World’s End Club – Recensione di un viaggio fuori dal comune

12 personaggi e un viaggio dove niente è come sembra. Ecco la recensione di World's End Club, dalle menti dietro a Danganronpa e Zero Escape.

Gianluigi Crescenzi
Di Gianluigi Crescenzi - Deputy Editor Recensioni Lettura da 11 minuti
7.5
World's End Club

World’s End Club è un titolo dal passato molto particolare: nato dal “dream team” che vede unire le menti dei produttori Kotaro Uchikoshi (Zero Escape) e dall’autore di Danganronpa, Kazutaka Kodaka, il gioco di Izanagi Games è arrivato lo scorso anno su Apple Arcade ed ora si prepara a vivere nuova vita su PC e Nintendo Switch. La versione di World’s End Club che prendiamo in considerazione per la nostra recensione è proprio quella della console ibrida della Casa di Kyoto, con la sensazione che nonostante le caratteristiche intrinseche si è rivelata una vittoria solo a metà.

Scopriamo insieme World’s End Club e l’emozionante avventura del Club dei Temerari, che accompagneremo nel loro lungo e pericoloso viaggio di 12oo kilometri!

Il Gioco del Destino

La storia inizierà con un video durante quella che sembra un’allegra gita scolastica, dove una piccola classe di ragazzi si trova su uno scuolabus diretto nella periferia di Tokyo mentre si intrattiene con un film molto particolare dagli schermi presenti sul mezzo. Basteranno pochi minuti però per capire che la quiete e la spensieratezza sono destinate a terminare presto: qualcosa di simile a un meteorite cade dal cielo e colpisce in pieno la città di Tokyo in lontananza, e la potente onda d’urto fa sbalzare fuori strada lo scuolabus. dopo questo, buio.

I ragazzi si risvegliano in un posto molto strano, quasi surreale: un parco giochi sottomarino! Usciti da delle capsule di vetro e metallo in pieno stile futuristico, si accorgeranno che di surreale c’è anche la situazione: la loro mente è intorpidita, e non ricordano nulla di come siano arrivati in quel posto. Che sia stato fatto loro il lavaggio del cervello? Le domande aumentano di minuto in minuto, quando alcune di esse trovano risposta: compare Pielope! Un clown svolazzante, che i ragazzi avevano già visto nel film che stavano guardando. E proprio come nel film, questo strano esserino costringerà i ragazzi a partecipare ad un gioco perverso chiamato “Gioco del Destino”, che con delle meccaniche fatte apposta per mettere l’uno contro l’altro il gruppo di amici, creerà un clima di tensione in una situazione estrema.

world's End club Pielope dialogo

Senza anticiparvi oltre a riguardo, sappiate che questa sarà solo la prima parte del gioco (che potrete provare anche grazie alla demo gratuita che potete scaricare dal Nintendo eShop). Dopo questa prima parte di “riscaldamento”, partirà l’avventura vera e propria, con il Club dei Temerari che intraprenderà il proprio viaggio verso Tokyo.

Il potere dell’amicizia

Lì dove questo incipit sembra dare una precisa direzione al gioco, a conti fatti si rivela solamente una piccolissima prima parte. Il “Gioco del Destino” infatti non è altro che una sorta di auto-citazione dei due autori, che ricorda molto le sadiche meccaniche che siamo stati abituati a vedere nei loro lavori (in primis la serie di Danganronpa). Dopo di questo infatti inizia il viaggio dei protagonisti, che avrà delle tonalità decisamente più rilassate (nonostante la situazione che incontreranno) e degli argomenti che vedranno sempre come centro l’amicizia e le relazioni con gli altri. L’uno dopo l’altro avremo modo di controllare tutti i personaggi, anche se il nostro punto di riferimento generale sarà Reycho. Nell’avventura questi piccoli ragazzi si accorgeranno man mano, in situazioni che non vi anticiperemo, di aver sviluppato ognuno un’abilità speciale e incredibile, che li aiuteranno ad affrontare tutti i pericoli che si porranno loro davanti durante il viaggio.

Nel gioco saremo portati ad alternare, come capita spesso nelle avventure con fasi action di stampo nipponico a più protagonisti, delle parti più giocate, ad altre con lunghi dialoghi che faranno andare avanti la storia e approfondiranno le personalità dei protagonisti. Il tempo di gioco che la trama occuperà si aggira tra le 12 e le 14 ore, a seconda dei tentativi che impiegherete in determinate fasi, e in base a quanto sarete svelti nella lettura dei dialoghi. Un appunto fondamentale è che il gioco è testualmente localizzato in italiano, e quindi la lettura (leggera e contestualizzata) non sarà affatto pesante nemmeno per coloro che sono poco abituati al genere.

