Il primo trailer ufficiale di Uncharted, il film prodotto da Sony Pictures e ispirato all’omonima saga videoludica realizzata da Naughty Dog, ha fin subito diviso fan e critica. In uscita il prossimo 22 febbraio 2022, la pellicola girata da Ruben Fleischer vedrà protagonista Tom Holland nei panni di un giovane Nathan Drake, cacciatore di tesori giramondo che partirà all’avventura accompagnato dal mentore ed amico Victor “Sully” Sullivan, interpretato da Mark Wahlberg. Eppure, gli scarsi due minuti di anticipazioni sono già bastati per far snocciolare al pubblico “giudizi” e lamentele sul film: «Drake è troppo giovane», «Sully non ha i baffi», «cosa ci fa Chloe?», «il mood non è quello giusto», «perché si parla già del fratello di Nathan?», e «se questa scena è presa da Uncharted 3 come mai la vediamo già all’inizio della storia?». Il trailer di questa nuova trasposizione cinematografica può già dirci molto sul prossimo futuro di Sony al cinema, e dalla sua analisi possiamo tentare di capire due cose: in che modo il film si leghi ai videogiochi, ma soprattutto se sia un bene o un male che questo mischi l’iconografia ormai familiare ai videogiocatori per creare un prodotto del tutto nuovo, fruibile anche al grande pubblico.
Sic Parvis Magna
Il regista di Uncharted ha raccontato in una recente intervista di aver pensato un film che potesse essere indirizzato sia ai fan più sfegatati della serie di Naughty Dog, ma anche a tutti coloro che non conoscono le avventure di Drake, e che possono esserne attratti per l’azione frenetica ed il fascino per i misteri antichi tipico di saghe come Indiana Jones o Tomb Raider. Ed effettivamente, il primo trailer ci presenta un film che sembra correre proprio in questa direzione, mescolando una narrazione pronta a raccontare una storia del tutto nuova, quasi un prequel alle avventure che abbiamo giocato in questi anni su PlayStation, con alcuni elementi tipici e caratteristici della saga immediatamente riconoscibili ai videogiocatori, come la scena dell’areo in caduta, l’elegante asta (che ci presenta quello che sembra essere a tuti gli effetti il villain del film, interpretato da Antonio Banderas), e alcune inquadrature che strizzano l’occhio all’immaginario del franchise.
Ma andiamo con ordine. All’interno del trailer vediamo Nate stringere tra le dita un anello, che ricorda molto da vicino quello posseduto dal celebre esploratore e corsaro Francis Drake, dal quale lo stesso protagonista prende il nome. Il mitico cimelio è la molla che fa scattare la prima avventura del cerca tesori, Uncharted: Drake’s Fortune, primo capitolo che ha visto i nostri eroi imbarcarsi alla ricerca di El Dorado, ma che si rivelerà poi fondamentale in altri importanti momenti dell’epopea Sony. É quindi altamente probabile che servirà a raccontare allo spettatore il passato di Nathan e le origini della sua famiglia. Facendo un rapido (e letterale) volo verso Uncharted 3: L’inganno di Drake, il trailer ci mostra quindi il nostro protagonista a chilometri di altezza nel tentativo di risalire su un aereo cargo in procinto di schiantarsi al suolo, una delle sezioni più spettacolari e adrenaliniche dell’intera saga videoludica. Tale richiamo ci prospetta una pellicola votata, come del resto ogni capitolo del franchise, all’azione e al pericolo, come sembra inoltre far presagire la scena dell’inseguimento sui tetti, anch’essa ripresa dal terzo capitolo.
