldea e della quantità di attività da svolgere, ci siano comunque trovate carine e degne di un gioco Nintendo.

C’è una vetta montuosa apparentemente spoglie e prive di contenuti? Sbagliato, salendoci a volte si trovano MT, oggetti rari o Pokémon più rari (o comunque stadi evolutivi finali molto forti), come il Garchomp tristemente afflitto da bug di compenetrazione occasionali con la montagna, protagonista di alcune clip sul web. Chiaro, a volte semplicemente un luogo apparentemente spoglio si conferma tale, però avere queste piccole ricompense sparse anche in luoghi impensabili è ciò che tiene viva la voglia di esplorare ogni centimetro. Assoluta nota di merito la presenza di certi collezionabili che permettono di avere accesso a Pokémon particolari, ma non entriamo nel dettaglio per non rovinarvi la sorpresa.

Pokemon scarlatto e violetto recensione koraidon

Impossibile parlare dell’esplorazione senza menzionare Koraidon/Miraidon, il nostro mezzo di trasporto Pokémon tuttofare. I leggendari di Pokémon Scarlatto e Violetto possono avere accesso ad abilità esplorative di vario tipo, 5 in totale, ognuna sbloccabile una volta battuto uno dei 5 Pokémon dominanti presenti nella mappa, rendendo significativo l’ordine nel quale affrontarli in quanto determina quali abilità di Koraidon/Miraidon otteniamo per prime. In eventuali seconde run, un giocatore navigato può quindi decidere di farmare oltremisura una squadra apposita per un dominante avanzato, in modo da avere da subito un potere da late game per tutta l’avventura e, volendo, mettendo nel box i Pokémon over livellati usati nello scontro per non rovinarsi la sfida con il resto delle boss fight. Questo è un grosso punto extra a favore della libertà data al giocatore, un po’ come se nei vecchi giochi fosse stato possibile ottenere Surf a inizio avventura per limitare al minimo il backtracking, giusto per fare un esempio.

Altro punto a favore è la rimozione del level cap per le catture, introdotto in Spada e Scudo e saggiamente tolto in Pokémon Scarlatto e Violetto. Ora le 8 medaglie delle Palestre servono unicamente per farci obbedire da Pokémon ottenuti sopra un certo livello, potendo tranquillamente catturare tutti senza limitazioni. Peccato che le 5 basi del Team Star non diano ricompense altrettanto prelibate, ma in compenso permettono di ottenere MT utili sia dai leader che esplorando le basi una volta conquistate. MT che tornano monouso, ma in compenso possono essere craftate ai centri Pokémon all’aperto presenti nella mappa in cambio di CL (Crediti Lega) e soprattutto materiali ora droppati dai Pokémon sconfitti (come le Lacrime di Bonsly o le Piume di Starly), rendendone appetibile la ricerca non più solo per livellare o catturarli, ma anche per accumulare materiali.

Pokemon Scarlatto e Violetto Pikachu da subito

Non è però tutto oro ciò che luccica, e l’open world di Pokémon Scarlatto e Violetto non è esattamente fatto d’oro a livello di composizione: se da un lato la terraformazione non è brillante ma nemmeno insufficiente, al punto che la consideriamo più un fattore neutro che un pro o un contro, ciò che fa davvero storcere il naso è l’eccessiva ridondanza di alcuni spawn. Svariati Pokémon appaiono in davvero tante aree di gioco, con casi più marcati e altri che presentano una ripetitività minore, ma in senso assoluto molte zone non trasmettono quel senso di unicità che ci aspetterebbe, o almeno non del tutto. Ci rendiamo conto che habitat simili possano essere popolati dalla stessa specie di Pokémon, a livello logico, ma seguire così minuziosamente questa regola non è sempre una buona idea, soprattutto in un gioco come Pokémon che fa dei mostriciattoli tascabili stessi il punto di forza della scoperta. Vedere Lechonk e annessa evoluzione, così come altri Pokémon, ripetuti fino allo sfinimento per mezza mappa, smorza un po’ la sensazione di star trovando un posto nuovo perché non sempre lo si percepisce nuovo fino in fondo.

