Nobunaga’s Ambition: Awakening, di cui vi parliamo in recensione, è solo l’ultimo capitolo di un franchise che ormai conta così tanti episodi da aver quasi perso il conto (siamo a ben sedici, a conti fatti). Anche per questo episodio disponibile su PS4, Nintendo Switch e PC, la celebrazione storica che contraddistingue da anni la serie tattico-gestionale sembra voler toccare nuove vette di eccellenza, sia a livello di accuratezza degli eventi che di giocabilità vera e propria.

Ambientato a cavallo del sedicesimo secolo, il nuovo capitolo della saga di Koei Tecmo ci mette ancora una volta nei panni di un Daimyo (ovvero la carica feudale più importante a quei tempi, in Giappone), con l’obiettivo di conquistare la propria regione popolata da altri clan locali e Daimyo rivali. Ancora una volta lo scopo finale sarà quello di arrivare all’unificazione del paese sotto la propria egemonia, imponendo così la propria guida politica e culturale.

La strategia è importante

Nobunaga’s Ambition: Awakening (che in Giappone è invece sottotitolato con un ben più lampante Shinsei, ossia “rinascita”), ricalca quindi in tutto e per tutto i capitoli precedenti. Inizialmente saremo chiamati a scegliere un’epoca in cui ambientare lo scenario di gioco, per poi selezionare uno dei clan presenti e divisi in base alla difficoltà preposta. Una volta selezionato il nostro stendardo preferito, saremo chiamati da subito a sviluppare le regioni sotto il nostro controllo e per far proprie le risorse essenziali alla crescita del paese, ossia denaro, le provvigioni, la forza lavoro e, ultimo ma non meno importante, l’onore del proprio clan.

Il gioco ci catapulterà tra decine e decine di menù inizialmente piuttosto difficili da decifrare (a meno che non abbiate già dimestichezza coi vari capitoli della serie di Nobunaga’s Ambition), in attesa che eserciti nemici decidano giocoforza di invadere le nostre regioni. Ovviamente, nel nostro controllo geopolitico dei territori non saremo lasciati da soli, visto che dalla nostra avremo l’aiuto di fedeli servitori a cui affidare parte della gestione della propria regione, ognuno dei quali dotato di statistiche che ne contraddistinguono le capacità. Avremo infatti soldati e personaggi più inclini alla diplomazia, visto che starà al giocatore scegliere come e in che modo i rapporti tra il Daimyo e i suoi servitori rimangano solidi, aumentando così anche le statistiche generali (e la loro lealtà nei nostri confronti).

I servitori – assenti nei precedenti episodi del franchise e mossi dall’intelligenza artificiale – è certamente una delle novità più importanti di questo nuovo capitolo, in grado di evolvere l’intero sistema di gioco. Attenzione, però: la loro presenza non servirà solo a offrire supporto pratico, visto che al giocatore saranno concessi suggerimenti sulla prossima azione da compiere sul campo. Ovviamente, tutta la gestione del castello e delle aree attorno ad esso sarà di nostra totale responsabilità, potendo infatti gestire in libertà il tutto e in base al nostro grado di diplomazia.

Guerra e pace

Esattamente come per i vecchi capitoli, anche con Nobunaga’s Ambition: Awakening, Koei Tecmo non ha puntato su una facilità generale, visto che anche scegliendo il livello di difficoltà predefinito (ossia di fatto quello più basso) avremo un tasso di sfida realmente alto. Tra alleanze decisive, battaglie e armistizi strategici, il giocatore sarà sempre e comunque chiamato a sopravvivere a situazioni man mano sempre più ostili e delicate.

Un clan meno performante si rifletterà infatti su di una regione di dimensioni più piccole rispetto alle altre, così come anche il numero di soldati, la loro efficacia sul campo e le risorse belliche in generale saranno inferiori a quelle dei clan avversari. Nobunaga’s Ambition: Awakening non lascia quindi nulla al caso, incluso l’avanzare degli eventi storici – narrate al giocatore grazie all’ausilio di sequenze animate piuttosto gradevoli da vedere – che ne descrivono gli eventi nel dettaglio. Inoltre, il nostro clan dovrà di tanto in tanto fare i conti anche con eventi naturali sfavorevoli (come tempeste, maremoti o periodi di siccità), i quali possono di fatto piegare il regno da un momento all’altro.

Una chiara mappa dell’intero territorio giapponese, che potremo ammirare con una visuale a volo d’uccello, ci mostrerà una suddivisioni in regioni coerente e chiara, con varie icone e segnalatori a schermo utili ad aiutarci – in tempo reale – anche e soprattutto nel corso delle battaglie. Queste ultime possono essere gestite in maniera piuttosto sfaccettata, come da tradizione Koei Tecmo: la strategia rimane infatti la chiave di volta tra il successo e la sconfitta, visto che marciare diretti verso l’obiettivo ad armi spiegate non sarà quasi mai la scelta più logica.

Compito del giocatore sarà infatti decidere come posizionare il proprio esercito e su quali lati attaccare i castelli dei nemici, sfruttando allo stesso tempo tutto ciò che il terreno di scontro ha da offrire (incluse scorciatoie o strade nascoste alla vista dell’avversario). Fondamentale inoltre anche la gestione delle risorse e delle provviste, specie se decideremo di intraprendere azioni di guerre prolungate e in grado di mettere a dura prova la resistenza delle nostre pattuglie di soldati. Quindi, se cercate un gioco tecnico che non punta per nulla sulla spettacolarità della grafica ma sulla gestione strategica, avete trovato ciò che fa per voi.

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Nobunaga’s Ambition: Awakening

7.7

In definitiva, Nobunaga's Ambition: Awakening è un ottimo titolo strategico, dedicato in primis a coloro che masticano da tempo la serie Koei Tecmo e che quindi già ne conoscono le peculiarità. Tutti gli altri potrebbero infatti rimanere intimoriti dalla quantità di elementi e opzioni, tutte mirate a offrire un comparto tattico e strategico di alto livello. Se cercate però un gioco che vi venga incontro o che sia maggiormente spettacolare, andate oltre.

PRO
  • Elementi strategici funzionali
  • Ottima riproduzione delle atmosfere del sedicesimo secolo
CONTRO
  • Non adatto ai neofiti
  • Tecnicamente essenziale
Marcello Paolillo
Da anni critico del settore, ha scritto e scrive attualmente su diverse testate online dedicate ai videogames e al cinema, passando anche per i fumetti. La carriera di Marcello inizia nel 2003 e da allora non si è più fermato: dopo essersi fatto notare sui primi siti di settore, è arrivato a firmare articoli per le più importanti testate web italiane, oltre che per la carta stampata. Pavo non è il suo nome anagrafico: è il suo nome vero.

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