Velvet Buzzsaw – Recensione del film Netflix con Jake Gyllenhaall

Valerio Pagnotta Proietti
Di Valerio Pagnotta Proietti Recensioni Lettura da 5 minuti
5.5
Velvet Buzzsaw

Dopo il grande successo ottenuto nel 2014 con la pellicola “Lo sciacallo“, il regista Dan Gilroy torna a lavorare con la consolidata coppia di attori composta da Jake Gyllenhaal e Rene Russo, vista appunto nel suo film d’esordio. Velvet Buzzsaw, produzione originale Netflix, è ambientato tra le grandi mostre d’arte contemporanea di Miami Beach, dove facciamo la conoscenza dei personaggi che ne fanno parte e vivono quel mondo in maniera quasi ossessiva. Nel film vengono toccati temi che ruotano intorno al mondo dell’arte in modo irriverente e spesso sopra le righe, scivolando talvolta nel luogo comune. Tuttavia la “facile” ironia e le note “Horror” pressoché assenti all’interno della storia non riescono a farci apprezzare a pieno questo film.

Velvet Buzzsaw

La donna d’affari e il critico

Facciamo da subito la conoscenza dei due protagonisti principali della storia ovvero Morf Wandevalt e Rhodora Haze, rispettivamente interpretati da Jake Gyllenhaal, protagonista dell’ennesima performance di alto livello, e con Rhodora di cui veste i panni Rene Russo. Morf è uno dei critici d’arte tra i più influenti degli ultimi tempi e per alcuni venerato quasi come un Dio, visto che dalle sue recensioni dipende il futuro e la carriera di molti artisti emergenti, mentre Rhodora è a capo della più importante galleria d’arte della città. Josephina, una delle collaboratrici della signora Haze, viene in possesso di numerose opere di un artista sconosciuto trovato senza vita da Josephina stessa vicino all’ingresso della sua abitazione. I quadri, con i loro colori caldi e decisi, catturano da subito l’attenzione dei maggiori compratori di opere d’arte del Paese. I prezzi delle opere dell’artista sconosciuto schizzano alle stelle e ogni galleria della città è disposta a spendere cifre esorbitanti pur di riuscire ad accaparrarsi anche un solo pezzo delle poche opere rimaste in circolazione. I guai cominciano quando Morf inizia a indagare sulla vita passata dell’artista sconosciuto cosi da poter scrivere un articolo su di lui. Quello che il critico d’arte scoprirà stravolgerà per sempre la loro vita e quella delle persone che ruotano intorno al loro mondo. La pellicola, che inizialmente si fa beffa del mondo dell’arte usando come arma principale la satira, subisce con il passare dei minuti una piega decisamente inaspettata.

Velvet Buzzsaw

Replica non riuscita

Visto l’enorme successo ottenuto nel 2014 dal regista Dan Gilroy con il film “Lo sciacallo” dobbiamo ammettere che le aspettative erano piuttosto alte, visto anche il ritorno della coppia di attori che fece grande quel film, appunto Jake Gyllenhaal e Rene Russo. Purtroppo per noi (e per il regista) però, il film non decolla, e le ottime interpretazioni dei singoli non riescono salvare questa pellicola. Il ruolo e la caratterizzazione dei personaggi, fatta eccezione per Morf e Rhodora, risulta da subito poco chiara visto che la trama ruota sempre intorno alle stesse persone, e i personaggi secondari non riescono a legarsi con loro rimanendo di conseguenza un mero contorno. Basti pensare al ruolo del pittore tormentato dalla continua ricerca dell’ispirazione perduta interpretato dal grande John Malkovich, o a quello della segretaria Coco interpretata da Natalia Dyer (Nancy Wheeler di Stanger Things) che lotta quotidianamente per ritagliarsi il proprio spazio all’interno della galleria d’arte. Due personaggi sprecati, o per meglio dire, due mancate occasioni di regalare allo spettatore una diversa chiave di lettura del film. Il regista avrebbe potuto lavorare meglio sopratutto in fase di montaggio su questi due, visto che a prodotto finito la loro personalissima storia non aggiunge nulla alla trama e il loro ruolo risulta marginale. Gli elementi “Horror”, rappresentati dalle accidentali e cruente morti dei personaggi, sono una vera e propria forzatura, tanto da riuscire a rovinare quel leggero clima di tensione tipico del genere Thriller che si era instaurato nel film. In parole povere queste morti accidentali, con conseguente inutile bagno di sangue, trasformano il film in una “parodia” di “Final Destination”.

Velvet Buzzsaw
5.5
Voto 5.5
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Ventisettenne romano con una grande passione per il cinema d'autore, i gangster movie e i film del maestro Tarantino. Cresciuto a pane, Magic e fumetti americani, ama vivere al massimo ogni sua passione, condividendole sempre con qualcuno per renderle migliori.