Intendiamoci, le aree peculiari non mancano e anzi ce n’è una in particolare che, al netto anche in quel caso di alcune ripetizioni nella fauna selvatica, ha un fascino meraviglioso e l’atmosfera che fa respirare lo è altrettanto. Però si poteva fare qualcosina di più, magari snellendo le ripetizioni più ricorrenti e dando sensibilmente più carattere anche a tutte le zone che ne hanno di meno, soprattutto comparate a quelle come l’area accennata poco fa.

Il secondo e ultimo difetto di world building è nei dialoghi con gli npc, che si rivelano molto spesso scialbi e banali. Nessuno sembra realmente consapevole degli eventi che lo circondano, e sono praticamente inesistenti i dialoghi che approfondiscono la lore del mondo di gioco, relegata perlopiù a documenti e libri da leggere. Una lacuna in totale contrasto con l’invece ottimo lavoro fatto con i contenuti di lore che presenta l’Accademia, all’interno della quale possiamo portare avanti i rapporti con i personaggi secondari (corpo docente incluso), i quali ci diranno di più del loro passato e di loro stessi in generale. Dall’infermiera che vorrebbe avere una cattedra per insegnare a sua volta, a personaggi più importanti come Nemi,  di cui scopriremo di più attraverso questi dialoghi.

In definitiva, vivere Paldea risulta piacevole anche al netto delle carenze che presenta, le quali ci auguriamo verranno puntellate nei futuri capitoli per dare ancora più personalità e profondità al mondo di gioco. La difficoltà di gioco al ribasso non riteniamo sia un fattore degno di nota, non più di tanto almeno, considerando che si tratta di giochi che puntano su collezionismo ed esplorazione. Il motto di Pokémon è sempre stato gotta catch’em all, da piccoli finivamo il gioco anche con starter, un paio di Pokémon a caso e un addetto alle MN quindi non è mai stata la difficoltà ciò che cercavamo, e se ci sembrava più ostico era solo per la tediosità del leveling e per il fatto che eravamo piccoli. Il punto di forza di Pokémon è sempre stato l’impegno nel collezionarli tutti ed è davvero difficile stavolta, considerando quante evoluzioni e forme alternative hanno metodi d’ottenimento nascosti. Di conseguenza, va benissimo così.

Pokemon scarlatto e violetto recensione

Gameplay e prospettive sul competitivo

Per ora prendo le redini dell’analisi a livello più personale, perché se di solito tra di noi ci si confronta sempre su molte considerazioni e riflessioni in questo specifico caso, essendo io un giocatore competitivo di Pokémon VGC che è il formato torneistico ufficiale del gioco, vorrei fare qualche disamina un po’ più specifica anche in quel senso durante l’analisi del gameplay. La struttura del gameplay di Pokémon Scarlatto e Violetto è quello classico della serie principale, con un sistema di combattimento a turni il cui ordine degli attacchi è dettato dalla statistica di Velocità dei Pokémon coinvolti nello scontro. Durante un combattimento nella storia principale possiamo utilizzare il turno per attaccare con una delle mosse del nostro/dei nostri Pokémon, sostituire il/i Pokémon in campo con quelli nelle retrovie, utilizzare uno strumento curativo o di potenziamento delle statistiche oppure fuggire dallo scontro. Gli scontri con gli allenatori e le boss fight tuttavia impediscono la fuga, mentre le altre scelte rimarranno attive.

A spezzare la monotonia delle classiche lotte così come lo conosciamo ci pensano i nuovi Raid Teracristal, versioni rivisitate e snellite dei Raid Dynamax introdotti in Pokémon Spada e Scudo e che rimangono la fonte principale di farming, per quanto riguarda oggetti per il farming (come le caramelle) e altri strumenti utili. Questa reinterpretazione di Pokémon Scarlatto e Violetto introduce un timer entro il cui scadere bisogna vincere, pena la sconfitta automatica, e disancora l’esecuzione delle mosse dalle scelte degli altri allenatori. Cosa intendo? Che il Pokémon di ogni giocatore potrà attaccare indipendentemente, quindi se un nostro compagno sceglie per primo la mossa da fare viene eseguita subito, senza aspettare che tutti abbiano scelto cosa fare. Nei raid si può portare un solo Pokémon a testa e sono affrontabili o da soli o con massimo 3 compagni, se poi non si dovesse raggiungere il massimo numero di giocatori i posti restanti saranno riempiti da npc generici. Non mi piace di solito fare paragoni con altri giochi, ma vorrei sottolineare come l’orrenda abitudine degli npc dei Raid di Spada e Scudo, che mandavano spesso in campo Pokémon inutili come Magikarp o Wobbuffet, sia sparita. Ora gli npc mandano sempre e solo Pokémon forti almeno quasi quanto quello del raid, quindi se siamo contro un Charizard gli npc usano Pokémon come Staraptor, e non come Lechonk.