Infine, non mancano i riferimenti anche all’ultimo (attualmente) capitolo della saga, Uncharted 4: Fine di un ladro. Sebbene non compaia mai nel trailer, vediamo discutere Sully e Nate di suo fratello Sam, che fa quindi la sua indiretta comparsa immediatamente all’inizio della storia, come pretesto per iniziare l’avventura: sembra infatti essere stato proprio Sam a lasciare ai due ladri la rotta di Magellano, che condurrà entrambi ad un ricco tesoro. Non solo, ulteriori richiami al quarto capitolo sono la scena che sembra richiamarsi all’asta di Villa Rossi in Italia – dove fa la sua comparsa Banderas – e della spettacolare grotta che fa da dimora ad un galeone ormai affondato: che sia quello del famigerato pirata Henry Avery? Una nuova ed inedita avventura per questo film, quindi, ma pregna di elementi provenienti da quasi tutti i capitoli del franchise di Uncharted.
L’inizio (o il proseguimento) di un trend?
Sono, dunque, moltissimi i richiami più o meno evidenti alla saga che i videogiocatori hanno imparato ad amare sin dal 2007, e che attualmente è in procinto di tornare su PC e PlayStation 5 con una Legacy of Thieves Collection proprio ad inizio 2022 (che arrivi in concomitanza con la pellicola?). Il che ci riporta alla domanda iniziale: in che modo gli sceneggiatori sapranno dosare il nuovo col già visto, l’inedito col richiamo videoludico, e gli ester egg alla storia mai raccontata? Eppure, questa scelta narrativa che sta dividendo i fan (e non) di Nate e del medium in generale non è nuova. Cinema e videogiochi vanno a braccetto ormai da più in decennio, e l’annosa questione affligge i registi ormai da parecchio tempo: come si realizza un film che riesca a richiamarsi al videogame da cui è ispirato senza però esserne una copia? Come si può attrarre il grande pubblico, quello che magari non ha mai preso un pad in mano, senza scontentare il giocatore più incallito che è andato al cinema alla ricerca del più piccolo richiamo che gli permetta di ritrovare in sala gli stessi feels provati davanti alla console?
Da Tomb Raider a Final Fantasy, passando per Doom e Prince of Persia, in molti hanno tentato di rispondere alla domanda, senza trovare mai una quadra che accontentasse tutti. Pensiamo alla più recente serie basata sulla saga di The Witcher. Il Geralt di Laren Schmidt Hissrich si richiama a quello dei libri di Sapkowski, ma indossa le vesti di quello ideato da CD Projekt Red, e mischia furbescamente saga letteraria e richiami videoludici, scegliendo un Henry Cavill che a più riprese ha dichiarato di essere un incallito gamer. Ovviamente le lamentele non sono mancate, e ognuno ha scelto quale richiamo ha apprezzato e quale riferimento mancato ha sofferto. Senza scomodare il passato più o meno recente, ci basta guardare al prossimo 24 novembre, quando arriverà nelle sale il reboot di Resident Evil. E guarda un po’, anche il suo recente trailer ci anticipa una pellicola che miscela il primo capitolo della saga con il secondo, la villa con la centrale di polizia, personaggi presenti sin dall’inizio con nemici arrivati dalle battute finali della storia. Come da copione ovviamente, il pubblico si è diviso tra coloro che volevano un racconto uno a uno col gioco, chi non ha apprezzato la scelta del cast, chi voleva più realismo, e così via.
Il film di Uncharted, dunque non inventa nulla, né di conseguenza può essere tacciato di errori strategici di comunicazione. Non fa altro che inserirsi in un trend già consolidato che, con alterne fortune, ha segnato le sorti recenti del connubio film/videogiochi, nel bene o nel male. Tuttavia, getta anche le basi anche per il suo futuro. Sony sta puntando forte nel settore cinematografico, e dopo il film di Uncharted e la prossima serie TV basata su The Last of Us in arrivo su HBO, siamo certi che altri importanti brand videoludici arriveranno in sala. L’appuntamento è per il prossimo febbraio, per scoprire dove penderà l’ago della bilancia scelto da Sony. Ci risentiremo, sicuramente, all’uscita del film su God of War, chiedendoci nel frattempo se la barba di Kratos sarà abbastanza lunga.