Killing Floor 3 Recensione, proprio quello che ti aspetti… nel bene e nel male

Torna una delle serie di FPS più particolari, con la sua terza iterazione. Ecco la nostra recensione di Killing Floor 3!

Gianluigi Crescenzi
Di
Gianluigi Crescenzi
Deputy Editor
Classe 90, invecchia bene tanto quanto il vino, anche se preferisce un buon Whisky. Ama l'introspezione, l'interpretazione e l'investigazione, e a volte tende a scavare molto...
- Deputy Editor
Recensioni
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Killing Floor 3 cover
6.5 Sufficiente
Killing Floor 3

La serie di Killing Floor con i suoi primi due titoli è riuscita a guadagnarsi il rispetto di una nicchia di community abbastanza gremita, forte del fatto che la formula della cooperazione online con ondate di nemici ha sempre ricevuto un discreto consenso (anche quando si tratta di una modalità di un altro gioco più grande, come in COD). Oggi Tripwire Interactive inaugura Killing Floor 3, la terza iterazione che a conti fatti non cerca di cambiare quasi nulla. Certo, sia a livello tecnico che di modernizzazione siamo davvero molto avanti, ma di novità vere e proprie ce ne sono davvero poche. Forse, è anche meglio così. Andiamo a guardare più da vicino Killing Floor 3 nella nostra recensione!

We meet again!

Per i giocatori che hanno già avuto a che fare con uno dei due capitoli di Killing Floor, la questione sarà molto semplice, perché Killing Floor 3 si discosta poco o nulla dalle precedenti iterazioni. La serie è uno shooter in prima persona, che si basa su delle missioni in cui noi e la nostra squadra dovremo sopravvivere a delle orde numerose di nemici, via via più forti e arrabbiati. Tra un’ondata e l’altra avremo modo di potenziarci, acquistare o cambiare armi, rifocillarci, recuperare munizioni o armi da lancio, e poco altro. Il ritmo è frenetico, l’azione tanta, e la sinergia con gli altri membri della squadra gioca un ruolo molto importante per portare a casa le varie missioni.

A livello di setting narrativo, ci troviamo in un sanguinoso e distopico 2091. Killing Floor 3 è il seguito diretto del secondo capitolo, con gli Zed (il mostruoso esercito della megacorporazione Horzine) che necessitano ancora di essere studiati e sterminati una volta per tutte, compito che sembra alquanto arduo. Noi impersoneremo uno specialista di Nightfall, addestrato al meglio e armato fino ai denti, che completerà i vari obiettivi della storia durante le spedizioni.

Un loop ben noto

Come giù anticipato, la formula tradizionale non cambia: ogni partita si articola in ondate (di norma cinque) di Zed, culminando poi in un boss finale (tra cui Chimera, Impaler e Queen Crawler). Le parti legate alla storia sono presenti come missioni opzionali narrativamente strutturate, che però si esauriscono in circa 4 ore di contenuti, più che altro come anticamera a una modalità survival. Questo loop, con guadagni di crediti tra le ondate e crafting mod da usare sul proprio arsenale specialistico, è solido e intrattiene a dovere per le prime 10 ore. Questo perché per fortuna KF3 riesce ad offrire sensazioni di progressione immediate al giocatore, ma soprattutto anche la varietà e la sperimentazione grazie alla possibilità di scegliere tra più specialisti (6 classi diverse) e mod sulle armi.

Purtroppo questo appagamento è fugace, quasi effimero, dato che dopo una decina di missioni il livello di progressione rallenta visibilmente, con i match che raggiungono la tanto temuta ripetitività, con lo stimolo che scende sempre di più. Questo vale specialmente se avrete a che fare con partite in solitaria, o con matchmaking randomici, dove il senso di coesione è ben diverso rispetto a quando si gioca con amici. Insomma, una squadra al vostro fianco non è indispensabile solo per vincere, ma anche per non far venire il gioco a noia, dato che tutto poi potrà avere il sapore di “già visto”.

Light my fire, baby!

Anche dal punto di vista dello shooting, ci sono luci e ombre. Il nuovo M.E.A.T. System offre una resa visiva aggressiva e terrificante nel gore, con animazioni di smembramento ben realizzate, muscoli interni e tendini che si strappano quando si fanno esplodere gli Zed. C’è da dire tuttavia che le armi – soprattutto i fucili d’assalto – manchino di un peso effettivo, e che altre armi più leggere, paradossalmente, spesso risultano più efficaci. I feedback delle armi sono comunque buoni, non eccellenti, ma comunque degni di nota, a parte qualche rinculo mancato o qualche suono un pochino più “giocattoloso”. La sensazione di onnipotenza arriva in ogni caso con le classi più “toste” e create per far male, che soprattutto con le loro “ultimate” riescono a fare piazza pulita in pochi secondi di un numero considerevole di Zed.

Abbiamo provato Killing Floor 3 su PlayStation 5, e dal punto di vista visivo possiamo dire che si è difeso abbastanza bene, con qualche piccolissima riserva. Partiamo col dire che sul piano cromatico il gioco punta a un’estetica cyber‑punk scura, ma non sempre coerente, con alcune mappe risultano visivamente anonime. C’è da dire però che il protagonista vero e proprio lo sceglierete voi dalle impostazioni: il colore, quello si che farà la differenza, scegliete il livello di rosso, di saturazione, di presenza, e il gioco è fatto.

Quello su cui abbiamo delle riserve però è la stabilità tecnica, un punto dolente da non sottovalutare: partiamo dal dire che i modelli degli Zed sono discreti a livello visivo, anche per un gioco che punta sull’online, ma questo ha portato anche ad alcuni cali di framerate in ambienti densi di effetti, o durante le ondate più numerose. Ultima nota dolente, la paradossale mancanza dell’italiano come lingua di localizzazione, dato che ce ne sono davvero tante altre anche poco parlate. Un limite su cui è possibile soprassedere facilmente data la destinazione del gioco, ma che ad alcuni giocatori potrebbe far perdere interesse, anche della poca trama presente.

Killing Floor 3 cover
Killing Floor 3
Sufficiente 6.5
Voto 6.5
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Deputy Editor
Classe 90, invecchia bene tanto quanto il vino, anche se preferisce un buon Whisky. Ama l'introspezione, l'interpretazione e l'investigazione, e a volte tende a scavare molto più del necessario. Inguaribile romantico, amante della musica e cantante in erba, si destreggia tra hack n'slash, soulslike, punta e clicca e... praticamente qualsiasi altro tipo di gioco.