Pokemon Scarlatto e Violetto recensione raid

I raid inoltre hanno ricevuto un boost alla difficoltà potenziale, portando il numero massimo di stelle da 5 a 7 (ovviamente aumentando proporzionalmente anche le ricompense). La loro utilità per rendere competitivi i nostri Pokémon quindi è confermata, che funzionano meglio sulla carta rispetto ai loro predecessori di Galar ma all’atto pratico hanno mille problemi tecnici. A volte le mosse vanno a segno senza fare danno (finora ci è capitato solo con la prima mossa), altre volte il Raid viene conquistato a caso nonostante il Pokémon raidato sia ancora in salute, altre ancora c’è del vero lag prima di poter fare una mossa. Praticamente i Raid sono afflitti da bug una volta su 4, e per quanto rimangano utilissimi per il farming a volte risultano frustranti.

Ottenere gli strumenti da competitivo, sia per l’allevamento dei Pokémon e sia per le lotte, è stato poi reso ancora più facile dalla scelta di renderli acquistabili direttamente con i Pokédollari, di gran lunga più facili da ottenere rispetto ai vecchi Punti Lotta. Anche i CL, che si ottengono interagendo con i cristalli dei Raid, possono essere spesi al posto dei Pokédollari per fare acquisti, aumentando esponenzialmente il numero di valuta di gioco utile ottenibile con i Raid. A riprova di come sarebbero una componente grandiosa se al momento non fosse rovinata dai problemi tecnici.

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Il prossimo aspetto del gameplay di Pokémon Scarlatto e Violetto, il più importante per le lotte, è l’introduzione della Teracristal. Si tratta di una meccanica di gioco che permette a qualsiasi Pokémon di, appunto, Teracristallizzare e assumere il suo “Teratipo” come Tipo elementale attivo, mantenendo però il boost di potenza del 50% alle mosse della sua tipologia originale. Facciamo un esempio pratico: Charizard è un Pokémon Fuoco/Volante, e poniamo il caso che abbia il Teratipo Fuoco. Teracristallizzando, quel Charizard diventa unicamente di tipo Fuoco (perdendo la debolezza a Elettro e l’immunità al Tipo Terra tra le altre cose), però mantiene il boost del 50% alle mosse di Tipo Volante in quanto parte della sua tipologia originale. Le mosse Fuoco, invece, passano dall’avere il 50% di potenza aggiuntiva al 100%, perché la Teracristal aggiunge un boost del 50% alle mosse che corrispondono al Teratipo. Se invece Charizard fosse Teratipo Drago, avrebbe un boost del 50% alle mosse Fuoco, Volante e Drago e avrebbe le debolezze e le resistenze del Tipo Drago.

Si tratta di una meccanica utile sia per scopi offensivi, come il potenziamento ulteriore di un boost a una mossa di un certo Tipo, e sia per scopi difensivi in quanto può variare anche di parecchio debolezze e resistenze dei Pokémon che ne fanno uso. Esiste inoltre una MT che contiene la mossa Terascoppio, imparabile da ogni Pokémon, di tipo Normale ma che cambia Tipo in base al Teratipo qualora il possessore venga Teracristallizzato. Si tratta di una mossa da 80 di potenza e 100 di precisione, che cambia categoria (Fisica o Speciale) in base alla statistica offensiva più alta di chi la usa. Questa distinzione è intesa come dinamica, nel senso che se durante una lotta la statistica offensiva più alta diventa minore dell’altra (come per un Pokémon fisico che subisce molti drop all’Attacco) allora Terascoppio cambia automaticamente categoria da Fisica a Speciale o viceversa, come il Geyser Fotonico di Necrozma.

