Resident Evil è da sempre una delle saghe più bipolari e schizofreniche della storia dei videogiochi. A grandi capolavori, infatti, nel corso degli anni si sono alternati nostro malgrado anche capitoli parecchio discutibili, se non addirittura pessimi. In questa perenne dicotomia, Capcom negli ultimi anni ha deciso di riportare in auge la sua saga storica, dando nuovamente lustro a questo storico brand tra nuovi titoli degni di nota e remake d’episodi indimenticabili. Come sicuramente saprete, a breve uscirà anche il remake di Resident Evil 3: Nemesis, e in occasione di questo evento abbiamo deciso di realizzare per voi una retrospettiva dove analizzeremo quelli che sono, secondo noi, i cinque peggiori e e i cinque migliori titoli della serie.
I cinque peggiori titoli della saga di Resident Evil
5) Resident Evil Gaiden (2002)
Per quanto il Game Boy Color possa contare su di un parco titoli di tutto rispetto, purtroppo Resident Evil Gaiden rimane una grossa occasione sprecata. Nintendo volevo portare sulla sua portatile i vari brand di successo nati sulle console casalinghe, e dopo gli ottimi risultati ottenuti con Tomb Raider e Alone in the Dark si tentò di convertite in salsa portable anche la saga horror di Capcom. Il risultato, purtroppo, è decisamente dimenticabile, risultando un platform abbozzato che tutto sembrava fuorché un videogioco horror. Le ambientazioni erano spoglie e tutte identiche tra di loro mentre le fasi di shooting erano gestite da un minigioco imbarazzante. Se non avete mai sentito parlare di questa produzione ci sarà un motivo, no?
4) Resident Evil: Operation Raccoon City (2012)
L’idea di poter rivestire (una volta tanto) i panni dei cattivi, ovvero i soldati della Umbrella, era di certo allettante. In aggiunta a ciò, il concept d’ambientare gli eventi di questo gioco parallelamente a quelli di Resident Evil 2 sembrava di base vincente. Peccato che, per quanto si trattasse di uno spin-off, a parte alcuni riferimenti, con la saga di Resident Evil aveva ben poco a che fare. Componente horror totalmente assente, fattore survivor non stiamo neanche a parlarne; e non stiamo nemmeno a discutere di come è stato reso il Nemesis, o delle incongruenze narrative con il secondo capitolo ufficiale della saga. Molto male.
3) Resident Evil: The Mercenaries 3D (2011)
Per quanto giocare la celere modalità Mercenari sul 3DS possa essere divertente, il vero problema è che il gioco è tutto qui. Chi è già in possesso di uno degli ultimi capitoli della saga di Resident Evil può tranquillamente fare a meno di questo bizzarro esperimento, questa modalità extra già resa disponibile in altri capitoli del franchise. Quella di Revelations 2, per esempio, è davvero completa e divertente. Il problema alla base di The Mercenaries è proprio la sua mancanza di contenuti, e dopo un paio di partite sarete già passati ad altro. Sempre per 3DS è decisamente più memorabile Resident Evil: Revelations.
2) Resident Evil 6 (2012)
Oggi la saga di Resident Evil sta vivendo una seconda giovinezza, tra il sorprendente Resident Evil VII, l’incredibile remake del secondo capitolo e il rifacimento del terzo che proprio quest’anno vedrà la luce. Ma c’è stato un periodo dove sembrava non esserci speranza per la celebre saga horror creata da Capcom. Questo sesto capitolo nello specifico sembrava più un pessimo Gears-Like che un capitolo canonico della serie. Persino i due Revelations erano riusciti a fare meglio, a livello di gameplay e atmosfera. Esageratamente action, con personaggi esagerati (Chris Redfield raggiunge livelli di trash imbarazzanti) e svuotati del loro storico carisma. Gli zombi, tra le altre cose, restituiscono pure il fuoco da dietro le coperture. Insomma, un disastro, e non è nemmeno l’unico (o l’ultimo) della bipolare saga Capcom.
1) Umbrella Corps (2016)
Come già detto in precedenza per Resident Evil 6, c’è stato un periodo davvero buio per la saga di Capcom, e in questo scenario un titolo come Umbrella Corps non ha di certo aiutato il franchise a risollevarsi, anzi. Avete presente il problema alla base di Metal Gear Surive, ovvero la pesante eredità che portava sulle spalle? Bene, qui il tutto è amplificato all’ennesima potenza, perché se almeno il titolo di Konami aveva delle idee interessanti e una struttura ludica non male, Umbrella Corps è brutto e basta. Non ha nulla a che vedere con il resto della saga, si basa su un multiplayer spoglio e noioso ed è privo di una campagna in singolo (a parte delle terribili missioni che fungono da tutorial). Il comparto tecnico poi sembra uscito dalla generazione precedente. Speriamo che Capcom non ci ricaschi, anche se fare peggio di così è davvero difficile.
Menzione di disonore: Resident Evil Survivor (serie)
Tra il 2000 e il 2003 sono stati pubblicati ben tre titoli appartenenti alla serie Survivor, ovvero l’omonimo Survivor, un secondo capitolo incentrato sulle vicende di Code Veronica, e Dead Aim. Questa declinazione arcade della serie fu prodotta al solo scopo di fare concorrenza al ben più celebre The House of the Dead di Sega. Non parliamo di titoli ufficiali, e per questo non rientrano tra i cinque peggiori, ma rimangono comunque degli esperimenti fin troppo dimenticabili (e dimenticati).
