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WOW, Overwatch e Hearthstone salutano la Cina

Non è un mistero che il governo cinese abbia particolarmente in cura la questione dei videogiochi: non solo sono state realizzate leggi per limitare il numero di ore di gioco tra i bambini, ma viene eseguita una meticolosa e complessa selezione di tutti quei titoli che, prodotti all’estero, desiderano approdare sul vasto mercato cinese.

Nel corso del 2021 sono state chiuse più di 10’000 aziende videoludiche a causa di questo selettivo embargo e il problema sembra interessare non solo i piccoli studi indipendenti, ma anche i veri e proprio pezzi grossi del mercato.

È il caso di Activision-Blizzard, che, a seguito di un accordo durato 14 anni con la società di distribuzione cinese NetEase, cesserà presto la sua presenza nel paese.

Sia da parte di NetEase che da parte di Activision-Blizzard si parla infatti di una divergenza di opinioni tale da far saltare il rinnovo dello storico accordo tra le due compagnie. NetEase avrebbe inoltre rifiutato di concedere ulteriori 6 mesi necessari per permettere alla casa di sviluppo di trovare un nuovo partner.

Quella di NetEase sembra una scelta definitiva, in quanto ha già provveduto a smantellare i team che gestivano i software che, a partire dal 23 gennaio 2023, non saranno più disponibili in tutta la Cina.

Tra questi titoli abbiamo giochi del calibro di Hearthstone, Overwatch 2 e World of Warcraft.

Sara Pandolfi
Nata e cresciuta videoludicamente sotto il segno della triforza, grande appassionata di videogiochi a 360°, ma con un nostalgico occhio di riguardo alle creazioni della grande N.

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