Dying Light: The Beast, il Barone nel trailer presentato ai TGA

Dying Light: The Beast in un trailer epico, dove conosceremo la nemesi più pericolosa di Kyle Crane.

Tiziano Sbrozzi
Di Tiziano Sbrozzi - Senior Editor News Lettura da 2 minuti

Durante i Game Awards 2024, Techland ha stupito il pubblico con un nuovo trailer di Dying Light: The Beast, il sequel tanto atteso del celebre franchise. Il video ha introdotto il Barone, il temibile antagonista che si erge come la minaccia più oscura mai affrontata dall’iconico Kyle Crane. La finestra di lancio del gioco è stata fissata per l’estate del 2025.

 

Il Barone – al secolo Marius Fischer – è uno scienziato brillante e spietato, ultimo erede di una nobile dinastia farmaceutica. Ossessionato dall’idea di purificare l’umanità sopravvissuta all’epidemia, ha condotto esperimenti con ceppi virali per realizzare il suo misterioso progetto. Nel corso di 13 anni, Crane è stato una pedina del Barone, sottoposto a orribili supplizi che gli hanno donato poteri sovrumani ma anche una sete di vendetta pericolosamente incontrollabile.

Il gameplay si concentra su un’evoluzione della formula di Dying Light, con un vasto mondo aperto post-apocalittico, ambientato a Castor Woods. Tra paludi e scenari unici, i cambiamenti climatici dinamici ci immergeranno in un’esperienza intensa. Torneranno le acrobazie parkour e i combattimenti viscerali, fatti di colpi al collo e sangue che sgorga a fiumi, arricchiti da dinamiche fisiche realistiche. Il trailer mostra anche il laboratorio del Barone, dove affronteremo nuove e spaventose minacce, inclusi nemici geneticamente modificati.

La follia sarà una compagna costante nel corso del gioco: Marius Fischer farà di tutto per mettere Kyle Crane all’angolo e sarà nostra cura cercare soluzioni, strade non battute e armi “alternative” per restare in vita. Nulla è scontato, tutto è nelle nostre mani e possiamo solo pensare a come uscire da questo incubo ad occhi aperti.

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Senior Editor
Lusso, stile e visione: gli elementi che servono per creare una versione esterna di se. Tiziano crede fortemente che l'abito faccia il monaco, che la persona si definisca non solo dalle azioni ma dalle scelte che compie. Saper scegliere è un'arte fine che va coltivata.