World’s End Club sfrutta una timeline che vedremo nel menù di selezione capitolo con la mappa del Giappone (anche se la selezione libera del capitolo si sbloccherà solo in un secondo momento). In questa timeline potremo controllare più cose, come le strade che percorreremo quando faremo delle scelte e il gruppo si dividerà, oppure il tipo di capitolo che andremo a vivere (se sarà il momento di agire, di accamparsi o di guardare dei momenti storia). Leggere i dialoghi e parlare con tutti mentre si è accampati spesso non è utilissimo per i fini del gameplay, ma è importantissimo per conoscere al meglio la personalità dei personaggi e di comprenderne i sentimenti.  World’s End Club è ricco di colpi di scena, Quindi non lasciatevi scappare nulla!

Abilità latenti

Le fasi giocate di World’s End Club, come avrete notato anche nel video nella recensione, si strutturano su due dimensioni. Fondamentalmente si baserà spesso di procedere in orizzontale (anche se con qualche zona che fa della verticalità un suo punto di forza), superare ostacoli, sconfiggere nemici e risolvere puzzle. Se nelle prime fasi di gioco queste fasi sono abbastanza corte, con l’avanzare della storia alcune fasi si riveleranno leggermente più complesse e ingegnose, ma nulla di trascendentale. A differenziarle ci saranno i già citati poteri dei ragazzi. All’inizio nessuno sa di averli, ma pian piano queste abilità latenti inizieranno a risvegliarsi, e saranno fondamentali per procedere. Gli enigmi da risolvere con la testa invece sono molto più semplici, quasi guidati, un vero peccato.

Se andiamo al sodo, tutta la progressione del gioco è molto guidata, e sarà davvero difficile perdersi qualcosa (al netto delle scelte che farete nei “bivi”, che potrete comunque recuperare quando potrete selezionare i capitoli), come oggetti chiave e collezionabili (30 figurine che troverete in giro per i livelli o superando una piccolissima sfida).

world's end club

Nonostante quindi il gameplay del gioco sia estremamente adatto ad una console portatile (o ibrida in questo caso), in una recensione non è semplice parlare in modo entusiastico di come World’s End Club si comporta su Nintendo Switch. Sul piano tecnico infatti ci sono diverse lacune che possono infastidire non poco: partendo da quelle meno gravi legate ai caricamenti lentini se consideriamo il tipo di gioco, o la mancata implementazione dei controlli touch (scelta forse saggia, dato che non si comportavano benissimo su Apple Arcade), passiamo purtroppo ad un input lag estremamente pressante, che ci farà dannare fin dai primi momenti di gioco. Questo accade sia nella modalità docked con pro controller, sia in modalità portatile (con un leggerissimo miglioramento). Questo fattore in particolare sarà la croce fautrice di più della metà dei vostri Game Over, che saranno molti e frequenti (per fortuna abbinati ai moltissimi checkpoint presenti). Un vero peccato, se si pensa che i tasti e i controlli del gioco sono semplicissimi, diretti e ridotti al minimo sindacale. Sarebbe un difetto accettabile, se non fosse abbinato a fasi dove il tempismo è l’unica cosa che vi divide tra la vita e la morte, e se alcuni determinati comandi non fossero attivabili solamente in spazi strettissimi.

Sul piano artistico invece il gioco riesce a dare il meglio di sé, con il suo colorato stile cartoon, la buonissima caratterizzazione estetica dei personaggi (che si perde classicamente nei vari stereotipi), e con alcune fasi in cui lo schermo viene invaso da vignette dei protagonisti in stile fumetto. Meno ispirato il level design, che fa il suo lavoro senza infamia né lode.

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Un abbraccio gigante

Nonostante sembra sia stato detto tutto, tengo particolarmente a dedicare un breve paragrafo alla parte emotiva di World’s End Club in questa recensione. Nonostante abbia i difetti citati nel gameplay, nonostante alcune parti della storia possano sembrare “telefonate”, e nono stante le “meccaniche alla Danganronpa” che i giocatori si aspettavano erano limitate a solo una piccola parte del gioco, World’s End Club è un titolo che ha come scopo quello di scaldare il cuore di chi gioca. Si fa portavoce e bandiera dell’amicizia, dell’emozionarsi, e del farlo divertendosi nonostante tutte le avversità. Ne viene fuori lo spirito di sacrificio per i propri amici e per i propri cari, ne viene fuori l’empatia, nonostante le imperfezioni e le discussioni.

L’inno del Club dei Temerari è qualcosa che vi rimarrà in un certo senso nel cuore, dato il suo significato (se andrete a recuperare il testo), e che sicuramente continuerete a canticchiare nella vostra testa dopo che avrete terminato il gioco (un po’ come accadeva con Let’s Play with Monokuma in Danganronpa Ultra Despair Girls… anche se il testo era tutt’altro che toccante ndr).

World's End Club
7.5
Voto 7.5
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Deputy Editor
Classe 90, invecchia bene tanto quanto il vino, anche se preferisce un buon Whisky. Ama l'introspezione, l'interpretazione e l'investigazione, e a volte tende a scavare molto più del necessario. Inguaribile romantico, amante della musica e cantante in erba, si destreggia tra hack n'slash, soulslike, punta e clicca e... praticamente qualsiasi altro tipo di gioco.