I cinque migliori titoli della saga di Resident Evil
5) Resident Evil VII (2017)
Se il sesto capitolo ha rischiato di affossare irrimediabilmente la saga, il suo “sequel” è riuscito nell’impresa di farla rinascere. Seppur all’apparenza possa sembra un capitolo della serie fin troppo innovativo rispetto ai suoi predecessori (visuale in prima persona, niente zombie, protagonisti nuovi) in realtà è un inaspettato ritorno alle origini del franchise. La casa, la vera protagonista del titolo, incarna perfettamente lo spirito della serie, tra enigmi ingegnosi e situazioni angoscianti, caratteristiche che ormai Capcom sembrava essersi dimenticate e che qui tornano più forti di prima. Certo, non è un titolo perfetto, ma i pregi superano di gran lunga i difetti. E certi colpi di scena sono di gran classe!
4) Resident Evil 4 (2005)
Resident Evil 7 è ricordato per aver fatto rinascere la saga, mentre il quarto capitolo ha invece segnato quella spaccatura che l’avrebbe fatta virare verso l’ormai ben nota componente action che seppe far imbestialire molti utenti. All’epoca non potevamo saperlo, ma Resident Evil 4 sarebbe stato il precursore di tutto ciò che c’è stato di sbagliato nell’evoluzione (o involuzione) della serie. Oggettivamente parlando, comunque, Resident Evil 4 è un grandissimo titolo che segnò il passaggio definitivo verso la visuale alle spalle del protagonista, mettendo da parte le ormai vetuste telecamere fisse. Resident Evil 4 incarnava perfettamente l’equilibrio tra azione e horror, con zombi più veloci e scenari più vasti, ma comunque terrificanti. Se si fosse continuato su questa strada, la saga non avrebbe vissuto quei terribili anni bui.
3) Resident Evil: Code Veronica (2000)
Nato originariamente sulla sfortunata console SEGA, ovvero il Dreamcast, Resident Evil: Code Veronica è l’unico titolo della serie Resident Evil ad essere stato sviluppato esternamente dalla Nextech Corporation, seppur Capcom abbia supervisionato l’intero progetto. Parliamo di un piccolo capolavoro che molti trascurano immeritatamente, con uno stile che incarna i primi capitoli sella serie ma con un comparto tecnico e un gameplay all’avanguardia per l’epoca. La veste grafica era infatti per la prima volta totalmente in 3D, con sfondi non più pre-renderizzati, e la telecamera offriva inquadrature dinamiche e non più statiche come un tempo. Inoltre gli enigmi erano tornati ai fasti dei primi due capitoli, mettendo da parte quelli più “sempliciotti” di Resident Evil 3. Un episodio sottovalutato che in molti dovrebbero (ri)scoprire.
2) Resident Evil (1996)
Non si può di certo mettere da parte il capostipite, il titolo dal quale tutto è cominciato. Ancora oggi, a distanza di 24 anni, l’atmosfera del primo Resident Evil rimane unica e irripetibile, nonostante i limiti tecnici di allora. L’atmosfera di tensione è perfetta, e le munizioni limitate unite ad un inventario ristretto non facevano altro che rendere l’esperienza ancor più angosciante. La vera protagonista dell’opera fu però la Villa Spencer, ovvero l’edificio di proprietà della Umbrella Corporation, che ancora oggi riecheggia negli incubi di ogni videogiocatore. Se non lo avete mai giocato dovete rimediare subito!
1) Resident Evil 2 (e Resident Evil 2 Remake) (1998 e 2019)
La produzione di questo titolo fu alquanto travagliata e vide durante la sua lavorazione il passaggio da Mikami all’allora giovanissimo Hideki Kamiya. I vari problemi di carattere produttivo sembravano un cattivo auspicio, ma in realtà il risultato finale fu uno dei videogame migliori mai realizzati nella storia, nonché il miglior survival horror della sua generazione. Un evento videoludico talmente unico e irripetibile che per dirigere lo spot venne ingaggiato niente di meno che George Romero, regista de La notte dei morti viventi. Il suo remake del 2019 merita di trovarsi a pari merito con il suo “papà” per essere riuscito nella non semplice impresa di riportare in vita quelle stesse meccaniche e atmosfere declinando però il tutto con un gameplay moderno e fresco. Resident Evil 2 Remake è riuscito infatti a riportare in vita l’originale rinnovandolo ma senza tradirlo, e questo senza limitarsi ad una nuova veste grafica come altri remake della medesima generazione. Resident Evil 2 e il suo remake sono il meglio che ogni fan della serie possa desiderare, senza sé e senza ma.
Menzione d’onore: Resident Evil 3: Nemesis (1999)
Originariamente concepito come uno spin-off della serie, con il nome in codice di Biohazard 1.9, alla fine Capcom decise di renderlo un vero e proprio capitolo principale a tutto tondo. Non si trova fuori dalla Top 5 perché sia un titolo insufficiente, tutt’altro, ma della trilogia originale è forse quello meno memorabile. Gli enigmi diventano fin troppo semplici, gli spazi angusti vengono messi da parte e si vira decisamente verso una componente shooter. Se non fosse per la presenza del Nemesis, Resident Evil 3 non sarebbe altro se non un more of the same del precedente episodio, che è il principale difetto di molti “capitoli 3” dell’era PlayStation. Le novità comunque non mancano, come la presenza di ben otto finali, la possibilità di schivare i colpi nemici, le rotazioni di 180 gradi e il crafting dei proiettili. Quel che è certo è che non vediamo l’ora di mettere le mani sul suo remake!