Neptunia: Sisters VS Sisters – Recensione, quando gli smartphone invadono Gamindustri

Recensione di Neptunia: Sistsers VS Sisters, l'atteso nuovo capitolo per PS4, PS5 e Steam che prosegue la storia della dimensione Hyper.

Giona Corucci
Di Giona Corucci Recensioni Lettura da 11 minuti
6.5
Neptunia: Sistsers VS Sisters

Sono passati oltre dieci anni da quando Compile Heart e Idea Factory hanno lanciato Hyperdimension Neptunia per PlayStation 3. Un titolo di cui probabilmente nemmeno gli autori avevano previsto la possibile crescita della community. Al giorno d’oggi sembra quasi che Neptune e le sue amiche siano ormai le mascotte del publisher, visti i diversi spin off, remake o crossover che sono prodotti quasi ogni anno. L’opera analizzata in questa recensione, però, non è un videogioco qualsiasi, ma il tanto atteso nuovo episodio della serie principale: Neptunia Sisters VS Sisters.

Le sorelle tornano in scena

La premessa del gioco è interessante per gli appassionati del franchise, perché la vivace protagonista non è il personaggio principale in questo capitolo, ma sua sorella Nepgear. La storia inizia in una giornata come un’altra, quando Neptune e le altre dee di Gamindustri rispondono a una richiesta di aiuto da parte del continente PC. Nello stesso momento, le dee candidate sono inviate all’interno di una struttura di ricerca abbandonata, per indagare su una preoccupante epidemia di mostri. Al suo interno incontrano una misteriosa ragazza, che intrappola le quattro eroine all’interno di una capsula criogenica.

Nepgear, Uni, Rom e Ram rimangono in uno stato di sonno profondo per due anni, fino a quando vengano trovate e salvate da Historie. In questo momento non solo scoprono che il continente PC è distrutto e il mondo è invaso da un misterioso fenomeno Trendi, ma perfino che Neptune è scomparsa senza lasciare alcuna traccia.

Preferiamo non proseguire con il racconto, visto il facile rischio di entrare nel temuto ambito dello spoiler. La sceneggiatura è comunque una delle migliori caratteristiche del prodotto, visto che riesce a intrattenere e a incuriosire senza diventare troppo pesante o complessa. Ci sono momenti filler e personaggi dal carattere stereotipato, una cosa ormai tipica della serie, ma il risultato è una storia godibile che colpisce perfettamente la fascia di utenza al quale è indirizzata. In questo aiuta sia il tono generale, che rimane sempre leggero sia nei momenti comici che in quelli maggiormente drammatici, ma soprattutto il contesto metanarrativo che pervade fino ai titoli di coda.

In questa recensione di Neptunia: Sistsers VS Sisters è il caso di segnalare che il gioco non è immediatamente comprensibile per i neofiti del brand. La storia è praticamente stand-alone e godibile nel suo insieme, ma non è presente un approfondimento della relazione tra i personaggi e del contesto narrativo. In questo senso il piccolo riassunto iniziale e le descrizioni del glossario non riescono perfettamente nel loro compito, in un’opera che dà per scontato che l’utente giocante conosca gli eventi degli episodi principali precedenti. Non proprio un difetto dell’opera, ma è bene sottolinearlo nel caso qualcuno pensi di cominciare il viaggio nel mondo della dimensione Hyper da questo capitolo.

Il tocco da visual novel

Il gameplay dell’opera di Compile Heart si divide principalmente in due sezioni, quella in stile visual novel e quella dell’ Action JRPG. Il primo è un aspetto molto importante, visto che è probabilmente la parte in cui uno spende la maggior parte delle ore dell’avventura. L’unico obbiettivo al suo interno è quello di assistere ai dialoghi, attraverso un’impostazione tipica delle visual novel sia per l’aspetto estetico che per i comandi. In questo senso è evidente la cura di dare una completa personalizzazione, dai comandi che variano la velocità delle parole fino a renderne automatico lo scorrimento.

Una caratteristica da sottolineare per il nostro mercato è come, almeno al momento della recensione, Neptunia: Sistsers VS Sisters presenta esclusivamente una localizzazione in inglese. Il vocabolario utilizzato non è per niente complesso, quindi risulta comprensibile anche per chi non è esperto della lingua anglofona. Il doppiaggio, inoltre, è disponibile sia in giapponese che in inglese. Una scelta significativa non tanto per la qualità del lavoro, ma perché nel secondo caso la maggior parte delle cutscene non sono doppiate.

Una menzione d’onore va alle scene secondarie. Sezioni non legate alla trama principale, ma dove la comicità riesce a esprimere il meglio di sé grazie alla metanarrazione. Non vogliamo spoilerare quello che gli sceneggiatori sono riusciti a ideare, ma chi conosce il mercato della cultura pop si divertirà a riconoscere i molteplici commenti e rimandi.

Un cambiamento

Neptunia Sisters VS Sisters si presenta come un Action JRPG strutturato a dungeon. Il giocatore prende così il controllo di un party di tre personaggi, con l’obbiettivo di raggiungere un determinato punto del livello.