La Teracristal di Pokémon Scarlatto e Violetto si prospetta una meccanica molto versatile, ma anche con un tasso di imprevedibilità che va monitorato con estrema cautela. Se dovessi dare una mia previsione preliminare direi che, a livello competitivo, ci aspettano tutto sommato buone cose, anche in virtù di alcune scelte di bilanciamento e di ribilanciamento generali attuate da Game Freak. I nuovi Pokémon hanno anche portato nuove Mosse e Abilità interessanti, in grado di cambiare alcuni rapporti di forza e revitalizzare competitivamente alcuni Pokémon ignorati in passato. Il primo esempio che mi viene in mente del secondo caso è Gallade, che con l’Abilità Affilama raggiunge un power level nettamente più alto in termini di danni, non diventando magari top tier ma sicuramente uscendo dalla zona “Pokémon da ignorare a prescindere” nella quale è sempre stato confinato, cosa che vale anche per altri Pokémon. Staremo a vedere, ma per ora le sensazioni sono positive.

Pokémon Scarlatto Violetto

La novità non competitiva principale, invece, è sicuramente l’introduzione delle Lotte Autonome. In pratica possiamo sguinzagliare il primo Pokémon della squadra con il tasto R e sarà lui a combattere in autonomia con i selvatici, scontri determinati dalla tipologia dei Pokémon che lottano e dal livello di entrambi. In questo modo si può fare piazza pulita di tutti i Pokémon nelle vicinanze in pochissimi secondi, al prezzo di prendere circa un terzo dei punti esperienza, con il vantaggio di farmare molto velocemente i materiali droppabili dai Pokémon selvatici. Inoltre le Lotte Autonome sono molto utili anche per fare Shiny hunting dato che si macinano velocemente le kill per le catene, in caso vi possa interessare.

La Pensione Pokémon, infine, è stata completamente rimossa e le uova si possono farmare facendo partecipare Pokémon compatibili tra loro nella nuova modalità Picnic. In essa è anche possibile incrementare le possibilità di ritrovamento di certi Pokémon, l’efficacia contro certi altri e anche la quantità di punti esperienza ottenuti lottando (oltre che la possibilità di trovare Pokémon Shiny), il tutto preparando appositi panini con ricette predefinite o personalizzabili, ognuno in grado di dare alcuni dei boost citati poco fa. Una bella accelerata alla precedente macchinosità nell’allevamento dei Pokémon, culminata nel livello richiesto per l’uso dei Tappi per le IVs portato dal 100 al 50.

In generale, il lavoro fatto con il gameplay e la progressione relativa al competitivo, e non solo se consideriamo anche lo snellimento dei tempi di Shiny Hunting, rende Pokémon Scarlatto e Violetto dei titoli con un altissimo livello di Qulity of Life per quanto riguarda queste attività di gioco. Il tutto con la prospettiva di un competitivo ufficiale intrigante, sul quale però forse è troppo presto per sbilanciarsi nettamente.

Un po’ troppo deludente forse il post game, non esattamente pieno di cose da fare (anzi). Sembrerebbe che Game Freak voglia intendere come vero post game l’online, soprattutto i Raid e le lotte classificate, ma magari con futuri DLC vedremo l’aggiunta di nuove attività Single Player come successe con quelli di Spada e Scudo. Staremo a vedere, ma per ora il post game Single Player di Pokémon Scarlatto e Violetto è estremamente carente e le attività principali sono relegate all’online.

Il multiplayer

Partiamo dalla co-op di Pokémon Scarlatto e Violetto, che sembra essere piuttosto analoga al single player come stabilità, nel senso però che non ci sono cali di framerate peggiori di quelli presenti di base quindi è impossibile capire se dipenda dal gioco o dai server. In compenso fa piacere poter finalmente stare nel mondo di gioco con gli amici, potendo fare più facilmente Raid assieme e persino unire i propri ingredienti per i panini nel picnic, farcendoli a più mani.

