Arc Raiders e la conclusione della “guerra degli streamer”

Vediamo insieme come è finita la "guerra degli streamer" su Arc Raiders, faida che ha galvanizzato i social in questo ultimo periodo.

Nicolò Fratangeli
Di
Nicolò Fratangeli
Nato col videogioco nel sangue, riceve a sei anni la sua prima console: l'indimenticabile SNES; distruggendo joystick a furia di Donkey Kong Country e Super Mario,...
NewsARC Raiders
Lettura da 2 minuti

Arc Raiders ha conquistato il pubblico in un lampo, diventando uno dei giochi multiplayer più popolari dell’anno. La sua crescita è stata così rapida da spingere alcuni dei più grandi streamer della scena – tra cui Ninja, Shroud e TimTheTatman – a dare vita a due fazioni rivali, i Bungulators e gli MFMers, trasformando le lobby del gioco in un vero e proprio teatro di guerra… o quasi.
La “guerra degli streamer” non è stato un evento ufficiale né particolarmente organizzato: non esistevano server privati dedicati, né regole precise. I giocatori si limitavano a presentarsi indossando uniformi improvvisate per rappresentare la propria fazione e sparare a chiunque indossasse qualcosa di diverso.

Il risultato? Scene caotiche, squadre sbilanciate e partite rovinate. Alcuni giocatori ignari venivano addirittura eliminati senza capire cosa stesse succedendo, mentre altri si vedevano costretti a “giurare fedeltà” a una delle due parti per evitare di essere presi di mira.

Il finale: niente epiche battaglie, solo una chiamata su Discord

Dopo giorni di confusione, la guerra si è conclusa nel modo più inaspettato e anticlimatico possibile: una call su Discord. Durante la conversazione, il VTuber TheBurntPeanut, uno dei principali organizzatori, ha dichiarato la vittoria dei Bungulators. Nessuna battaglia finale, nessun conteggio delle uccisioni, nessuna statistica ufficiale: solo un annuncio informale e la guerra più caotica dell’anno si è dissolta così com’era nata.
Con la fine della faida, molti giocatori sperano di poter tornare a esplorare Arc Raiders senza rischiare di essere colpiti solo per il colore dell’uniforme. La community, divertita ma anche sollevata, ha commentato l’evento come un curioso esperimento sociale… e un monito su cosa può succedere quando gli streamer decidono di trasformare un gioco popolare in un campo di battaglia improvvisato.

Condividi l'articolo
Nato col videogioco nel sangue, riceve a sei anni la sua prima console: l'indimenticabile SNES; distruggendo joystick a furia di Donkey Kong Country e Super Mario, riceve un paio di anno dopo l'amore della sua vita: Sony PlayStation. Console che l'accompagnerà per tutta la sua carriera videoludica, tantè che la ritroviamo attaccata e funzionante nella sua cameretta, appena sotto le sorelle maggiori. Da buon collezionista e amante di retrogaming passa parte del tempo su Ebay a cercare qualche chicca Retrò, ritrovandosi ogni volta in lacrime alla vista del prezzo di Suikoden II PAL.