Una serata al The Legend of Zelda: Symphony of Goddesses di Roma

Gianluca "Gianz" Bianchini
Di Gianluca "Gianz" Bianchini Analisi Lettura da 7 minuti

Per noi amanti dei videogiochi è difficile non riconoscere le colonne sonore dei nostri titoli preferiti, specie poi se fanno riferimento ad una saga. Questo perché spesso il sentire una certa melodia innesca una serie di ricordi legati ad un momento particolare nella trama del gioco, riportandoci alla mente i momenti indissolubilmente stampati nella mente passati con i nostri personaggi preferiti.

In queste pagine ci siamo trovati spesso ad elogiare il comparto sonoro di The Legend of Zelda, una delle saghe più famose di Nintendo che sta per spegnere 30 candeline mentre aspettiamo l’uscita del capitolo per Wii U, recentemente riconfermato dopo il Direct della scorsa settimana. Le varie composizioni di Zelda puntano proprio al cuore e alle menti dei giocatori, sia al primo ascolto che ai successivi, sintetizzando in una soundtrack il mondo che circonda le avventure di Link in quell’episodio.

Zelda Logo

Un esempio? Prendiamo Wind Waker, con le sue arie molto leggere e allegre, un tema, il Great Sea, che si sposa perfettamente con la navigazione e la scoperta. Oppure partiture in opposizione fra di loro nel bipolare Twilight Princess, o la depressione opprimente nella traccia di Termina in Majora’s Mask, che diventa via via sempre più cupa.

Non andiamo oltre perchè ci sarebbe da scrivere veramente troppo, ma sappiate che buona parte della popolarità di Zelda si trova nelle sue musiche e, che sia facile da credere o meno, uno degli aspetti principali nel condurre i giocatori attraverso un’esperienza che ogni volta deve fare i conti con i resto delle produzioni AAA che affiorano oggi giorno.

Trent’anni dicevamo, Trenta da quando è uscito il primo The Legend of Zelda, gioco importantissimo sia per gli affezionati, che per tutti gli altri videogiocatori. Per celebrarli, Nintendo ha rispolverato una delle idee più belle che ha avuto negli ultimi anni: mandare in giro per il mondo un’orchestra sinfonica che ripercorra le più belle musiche della saga, corredati da contributi video e da testimonianze dalle tre persone che più hanno contributo alla saga: Shigeru Miyamoto, Eiji Anouma e Koji Kondo, rispettivamente producer, director (da Majora’s Mask) e composer del gioco.

Zelda Symphony

L’evento, il The Legend of Zelda Symphony of the Goddesses, è finalmente arrivato a Roma dopo tanto tempo e siamo andati a vederlo per voi, ma soprattutto, è inutile nasconderlo, per noi. Il concerto si è tenuto nell’Auditorium della Conciliazione, una location azzeccata per un concerto del genere, e sebbene i biglietti non venivano proprio venduti per briscolini, sono state molte le persone a rispondere “presente” all’appello. Nella hall si potevano vedere anche cosplayer di Link, Zelda, Midna, Sheik e anche di Skull Kid mentre nel frattempo andava a materializzarsi quello che poi è stato un vero e proprio raduno dei fan di The Legend of Zelda, provenienti dal Lazio ma anche da altre regioni, come testimonia il mio Street Pass.

Dopo un’ora e mezza dal nostro arrivo, finalmente vengono aperte le porte della sala per prendere posto a sedere, e quello che vediamo sin da subito è il grande schermo su cui troneggiano diversi spot commerciali degli ultimi giochi usciti della saga, schermo che poi servirà per proiettare le immagini dell’orchestra alternati momenti topici della saga.

zelda symphony

Puntualissima, l’orchestra arriva e si mette a sedere seguita dalla direttrice Amy Andersson e subito si inizia con un’ouverture generale che richiama il tema principale della saga, arriva poi sul palco un rappresentante di Nintendo of Europe che invita il pubblico a giocare a Triforce Heroes e ci introduce ad un breve video discorso di Miyamoto, che ricorda le vicissitudini circa lo sviluppo del primo episodio sul NES, delle difficoltà di tradurre un’esperienza del genere su una console da 8 bit e delle aggiunte alla cartuccia in modo da modificare il suono e renderlo meno “Techno” possibile.

zelda symphony

Finito il video l’orchestra intona quello che secondo noi è il pezzo migliore della serata, nonché probabilmente del’intera saga, il tema della Gerudo Valley di Ocarina, riarrangiata in un modo spettacolare e rivalorizzata alla grande.L’emozione si sa, gioca veramente dei brutti scherzi e da qui fino alla fine si vive veramente un crescendo di sensazioni incomparabili, soprattutto se si è giocato a tutti gli episodi di Zelda degli ultimi 20 anni. Si procede poi con un medley dei boss di Zelda tra cui il King Dodongo di Ocarina of Time, Molgera di Wind Waker e altri boss celebri presi anche da Phantom Horuglass, il primo episodio uscito su DS. Ma non mancano l’Hyrule Field di Twilight Princess, o lo stupendo Dark World di A Link to the Past, per arrivare al Goddess Ballad di Skyward Sword.

Potremmo stare qui le ore a raccontarvi le emozioni che abbiamo vissuto ma, fidatevi, è indescrivibile quello che si prova una volta che si ha davanti un’intera orchestra sinfonica che per due ore ti mette davanti a praticamente la tua vita videoludica; quello che possiamo augurarci è che più gente possibile in Italia, tra la tappa di Milano e quella di Roma abbia potuto godere di questo spettacolo e che magari, in futuro, chi non ha potuto potrà rimediare in altre tappe (purtroppo al momento nessuna annunciata in Italia).

Per chiudere vi lasciamo con una delle numerose melodie suonate ieri… se vi emoziona così, sappiate che ascoltarle dal vivo è tutta un’altra musica (appunto)!

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Gioco da ormai 15 e passa anni ai videogames, il più dei quali sono stati titoli di Nintendo. Ma ho anche giocato spesso alle saghe divenute classiche anche nella scorsa generazione appartenenti ad altre piattaforme. Ma Zelda rimane Zelda, una fetta del mio cuore c'ha la triforza disegnata sopra.