Uno dei motivi per i quali abbiamo aspettato a rilasciare la recensione è stato testare la stabilità, e in generale la struttura, anche del comparto competitivo online (e non) di Pokémon Scarlatto e Violetto. Purtroppo non siamo neanche vicini a una struttura davvero ottimale, per tutta una serie di motivi. Anzitutto il sistema di Rank è pretenzioso, nel senso che non ci sono così tanti giocatori di competitivo in Pokémon e suddividere in così tanti Rank le Lotte Classificate ci sembra inadatto. Praticamente se a inizio mese un giocatore ha da fare per 5 o 6 giorni e da Master riparte dalla Mega, per esempio, se non rischia di non trovare nessuno poco ci manca, e di conseguenza rischia di dover rinunciare a quel mese di Lotte Classificate. Dividere i giocatori in fasce di abilità è giusto, ma in tal senso e per il numero di giocatori competitivi effettivi sarebbe più funzionale un ritorno alle origini, quando su 3DS il matchmaking era unicamente basato sul punteggio ed era possibile trovare sempre qualcuno, anche con importanti differenze di rate magari ma sempre meglio che rimanere esclusi se non ci si sbriga a giocare.

pokemon scarlatto e violetto rank lotte classificate

Non abbiamo apprezzato poi troppo, tra l’altro, il fatto che si sia avuto il braccino corto con le ricompense. 1000 CL per ogni vittoria sono pochissimi, basti pensare che una modalità single player post game (ossia una sorta di piccolo torneo a 4 round) fornisce circa 14.000 Pokédollari per ogni vittoria (con un livello di sfida e di impegno richiesto infinitamente inferiore). A ogni passaggio al rank successivo vengono effettivamente dati 10.000 o 20.000 CL a seconda di che Rank si tratta, ma resta comunque pochissimo comparato a ciò che è farmabile offline. Forse 20.000 per ogni vittoria e 100.000 per ogni passaggio di Rank sarebbe stata una distribuzione più adeguata delle ricompense, per fare un rapido esempio indicativo. Si migliora un minimo con le ricompense stagionali, ma anche in quel caso si potrebbe fare molto di più e, magari, premiare significativamente chi non solo chiude in Master Rank ma anche chi raggiuge determinate posizioni, come una top 500 o una top 100. Magari anche con i Championship Points del circuito ufficiale, pure se in piccola quantità come nelle Gare Online ufficiali, giusto per dare maggior senso alle Ranked e premiare chi si impegna online tanto quanto a un torneo.

Un colabrodo tecnico

Non si può girare attorno alla questione, Pokémon Scarlatto e Violetto sono videogiochi estremamente martoriati da problemi tecnici di ogni sorta. Bug, glitch, cali di frame una volta sì e l’altra pure fino anche a 17 fps di picco minimo, ingenuità gravissime per un tripla A come il logo della Teracristal, presente affianco alle mosse, il cui bagliore dei particellari illumina il campo di battaglia come se venisse acceso un faro, spostando la proiezione della luce anche sugli allenatori in caso di regia della telecamera durante le lotte. Come se l’elenco delle mosse e la relativa effettistica fossero stati incollati alla telecamera come asset, e la cosa grave è che è tutto vero!

Pokémon, oggetti e npc appaiono e scompaiono in continuazione dalla mappa a distanze diverse; npc, Pokémon e oggetti mobili come le pale eoliche si muovono forse a massimo 5 fps se in lontananza (andando a scatti anche se si è lontani di poco) ed è pieno di errori tecnici nelle animazioni e nelle inquadrature. Addirittura abbiamo trovato durante delle cutscenes, come per esempio alcune di quelle nella grotta delle spezie, delle Poké Ball/Mega Ball a terra completamente a caso che – e qua mi esprimo di nuovo personalmente in quanto game designer – immagino siano state messe come segnalini per il posizionamento delle scene scriptate e dimenticate nel gioco. Cutscenes che si svolgono peraltro in tempo reale, ma letteralmente reale, al punto che mentre parliamo con questo o quell’altro personaggio all’aperto rimane tutto caricato, compresi i personaggi passanti presenti fino a un secondo prima che continuano a fare il loro percorso, perdendo progressivamente framerate man mano che si allontanano, in scene a metà tra il disastroso e l’ilare.

