The Penguin è una miniserie TV composta da 8 episodi ideata da Lauren LeFranc, e si basa sul personaggio DC Comics di Oswald Cobblepot, il Pinguino, uno degli acerrimi nemici di Batman. La miniserie, realizzata da Warner Bros. Television, è lo spin-off del film The Batman (2022) diretto da Matt Reeves – che qui ricopre il ruolo di produttore esecutivo – e Colin Farrell che riprende il ruolo di Cobblepott. Gli altri protagonisti sono Cristin Milioti (Tracy di How I Met Your Mother) e Rhenzy Feliz. La Serie debutterà su HBO Max in America il 19 Settembre, mentre qui in Italia arriverà il 20 Settembre su Sky e Now TV.
Gotham City, da un’altra prospettiva
Una settimana dopo gli eventi di The Batman (2022), Oswald Cobblepott (aka Pinguino) è determinato ad uscire dai margini e prendersi ciò che desidera: il controllo della malavita di Gotham. Cobblepott è disposto a tutto per assumere il ruolo del Signore del Crimine della città, e dovrà affrontare diversi ostacoli e avversari che hanno il suo stesso obiettivo.
Non c’è un eroe, senza un cattivo. Non c’è il bene senza il male. Non a caso, sono due facce della stessa medaglia e quindi nessuno dei due ha meno importanza dell’altro. Uno dei motivi che hanno alimentato la popolarità del personaggio di Batman è la presenza dei suoi temibili nemici. La loro storia, la loro psiche e la loro motivazione hanno sempre contraddistinto questi personaggi e questo li ha sempre resi intriganti, a volte anche più dello stesso Batman.
Matt Reeves, regista di “The Batman” e del sequel in arrivo nel 2026, ha fatto quello che i suoi “predecessori” non avevano fatto. Ovvero, tirare fuori alcune caratteristiche fondamentali del protagonista (ad esempio, le sue capacità investigative) e analizzare in vari step il suo percorso psicologico, rappresentando per bene il passaggio tra “vigilante assettato di vendetta” a “eroe”. Un eroe pronto ad illuminare il tunnel oscuro in cui si trova Gotham.
Il personaggio di Batman sta a cuore a Reeves, e si vede, tanto che è riuscito a trovare un compromesso tra lo spirito fumettistico e la sua impronta autoriale, che ricade in un tocco molto più realistico possibile e che ricorda il genere thriller, ispirandosi a film come “Seven” di David Fincher. Un modo per poter coinvolgere quasi tutti i spettatori possibili.
Non solo vuole esplorare meglio questo mondo dal punto di vista di Wayne, ma vuole anche addentrarsi nei bassifondi di Gotham ed esplorarne lo sporco, attraverso gli occhi di chi ci è ficcato dentro. Se con Batman, la colonna portante che si colloca tra i piani alti e non di Gotham, si esplora ogni tipo di criminalità, stavolta invece con The Penguin si guarda Gotham dal basso.
Un pezzo del puzzle di Reeves
Già dai primi 5 episodi, si può constatare l’intento della miniserie. The Penguin è una serie che fa da ponte tra il primo film e il secondo in arrivo, con l’intento di allargare di più gli orizzonti ed esplorare aspetti che potrebbero risultare ingombranti nella storyline del Batman di Robert Pattinson. Probabilmente è stata una buona idea, e soprattutto una soluzione necessaria, perché così si dà spazio a personaggi che non assumerebbero mai un ruolo maggiore nei film, e si potrebbero vedere per bene risvolti narrativi sviluppati con un ritmo lento ma contestualizzato.
Questo rientra nel modus operandi di Reeves, come con The Batman. Anche se lui non è alla regia è rimasto nella produzione, e si percepisce il suo tocco sia dal punto di vista tecnico che narrativo. Il comparto tecnico è lo stesso del film, composto da una fotografia oscura che rispecchia i bassifondi di Gotham e una regia calma e che va a piccoli passi.
Infatti, la storyline di Oswald si prende il suo tempo, tanto che si può cercare di capire il suo punto di vista e la sua voglia di riscatto, dopo anni rimasto nell’ombra degli ex-boss di Gotham. Dietro quel criminale assetato di potere, c’è pur sempre un uomo dall’aspetto bizzarro che dopo averne passate tante ed essere rimasto nell’ombra, cerca un riscatto, ed è disposto a tutto per raggiungere il suo obiettivo.
Non solo Cobblepott
La miniserie non si concentra solo sulla storia del Pinguino interpretato da Colin Farrell. A proposito della recitazione di quest’ultimo, stavolta c’è stato qualche passo indietro. Nonostante ci sia una buona scrittura del personaggio, la recitazione è stata un po’ da meno, e Farrell a volte non sembra che si sia impegnato tantissimo. Tuttavia, trova il giusto bilanciamento tra i personaggi presenti e si ha modo di esplorare le varie sottotrame di essi.
Non solo Cobblepott, anche i personaggi di Sofia (interpretata in maniera convincente da Cristin Milioti) e di Victor (interpretato bene da Rhenzy Feliz) hanno la loro importanza e la giusta caratterizzazione.
Nonostante il ritmo, reso volutamente lento, capita qualche scena in cui sembra che si voglia accelerare, ma che non stona più di tanto. The Penguin è una Serie che non annoia e che si merita la sua possibilità, nonostante abbia qualche difetto tecnico. Per capire meglio la direzione che sta prendendo Reeves, è necessario vedere questa storia di approfondimento che si incastrerà sicuramente nel puzzle che sta mettendo su.