L’esplorazione di base è praticamente invariata rispetto al resto della serie, con quelle ambientazioni di piccole e medie dimensioni popolate da mostri e tesori. Magari è possibile che Nepgear e le sue amiche si imbattano in qualche enigma o interazione ambientale, ma sono così semplici da essere estremamente superflui. I combattimenti, invece, presentano un approccio totalmente differente rispetto alle avventure precedenti.

Al giocatore è offerta un’ampia possibilità per preparare le eroine con interessanti dinamiche come la personalizzazione delle combo, la preparazione di dischi di potenziamento, equipaggiamento delle armi o oggetti e molto altro ancora. Molto simpatico il fatto che è possibile scegliere ogni genere di vestiario per la propria squadra, cosa che non cambia caratteristiche fisiche ma semplicemente quelle estetiche.

Un lato sicuramente positivo, che però fa il giro e diventa quasi negativo quando le possibilità offerte all’utente sono così tante da diventare troppe. I nemici, infatti, sono estremamente lenti e prevedibili nei movimenti, a differenza dei personaggi giocabili fin troppo capaci. Un vero peccato, perché di base il combat system è anche divertente, ma alla fine ogni genere di strategia diventa un button mashing dove basta premere senza sosta i tasti per completare tutti gli scontri senza alcuna difficoltà.

Fortunatamente gli scontri con i boss richiedono un minimo di strategia in più, ma non basta per alzare il grado di difficoltà della produzione. Un punto che è positivo per molti, e negativo per altri, è la velocità estrema del level system. Gli sviluppatori hanno diminuito al minimo indispensabile il grinding, visto che con pochi scontri è possibile vedere il livello dei personaggi evolversi esponenzialmente. In questo aiutano anche le missioni secondarie, avviabili dopo la conclusione di alcuni capitoli, che nella loro estrema ripetitività permettano di facilitare ulteriormente il compito di Nepgear e le sue amiche. Fortunatamente non è obbligatorio completarli tutti, ma vi consigliamo di stare attenti alla barra Goddess shares nel caso vogliate raggiungere uno dei tre finali sbloccabili.

Gli sviluppatori di Neptunia Sisters VS Sisters hanno pensato a un’esperienza godibile per qualsiasi videogiocatore: non importa essere esperti o neofiti del settore per apprezzare questo viaggio, perché il gameplay è estremamente accessibile. La completa personalizzazione è evidente anche in questo senso, visto che è possibile modificare la propria esperienza di gioco nei minimi dettagli. Il risultato finale è un’esperienza rilassante piena di luci e colori, in grado di divertire nella sua semplicità e monotonia generale.

Un esperimento per il futuro

Una delle maggiori novità di Neptunia Sisters VS Sisters, è la possibilità di esplorare la città di Planeptune ma, purtroppo, il lavoro sembra incompleto. La mappa è infatti molto carina alla vista, ma non presenta quasi niente da fare al suo interno. Intere aree sono vuote e senza un reale scopo se non per gusto estetico estetico, tanto da far pensare che l’intera città è più una dimostrazione delle capacità del team che altro.

Nel lato puramente tecnico, invece, Neptunia Sisters VS Sisters non raggiuge minimamente gli standard attuali del mercato. I modelli poligonali sono fin troppo semplici, l’interazione ambientale praticamente inesistente oltre alle animazioni veramente minimali. Il grosso riciclo di contenuti, sia da precedenti produzioni che da questa, è un difetto fin troppo evidente che Compile Heart non prova in alcun modo a nascondere.

La versione PlatStastion 4, quella testata nella nostra recensione, è comunque ben realizzata. Nel corso della nostra partita non ci è capitato di riscontrare bug e glitch di grave entità, se non uno sporadico crash di poca entità grazie al salvataggio automatico. In certi momenti è piuttosto evidente l’effetto pop-up, in altri dei leggeri rallentamenti di FPS, ma niente che è davvero in grado di rovinare l’intera esperienza ludica.

Il lato artistico è riuscito, sia per quanto riguarda l’art style che quello musicale. I nuovi personaggi si integrano bene con il resto del gruppo che i fan hanno imparato ad amare. I disegni sia delle sezioni visual novel che degli sporadici artwork presentano uno stile curato, in grado di farsi apprezzare da uno specifico pubblico. La colonna sonora, invece, non è memorabile ma presenta delle tracce riuscite, insieme all’opening e all’ending che rischiano di entrare in testa per chi adora quel genere di musica giapponese.

 

Neptunia: Sistsers VS Sisters
6.5
Voto 6.5
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Io vivo e corro con il vento, ma la mia passione per la cultura pop è rimasta ancorata sin da quando ho ricordo. Ne è passato di dai tempi delle demo nelle merendine, e sono diventato un appassionato di molti settori di questo mondo: dai videogiochi al cinema, fino all'animazione e perfino la letteratura. In questo periodo della mia vita, spero di portare contenuti di qualità all'interno di Game Legends.