Pokemon scarlatto e violetto gameplay co-op

Il tutto con un’assenza di cura, di ingegno, di ottimizzazione che ha dell’assurdo. Esempio: quando entriamo per la prima volta nella nostra classe veniamo presentati ai nostri compagni, con la classica scena dell’alunno vicino alla cattedra in piedi davanti a tutti. In quella scena, metà della classe sta ferma a guardarci e l’altra metà muove all’unisono le gambe avanti e indietro, come fanno alcuni ragazzini da seduti del resto. A parte che fa ridere che metà esatta quasi sia ferma e l’altra metà esatta si muova in modo sincronizzato, ma poi dire che l’animazione di quei ragazzini sia a 10 fps è fare un complimento. Ma perché animarli se il risultato è quello lì? Al di là del fatto che non è concepibile che possano avere lag, al punto che ci è sorto il serio dubbio che il gioco tenga caricata l’intera mappa di gioco sempre e comunque (senza un minimo alleggerimento del carico, come la disattivazione temporanea delle hitbox), ma se il risultato è quello scempio avrebbe avuto più senso farne muovere solo un paio, o tenerli tutti fermi.

Perché esporre in modo così plateale e non necessario un’evidente difficoltà incontrata nel percorso d’ottimizzazione dei giochi? Anche nelle Lotte Classificate non mancano gli svarioni, soprattutto in quelle in Doppio. Pokémon che vanno in low poly senza che ce ne sia reale bisogno, le barre degli HP che spesso non si svuotano subito ma ci mettono quasi due secondi pieni, qualche crash di troppo dei match e una telecamera di gioco che fa una fatica bestiale a fornire una visuale degna di questo nome, questo perché i modelli dei Pokémon ora sono scalati molto meglio rispetto al passato ma ci si ostina a usare le telecamere classiche da 3DS, finendo con il ritrovarsi alcuni Pokémon completamente occultati visivamente da quelli che gli stanno davanti in più occasioni.

pokemon scarlatto e violetto level scaling

Si potrebbe aprire un discorso veramente lungo e profondo sulla questione, perché questi risultati sembrano figli di un gioco che non ha ricevuto l’adeguato polishing o anche solo testing, e non sappiamo se sia dipeso dalle stringenti schedule di rilascio dei titoli Pokémon o da altro. Si parla di come c’entri il cambio definitivo del linguaggio di programmazione, propedeutico ad ampliare il personale nel team dei programmatori ma che ha messo in difficoltà quelli storici, abituati a scrivere codice alla vecchia maniera, però non entreremo nel tecnico in quanto la programmazione non è di nostra competenza.

Nessuno di noi vuole demonizzare una software house storica che sì, magari non sempre ha fatto titoli impeccabili, ma mai ha fatto videogiochi così tanto ridotti male. Sicuramente qualcosa è successo, e ci auguriamo che si possa risolvere tutto per il meglio, però non possiamo ignorare lo stato quasi da early beta che Pokémon Scarlatto e Violetto presentano tecnicamente.

Non è davvero un problema di texture sgranate perché solo alcune di quelle in overworld lo sono, e anzi quelle delle zone urbane, quelle degli interni e soprattutto quelle di personaggi e Pokémon sono davvero buone, se non ottime per essere su Nintendo Switch, quindi non si tratta di quello. Il problema sta nell’ottimizzazione, nel numero davvero eccessivo di errori banali, nei bug, nei glitch e anche in un aliasing davvero marcato, troppo per un gioco in esclusiva. E restando in tema “troppo per un gioco in esclusiva”, troviamo inammissibile che un’esclusiva ci sia crashata non una ma tre volte mentre giocavamo, c’è un limite a tutto. Vedere un videogioco così tanto buono – e lo è davvero pur con delle imperfezioni e delle cose migliorabili – ridotto così tecnicamente fa provare veramente rammarico, al pensiero di cosa sarebbe potuto essere con una realizzazione tecnica più solida.

Le musiche sono tra le migliori della serie!

