Era il lontano 1977 quando la Marvel introduceva per la prima volta il personaggi di Uatu, l’Osservatore, strano essere addetto a guardare il multiverso Marvel, raccontandone le vicende. L’idea dell’epoca era quella di proporre un punto di divergenza, che andava in ogni storia (spesso one-shot) a cambiare l’andamento originale in virtù di nuove trame da raccontare. Mentre quindi la Panini ha ristampato alcune delle storie classiche mettendole in un volume, la Marvel su Disney+ sta spianando la strada per l’arrivo di What if…?, omonima serie che porterà alcune delle vicende viste nel Marvel Cinematic Universe, stavolta però con una chiave di lettura diversa (e con vicende divergenti). Cogliendo la palla al balzo dopo gli avvenimenti di Loki, questa serie sarà composta da 9 episodi e sarà antologica: è già prevista una seconda stagione che conterà altri 9 episodi, e tutti saranno scollegati gli uni dagli altri, ma richiederanno di conoscere le vicende originali per coglierne bene le particolarità. Abbiamo avuto modo di vedere in anteprima 3 episodi di What if…?, e abbiamo potuto constatare come il progetto, anche se trasposto, riesca facilmente a funzionare.
Eroe nel cuore
La particolarità di questa serie è legata al fatto che è animata: nonostante le fattezze siano praticamente quelle degli attori che abbiamo visto al cinema, non tutti sono tornati a doppiare sé stessi (a causa di impegni vari). Ogni puntata si apre con un’intro fatta proprio da Uatu che, spiegato il perché del racconto, ci porta poi a vedere il punto di divergenza, facendo partire da lì l’intreccio e mostrando le differenze dal racconto originale.
Le tre puntate iniziali sono dedicate a Captain Carter, ai Ravagers e a Loki sulla Terra, partendo rispettivamente dagli avvenimenti di Captain America, Guardiani della Galassia e Avengers. Come la serie originale, le trovate proposte sono geniali, e mostrano come la Marvel sia riuscita a pensare ad ogni singolo dettaglio. Si vede subito infatti che il rapporto di causa e conseguenza è ben strutturato, senza però cadere nella banalità (buttando sempre un occhio verso la continuity standard, magari variando le dinamiche ma portando risultati simili).
Le puntate durano circa 30 minuti, e ovviamente non si dedica a orpelli stilistici in favore invece di un racconto veloce e diretto, soprattutto incentrato all’azione e al cuore della vicenda.
La propria casa
La serie sfrutta un’animazione moderna e ben fatta, capace di mostrare i denti soprattutto nelle fasi d’azione: i colori a schermo sono adattati anche al racconto – e sappiamo che ci saranno anche gli zombie, puntando quindi anche ad un racconto vicino alla chiave horror. Mancano ancora 6 episodi, ma se c’è una cosa che salta all’occhio, nella serie, è la differenza tra le puntate.
Si nota infatti come alcune siano più riuscite di altre: forse proprio il fatto di avere un minutaggio massimo, richiede che alcune vicende siano gestite frettolosamente, e questo si vede specialmente nella terza puntata. In alcuni casi, se proprio dovessimo andare a cercare il pelo nell’uovo, sembra anche richiesta una conoscenza profonda del MCU (visto che alcune puntate prendono spunto anche da vicende avvenute in altri film).
Nonostante questo, la parte più interessante rimane quella legata al modo in cui le cose divergono: ogni secondo infatti è intriso di easter egg capaci di strappare un sorriso, e nulla di quello che compare in TV è scontato e troppo esagerato, ma anzi rimane coerente, cosa non da poco. Insomma, la serie sicuramente non si farà desiderare come le tre precedenti (visto che non condividerà una trama orizzontale), ma sicuramente potrà far divertire e appassionare i fan del Marvel Cinematic Universe con dei twist di storie classiche nient’affatto male.