Yomawari: Midnight Shadows Recensione

Federico "Gears" Lima
Di Federico "Gears" Lima Recensioni Lettura da 8 minuti

Halloween è vicino, e ottobre si è coerentemente dimostrato un mese all’insegna dell’horror grazie a serie del calibro di Stranger Things 2 e a videogiochi come The Evil Within 2. Tuttavia, a causa della tipologia di gameplay che lo rende di fatto un titolo di nicchia in Occidente, c’è una piccola fiaba dalle tinte spettrali che rischia di passare inosservata all’ombra dei tripla A che stanno uscendo in questi giorni, e che invece merita un po’ d’attenzione. Il gioco di cui sto parlando, come avrete capito dal titolo, è Yomawari: Midnight Shadows, seguito del non troppo eccelso Yomawari: Night Alone prodotto da Nippon Ichi, e posso assicurarvi che, se siete amanti di questo genere di horror, sarete piacevolmente soddisfatti del vostro acquisto. I difetti, purtroppo, non mancano nemmeno questa volta, ma dei passi avanti sono stati indubbiamente fatti rispetto al suo predecessore. Mettetevi comodi, spegnete le luci e continuate a leggere.

Un incubo ad occhi aperti

Avviando per la prima volta un gioco siamo abituati a dover regolare la luminosità, i bordi dello schermo e così via, ma Yomawari: Midnight Shadows mette subito le cose in chiaro chiedendoci se siamo pronti e, soprattutto, di non smettere mai di guardare lo schermo mentre giochiamo. Una premessa rassicurante, non c’è che dire, ma azzeccata per una storia carica d’angoscia e inquietudine. Nel corso delle 7/8 ore di gioco vestiremo i panni di Haru e Yui, due bambine che vivranno un vero e proprio incubo ad occhi aperti: Haru verrà attaccata da un’ombra sparendo nel nulla, e la sua amica si metterà alla sua ricerca vagando per le strade di una città che pullula di mostri. Un incipit non particolarmente originale, ma perfettamente contestualizzato grazie al particolarissimo stile grafico e alle ambientazioni surreali che illumineremo con la nostra piccola torcia.

Il gameplay non è troppo elaborato, ma essenziale al punto giusto: la nostra esperienza di gioco sarà una lunga e inquietante passeggiata inframezzata da enigmi e fantasmi che non potremo combattere e, di conseguenza, ci costringeranno a nasconderci in un cespuglio o dietro un cartellone stradale. La loro presenza verrà segnalata dall’aumentare del battito cardiaco delle protagoniste e se non avremo a disposizione alcun posto in cui nasconderci saremo costretti a fuggire, cercando di seminarli e sperando di incontrare al più presto una statuina, che ci permetterà di salvare i nostri progressi. Per fare ciò, tuttavia, dovremo offrire una moneta che, assieme a sassi e pigne, troveremo in giro per il mondo di gioco e che scoveremo grazie alla torcia che ci salverà in moltissime situazioni. Se la narrativa era stato il vero tallone d’Achille di Yomawari: Night Alone, l’introduzione del secondo personaggio giocabile risolve il problema nel nuovo capitolo della serie: vivremo ben due avventure parallele e spesso cambieremo protagonista proprio nel momento in cui ci troveremo davanti al pericolo, creando così l’occasione perfetta per un colpo di scena.

Chi ha paura del buio?

Vedendo le immagini di questa recensione vi starete chiedendo come possa un titolo in grafica super deformed spaventare ed instillare angoscia, ma se c’è una cosa in cui questo gioco eccelle è proprio questo. Yomawari: Midnight Shadows è un lupo mascherato da agnello, perchè dietro a una veste innocente e delicata si nasconde infatti una storia cupa e inquietante, ricca di suspense ed elementi che vi coglieranno senza dubbio alla sprovvista. I mostri, per quanto talvolta risultino talmente bizzarri da farci sorridere, ci uccideranno in un colpo solo e per questo basterà vederne uno per gettarci in preda al panico e farci correre via. Una piccola perla è la mappa di gioco che funge da diario per Haru ed è per questo disegnata come farebbe una bambina, piena di post-it e disegnini colorati in cui la protagonista ritrae i terrificanti nemici con dei semplici pastelli.

L’elemento più azzeccato della direzione artistica è senza dubbio il comparto audio: la totale assenza di una colonna sonora rende il silenzio grande protagonista delle nostre sessioni di gioco, creando un’atmosfera carica di tensione in cui non avremo riferimenti certi grazie anche alle forme poco definite tipiche dello stile grafico. Gli unici suoni che sentiremo saranno i nostri passi, il battito del nostro cuore e, soprattutto, i versi gutturali e striduli che i fantasmi emetteranno dopo averci visto, amplificando ancora di più la sensazione d’angoscia che percorre ogni singolo pixel del gioco. Insomma, giocando con un paio di cuffie e le luci spente, questo titolo vi metterà a dura prova.

L’ombra del dubbio

Sarebbe bello non parlarvi degli aspetti negativi di questo gioco, ma purtroppo non è tutto oro quel che luccica nelle ombre di Yomawari: Midnight Shadows. La storia è lenta ad ingranare e, per un gioco non esattamente longevo, non è un problema da sottovalutare: sebbene i primi minuti siano intensi e accattivanti, ci vorrà circa un’ora di esplorazione per tornare allo stesso livello di tensione delle fasi iniziali. La quasi totale assenza di indicazioni non aiuta in questo, costringendo spesso i giocatori a tornare nei luoghi visitati in precedenza per cercare nuove strade per proseguire e rallentando pericolosamente il ritmo della narrazione. Come se non bastasse, questo titolo ha ereditato dal suo predecessore anche un difetto non proprio trascurabile, ossia la formula “trial and error” che in un gioco del genere può risultare fin troppo frustrante e ripetitiva.

Fortunatamente con il passare delle ore questi problemi si fanno meno pesanti, ma questo non ci permette di ignorarli totalmente. Se vogliamo essere completamente onesti, alla fine della fiera non ci sono troppe novità rispetto al capitolo precedente, ma le poche innovazioni sono bastate a migliorare notevolmente l’esperienza di gioco. L’assenza di una traduzione italiana restringe ulteriormente il cerchio dei giocatori che potrebbero rimanere affascinati da questa fiaba, ma la semplicità dei testi e del linguaggio riescono in qualche modo a bilanciare questo vuoto. In sostanza, la presenza di qualche difetto e la particolare formula proposta da Nippon Ichi rendono Yomawari: Midnight Shadows un titolo per pochi, adatto a un pubblico ben specifico ma che potrebbe sorprendere anche i meno interessati.

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Nintendaro fino all'ultimo ricciolo, mi sono avvicinato al mondo Playstation solo da qualche anno. Le mie saghe preferite sono Kingdom Hearts, Pokemon e The Legend of Zelda, e la mia abilità nei picchiaduro classici e negli sparatutto è paragonabile a quella di un comodino. Non esattamente il massimo, insomma.