Nella giornata di ieri Lucky Red ci ha invitato ad assistere all’anteprima nazionale di Ride alla Casa del Cinema di Roma. Dopo la proiezione della pellicola, abbiamo avuto modo di partecipare ad un incontro stampa con il regista ed i suoi collaboratori. Oltre al regista Jacopo Rondinelli, all’anteprima era presente anche il celebre duo creativo composto da Fabio Guaglione e Fabio Resinaro. Insieme a Marco Sani e Lorenzo Richelmy, il gruppo ha risposto alle varie domande riguardanti il nuovo film in uscita:
Questo film è sicuramente qualcosa di inedito rispetto all’attuale panorama italiano. A voi piace fare questo tipo di film così complicati ed estremi?
Guaglione: Noi speriamo che il cinema italiano in futuro assomigli sempre più a questa tipologia di film.
Rondinelli: Ci piace complicarci la vita di solito, ma facendo questo film abbiamo capito perché non era stato realizzato nulla di simile prima; anche se oramai era troppo tardi per tirarsi indietro (eravamo già in pre-produzione purtroppo). Ci sono state tante complicazioni tecniche per girarlo (anche perché le GoPro non sono state pensate per il cinema).
Il fatto che si prospettasse un film alquanto particolare ha influenzato il tuo processo di scrittura?
Sani: In verità no; durante la scrittura ce ne siamo sempre fregati. “Ride” nasce come un “Duel” sulle bici; poi lavorando con Fabio&Fabio è divenuto tutt’altra cosa rispetto all’idea iniziale di cinque anni fa. Inizialmente ogni scena funzionava in base ad un movimento di un personaggio, ma Fabio&Fabio hanno proposto di utilizzare anche schermi e telecamere di sorveglianza, rendendo il tutto molto più un universo a se.
La cultura del videogioco è molto presente all’interno del film. Secondo voi come verrà recepita dal pubblico?
Rondinelli: “Ride” ha si, certi riferimenti tipici ad una certa generazione, ma questi sono poi stati mixati per creare una “Malinconia 2.0” con altri elementi più contemporanei. L’idea di base era quella di accontentare diversi palati; venendo noi da questi mondi ci abbiamo comunque messo del nostro vissuto.
Cosa ne pensate della rinascita del cinema italiano di questi ultimi anni?
Guaglione: L’aver coinvolto Jacopo in questo film ha significato per noi voler dare spazio a questo nuovo tipo di cinema italiano alternativo. Il nostro obbiettivo non era solo quello di creare una storia, ma un mondo a se stante.
Il fatto che venissi ripreso da una moltitudine di videocamere con più angolazioni in contemporanea come ha influito sul tuo processo attoriale ?
Richelmy: Tipicamente nel cinema italiano un attore viene ripreso da una singola camera, mentre invece in questo film mi sono ritrovato davanti ad un estrema libertà. Mi si è aperto un mondo con infinite possibilità (meno sfruttate di quello che potrebbe essere stato fatto da altri registi).
Esiste una forte compresenza tra schermo digitale e volto umano. Questo inquietante collegamento è una cosa voluta?
Rondinelli: Assolutamente. Non è un caso che i monoliti assomiglino a dei giganteschi “smartphone”, che si attivino con un “like” e dentro contengano filmati della loro vita. Abbiamo cercato di parlare dell’attuale generazione che stiamo vivendo, dove è sempre più difficile scindersi dai propri cellulari. Questa cosa nel film è presente; infatti loro si sentono persi quando perdono il segnale e addirittura ne dipendono.
Vi siete lasciati aperti una porta per altro in futuro?
Guaglione: Noi volevamo che il film in se si chiudesse con il suo arco narrativo, ma ci interessava più creare un mondo. Sicuramente ci piacerebbe esplorare altre opzioni.
Ride uscirà nelle sale italiane a partire da questo 6 settembre. Se l’intervista vi ha incuriosito, andate a leggere la nostra recensione del film.