VideogiochiRecensione

Pro Evolution Soccer 2016 – Recensione

Iniziare il gioco con We Will Rock You, fa capire una sola cosa: Konami vuole puntare al massimo con questo Pro Evolution Soccer 2016. Per i 20 anni da quando è uscito il primo capitolo della serie, la società nipponica ha deciso di dare al pubblico un gioco che faccia provare la realtà calcistica, cercando di riprendersi dalle critiche del precedente capitolo, il quale non ha riscosso un gran successo.

Bisogna dire che il team di sviluppo ha voluto fare le cose con calma, per potersi concetrare meglio, rinnovare le fondamenta e sfruttare al massimo il Fox Engine, in un momento travagliato per Konami nella vicenda con Metal Gear Solid e Kojima.

Proevolutionsoccer2016-640x360

Fischio d’inizio!

Finalmente si torna a calciare sul rettangolo verde, in un’atmosfera unica e pronti a dare spettacolo a suon di dribbling. Una volta scesi in campo, toccherà a noi dare il massimo, a gestire la fase difensiva, impostare il gioco e sfruttare gli errori dell’avversario con una combinazione di tasti che va ad unirsi alla nostra capacità di saper anticipare chi ci sta davanti. I settaggi manuali rimangono tra le nostre preferenze, anche per evitare un gioco prevedibile, così come alcuni giocatori più forti sono avvantaggiati su altri, ma il tutto viene bilanciato proprio per evitare un dislivello che potrebbe penalizzare la partita. La buona fisicità della palla poi, permette un ruolo fondamentale nei rimbalzi, complicando il controllo specie durante la pioggia.

La tendenza alla scivolata però forse è eccessiva, in occasione di ripartenze o cambi di direzione, portando la difesa a scoprirsi e prendere gol. Altro problema che ha accompagnato la serie negli anni è il portiere che soffrono in presenza dei difensori e incappano in errori da principianti, sopratutto quando devono parare poichè si buttano quando ormai la palla è vicina alla porta.

37649-pro-evolution-soccer-2016-trailer-desordio_jpg_1280x720_crop_upscale_q85

Arbitri, dove siete?

Finalmente, basta le giocate singole. I tuoi compagni saranno parte integrante del tuo contropiede, dove ti seguiranno per cercare di creare continui scambi di passaggi veloci e arrivare in porta. Decisamente un sistema che fa reagire la squadra in modo dinamico, personalizzabile dal menù di gestione per dare un impatto più personale. Tutto questo è favorito dal ritmo di gioco che si presenta più veloce del solito. A rovinare la festa, ci pensa il fatto che gli arbitri sono stranamente silenziosi e se Konami non invierà qualche patch per migliorare la situazione, arriveranno una valanga di polemiche.

Tutto questo però può influenzare sul gameplay, specie quando si aumenta il livello di difficoltà dell’IA, specie quando usiamo una squadra fisica, dove il pressing molto aggressivo sui difensori porterà ad un arbitro che non fischierà fallo e l’avversario atterrato addolorante. I tackle verranno fischiati solo se saranno molto gravi da arrivare al cartellino. Ma spesso i direttori di gara ignoreranno anche quello, negando addirittura i rigori più clamorosi.

pes-2016-master-league-5_jpg_1400x0_watermark_q85

Licenze…licenze per pochi

Bisogna dirlo, Konami e le licenze delle squadra non vanno sotto braccio. Forte dell’accordo della Champions League e dell’Europa League, quest’anno la casa nipponica è riuscita ad avere anche il campionato olandese e brasiliano, con loghi e divise ufficiale… tranne nel campionato italiano dove il Sassuolo si chiama Sansagiulo. La serie B italiana non naviga in una situazione migliore, con nomi e loghi totalmente inventati. Le rose delle squadre dovranno essere aggiornate, grazie all’aggiornamento del Day One in uscita il 17 settembre, completando tutti i trasferimenti del mercato appena concluso.

Oltre alle esibizioni e le coppe personalizzate, ci sono gli allenamenti liberi e specifici, la modalità campionato, la Master League e il Diventa un Mito che beneficiano di un restyling. Anche il MyClub sembra aver fatto un salto di qualità, creando il perfetto mix tra gestione manageriale e gioco sul campo.

pes-2016-master-league-13_jpg_1400x0_watermark_q85

Il comparto grafico per PlayStation 4 gira a 1080p e un frame a 60fps, ma sulla console di Microsoft invece la versione Full HD non ci sarà, poichè la risoluzione è di 1080×1360 invece dei classici 1920. Per le console old gen invece, Pro Evolution Soccer 2016 avrà una risoluzione di 720p.

Come già detto all’inzio, il team di sviluppo ha voluto fare le cose con calma per poter sfruttare il Fox Engine che si riconferma ottimo sopratutto quando ci fissiamo sulla definizione dell’erba, luci dinamiche, risoluzione del pubblico.Abbiamo a che fare con un lavoro di pulizia ben curato, sempre definito e bello da vedere. Con la pioggia, oltre al gameplay, verrà scurito il campo da gioco e bagnare i giocatori. Le animazioni dei giocatori sono state arricchite, sia nel controllo della palla, nei movimenti e nei tiri, cercando di ricreare lo stile dei vari C.Ronaldo, Neymar Jr. e Robben.

Gli stadi saranno sempre gli stessi con l’aggiunta dello Juventus Stadium, Allianz Arena e Old Trafford e le rispettive licenze, ma anche quest’anno potremo fare affidamento per la maggior parte a stadi inventati. Ciò non vuol dire che non ci sarà il boato sugli spalti. Il tifo si farà sentire comunque ad ogni singola azione presente nella partita, anche se comunque molto ripetitivo. Anche quest’anno la telecronaca è stata affidata a Fabio Caressa e Luca Marchegiani, questa volta più varia e ritmata ma che spesso sembra che stiano facendo più un annuncio che una telecronaca.

Pro Evolution Soccer 2016

8.1

Per celebrare questi 20 anni del titolo, Konami ha deciso di presentarsi alla sfida con EA con un titolo di tutto rispetto. La strada per il realismo è ancora lunga ma la strada imboccata è quella giusta. I difetti presenti però sono gravi e Konami deve fare qualcosa al più presto.

Andrea "AndrewDex" De Santis
Il giovane Andrea nasce con la passione dei videogiochi, ma sviluppata con la Play Station 2, grazie sopratutto alla madre che non faceva altro che giocare mentre era incinta di lui e si dilettava alla vecchia console Atari. Dal momento in cui prese per mano il joystick e provato Devil May Cry, la sua vita sociale terminò...fu l'inizio della fine!

    Rispondi

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

    Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

    Potrebbe interessarti anche