Torniamo a parlare finalmente di cose positive con l’ultimo aspetto del gioco, ossia la colonna sonora. Pokémon potrà deludere in mille cose, ma quando si tratta di OST, davvero non c’è modo di rimanere delusi. Pokémon Scarlatto e Violetto hanno infatti delle musiche davvero ben fatte, alcune di livello davvero alto e che finiranno probabilmente nella playlist di molti appassionati.

Di solito non facciamo discorsi a parte per le colonne sonore, capita di rado, ma questo è uno di quei casi nei quali la sottolineatura risulta doverosa. Se questi due titoli alla fine hanno scampato l’insufficienza in extremis, nonostante uno stato tecnico impresentabile, è anche per il notevole e lodevole lavoro fatto artisticamente con le OST (e una in particolare è davvero pazzesca, sembra uscita da jrpg di assoluto spessore come Xenoblade).

Pokemon Scarlatto e Violetto Pruna

In definitiva

Pokémon Scarlatto e Violetto sono ottimi videogiochi ridotti in uno stato davvero preoccupante tecnicamente parlando, a stento girano decentemente e alle volte finiscono persino per crashare senza motivo. Fortunatamente la qualità videoludica è buona abbastanza da tenere in piedi baracca e burattini, però serve necessariamente intervenire con delle patch. A tal proposito, la 1.1 qualcosina migliora nel framerate e nei crash in generale (che ora sono spariti), ma fino a che sulla copertina non ci sarà scritto “richiesta connessione a internet per giocare un po’ più decentemente” non perdoneremo più di tanto lo stato della 1.0 solo per le patch.

Ci sembrava semplicemente giusto sottolineare che se si ha modo di aggiornare il gioco, e a onor del vero questa disponibilità ce l’hanno un po’ tutti oggigiorno, la situazione è leggermente meno grave ma comunque tale, dato che moltissimi bug e glitch non si sono mossi da lì e i cali di frame di certo non sono spariti. Vorremmo poi chiudere con un’ultima riflessione.

Avete presente il voto che state per leggere? Si tratta solo di uno dei tanti voti che si potrebbero dare a Pokémon Scarlatto e Violetto. Se siete fan accaniti di Pokémon questo gioco è ai limiti del 10, perché credeteci quando diciamo che giocare a Pokémon, tolto forse Leggende Pokémon Arceus, non è mai stato così entusiasmante. Se siete semplicemente giocatori che non badano troppo ai problemi tecnici, e tanti giochi anche capolavori del passato ne hanno avuti altrettanti (basti pensare al day 1 di Cyberpunk 2077 o al porting PC di Dark Souls) allora potremmo definirlo anche un gioco da 8 o quasi. La verità però è che la qualità realizzativa è pessima e quindi non possiamo ignorarla, e in questo caso la gravità è esponenzialmente maggiorata dal fatto che parliamo di un’esclusiva, e quando si lavora ad hoc per un singolo hardware è ancora meno ammissibile un risultato così. Come mai quindi non un’insufficienza? Perché riteniamo che alla fine ciò che importa sia il gioco, in fondo Pokémon Scarlatto e Violetto non hanno problemi che li rendono realmente ingiocabili, ed è sempre meglio un ottimo gioco tecnicamente pessimo che un pessimo gioco tecnicamente ottimo. Scarlatto e Violetto sono questo, ottimi giochi ridotti male tecnicamente, ed è un grandissimo peccato.

Pokémon Scarlatto e Violetto

6.3

Pokémon Scarlatto e Violetto sono l'ennesimo caso di release day 1 andata non male, ma peggio, ed è un grande rammarico. Ottimi giochi tecnicamente martoriati da mille problemi, ma sotto le macerie della qualità tecnica si nasconde un gioco dal valore innegabile, che riesce nella piccola impresa di rendere il genere open world adatto davvero a tutti, elevando ed enfatizzando il fascino dei Pokémon non di poco. Se però non avete problemi a giocare titoli con difetti tecnici significativi, e siete appassionati della serie, è un must buy!;s

Alessio Fuscà
Sono un game designer di professione ma videogiocatore incallito nel cuore. Tra le mie altre attività, oltre quella da redattore, c'è anche quella di player competitivo nel circuito torneistico ufficiale di Pokémon, la cui serie è stata una dei motivi per i quali ho iniziato a videogiocare quasi 20 anni fa.

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