Promare – Recensione dell’anime dai creatori di Gurren Lagann

Un mondo alternativo, un'insaziabile voglia di dare fuoco a tutto e una squadra di pompieri fantastica: questo è Promare. Ecco la nostra recensione.

Simone Lelli
Di Simone Lelli - Editor in Chief Lettura da 6 minuti

Gli anime giapponesi stanno sempre più conquistando il nostro paese: ormai vederli al cinema è quasi una prassi, sebbene si fermino solo per qualche giorno. Proprio mentre parliamo, stiamo per assistere al secondo dei tre giorni nei quali Promare andrà in proiezione. Ma cosa è Promare, e perché se ne parla tanto? Questo anime nasce dagli studio Trigger, ma soprattutto dalle menti di Hiroyuki Imaishi e Kazuki Nakashima, creatori di serie come Sfondamento dei Cieli Gurren Lagann e Kill La Kill, due opere magistrali, capaci di rinnovare un genere senza però stravolgerlo. L’annuncio di Promare è quindi stato urlato a gran voce, soprattutto per le attese dei fan, e mentre il film va in proiezione, ora vi raccontiamo perché dovete sbrigarvi e andare a vederlo.

Ardi mia anima da pompiere!

Nel film ci troviamo in un mondo dove, ormai da anni, imperversano i Burnish, degli esseri umani capaci di controllare questo fuoco viola, e soprattutto con la forte voglia di far bruciare le cose. A difendere la città di Promepolis ci pensa la Burning Rescue, un gruppo di pompieri dotati di tecnologia e di fantastici mecha pensati per salvare la gente dalle fiamme. I due personaggi principali rispettivamente sono Lio Fotia, capo dei Mad Burnish e uno dei più potenti della specie, e Galo Thimos, un esuberante nuovo arrivato con la forte propensione a gasarsi per ogni incendio da spegnere. Ovviamente tutto questo non è semplice come può sembrare, ma vi faremo scoprire da soli la maggior parte della trama, in quanto questa è davvero un po’ fuori dai classici schemi. La storia di Promare infatti parte da un incipit classico (per gli anime) e già visto, ma che avanzando cambia un po’ le carte in tavola.

Che i creatori del film siano quelli di Gurren Lagann è sinonimo di qualità, ma non per questo le tematiche sono le stesse: persino il personaggio di Galo, molto simile al Kamina del precedente anime, risulta molto diverso, meno macho e più “umano” per quanto riguarda i sentimenti. Molti easter egg sono invece presenti nel film, così come quella sorta di “assurdità ragionata” tipica delle loro produzioni. In Gurren Lagann molte scene (tra cui quelle in cui si assemblava il robot) partivano da degli assurdi motivi di Kamina (legati quasi ad una sorta di meta-referenzialità alle produzioni mecha giapponesi) e poi diventavano reali: solo proseguendo si iniziava a delineare una spiegazione che, seppur sempre fuori di testa, aveva la sua logica (e ovviamente rendeva a schermo con delle scene fatte di effetti speciali da urlo, esagerazioni a non finire e tanta adrenalina). La stessa cosa succede in Promare, con i Burnish, la Burning Rescue e tutte le macchinazioni dietro alla trama (che vi lasceremo scoprire).

Abbiamo parlato molto di Galo e Lio, ma nel film sono presenti molti personaggi, cominciando da tutti e due i team già citati, per non parlare del governatore Kray Foresight e del suo personale. Forse la durata di 2 ore (obbligata dai tempi di un film) non trasformano però questi personaggi in dei comprimari importanti come era successo in Gurren Lagann: se in quella produzione ogni singolo combattente di entrambe le fazioni aveva una caratterizzazione e brillava di luce propria, qui forse il voler dare troppa importanza a Lio e Galo ha reso gli altri una semplice serie di comparse. Magari una serializzazione (cosa che potrebbe pure avvenire, visto che Gurren Lagann uscì prima come anime serializzato e poi come film) potrebbe risolvere questo problema.

La fiamma che fonde anime e 3DCG

Promare fa largo uso di due tecniche ben distinte: da un lato l’animazione classica giapponese, dall’altro il 3DCG. Se la prima va ad essere utilizzata per quanto riguarda i vari personaggi, la seconda tecnica invece viene usata per i vari combattimenti e le scene d’azione. Proprio per quanto riguarda la grafica 3D, si fa anche largo uso di Voxel, controparte volumetrica del pixel che viene sfruttata nei glare del sole, in alcuni effetti speciali e per cose che preferiamo farvi scoprire. Sebbene lo stile sia diverso, un po’ l’effetto ricreato è simile a quello visto in Spider-Man: Un Nuovo Universo, dove l’animazione stravolge se stessa al punto di diventare un ibrido tra classico e moderno, un insieme fatto di tutti i lati migliori delle due cose.

Avendo visto il film sia in giapponese che in italiano, la scelta del cast di doppiaggio e tutta la direzione sono risultati in linea con il progetto originale: fantastiche le voci di Maurizio Merluzzo come Galo e la sua esuberanza, così come Alessio Puccio nella pacatezza di Lio e Alessio Ward nell’eroicità e magistralità del governatore Kray. Il lavoro di localizzazione diretto da Fabrizio Mazzotta e le scelte di traduzione fatte per i dialoghi (specialmente per le estrose urla di Galo) sono perfette e aderenti alla filosofia del film e dei personaggi, riuscendo a emulare la stessa sensazione dell’originale senza stravolgerne il significato.

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Di Simone Lelli Editor in Chief
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Amante dei videogiochi, non si fa però sfuggire cinema e serie tv, fumetti e tutto ciò che riguarda la cultura pop e nerd. Collezionista con seri problemi di spazio, videogioca da quando ha memoria, anche se ha capito di amarli su quell'isola di Shadow Moses.