E’ da quando lo studio russo Saber Interactive ha ufficialmente annunciato l’interessante NBA Playgrounds che il sottoscritto stava seguendo con impazienza lo sviluppo, non solo perché il piccolo team è il creatore del motore grafico di Quake Champions, ma anche perché sono da sempre un accanito fan dell’intrigante serie di giochi sportivi “Street“; questa che era in voga molti anni fa e ripresa finalmente con quest’ultimo gioco. Così con il cuore gonfio di speranze ed il pad in mano ho iniziato questa divertente avventura, che se presa con il giusto spirito riuscirà a strapparci anche più di un sorriso.
Alley-Oop Mancato
Se ricordate anche voi i bellissimi titoli Street Basket o FIFA Street, dove i trick, la velocità e tiri incredibili erano il pane quotidiano, in questo nuovo NBA Playgrounds non ci troviamo proprio di fronte allo stesso iter. Il gioco di Saber Interactive è davvero un paradigma vivente, perché porta in grembo tantissime qualità che avrebbero potuto fare di esso un must have del genere, e riportare in auge una tipologia di gioco ormai in disuso. Insomma queste qualità come avrete capito, non sono state sfruttate proprio al massimo delle potenzialità. Iniziamo subito nel dirvi che il gioco sotto l’aspetto grafico è davvero piacevole e ben realizzato, la stilizzazione ricreata dagli sviluppatori è permeante e riesce senza problemi a rispecchiare l’approccio del titolo stesso, arricchito dai movimenti per effettuare schiacciate, dribbling e tiri fuori da ogni concezione umana. Nel complesso dunque, la realizzazione dei personaggi (oltre duecento) con i loro mega testoni ci ha stupito sin da subito, ed è una di quelle qualità che di certo ci verrà riproposta in futuro.
Come da premessa, una volta iniziata l’esperienza di gioco, ci si rende subito conto che la semplicità è di casa, e se anche le regole (regole? non ci sono regole) di gioco possono sembrare leggere… beh, è proprio così, anche se in ogni caso dovremo almeno un minimo fare affidamento sulla nostra intelligenza. Inizialmente i giocatori si tufferanno sul tutorial prima di schiacciare sulle teste dei loro avversari tra fuoco e fiamme, imparando che per riuscirci dovranno fare del tempismo una delle armi vincenti. Una volta apprese le meccaniche di gioco possiamo affrontare la modalità single player, che ci farà scoprire un’altra grande intuizione del tema russo: l’utilizzo di carte collezionabili, utili a sbloccare i tantissimi giocatori che fanno parte del roster del gioco. Ottima idea questa, anche se in un certo senso abbandonata a se stessa, visto che non ci saranno traguardi da tagliare per conquistare le bustine contenenti i giocatori. Queste saranno ottenibili semplicemente giocando: più giochi più avrai bustine da scartare, gradevole per l’assenza delle microtransazioni, ma poco stimolante a livelli di sfida. In questa modalità iniziano ed emergere veri limiti del gioco, perché poco longeva (circa una ventina di partite), e con una difficoltà che crolla drasticamente una volta comprese le “falle” dell’IA, permettendoci di vincere match senza sforzi e dedicandoci in tutta tranquillità alle azioni extra.
Esperienza Di Gioco
Ero contento come un bambino a natale prima di iniziare a giocare a NBA Playgrounds, lo ammetto, perché sono un appassionato di titoli sportivi di tutti i generi, e con un debole per quelli alla NBA Jam capaci di prenderti per diverse ore e farti divertire un mondo. Purtroppo dopo poco tempo ho capito che le meccaniche implementate da Saber Interactive hanno un potenziale enorme, ma mal proposte, e che spero verranno sfruttate meglio in futuro grazie ai prossimi rilasci. Il sistema di gioco del titolo è davvero lineare, ma la bellezza di esso è anche che non esistono squadre già fatte o schemi da seguire: possiamo creare una squadra mischiando tutti i giocatori a nostra disposizione, così da poter creare il nostro dream team. Ogni giocatore che raccoglieremo potrà essere potenziato grazie ad upgrade alle statistiche: altra notevole intuizione, ma che col loro salire di livello vede la difficoltà calare drasticamente, grave ripercussione di uno scarso bilanciamento tra gli upgrade il procedere del titolo. Il gameplay vero e proprio è caratterizzato fondamentalmente da spintoni, strattonate, gomitate, schiacciate epiche e non, alley-oop, e canestri da tre. Pochi i trick a disposizione dei giocatori, grandissima mancanza, che ci vedrà solo inclinare la levetta analogica di destra.
E’ stata gradita in NBA Playgrounds anche l’introduzione del tempismo, senza il quale un canestro semplicissimo e senza avversari ci risulterà impossibile da segnare. Già, perché una volta premuto quadrato lo dovremo tenere premuto il tanto che basta per fare un tiro lodevole, altrimenti o non arriveremo neanche a canestro o sicuramente colpiremo il ferro. Meccanica che non riesce ad essere incisiva, ma anzi alcune volte impossibile da padroneggiare (perché ci sono alcuni tiri davvero difficili da realizzare), mentre è semplicissimo mettere dentro i tiri da tre punti. Nel gameplay è importante quanto basta tenere sotto controllo due indicatori, uno che appare sotto i giocatori (indica la stanchezza del nostro giocatore, che sotto alcuni limiti non riuscirà a fare nient’altro se non correre e saltare) e l’altro in alto che si riempirà in base alle nostre azioni andate a buon fine, e una volta al massimo sbloccherà una sorta di “super move” in grado di spaccare anche le sorti della partita.
Modalità di gioco e Online
Ottima se non spettacolare la possibilità di giocare in quattro tutti insieme, ognuno con il proprio giocatore. Questa è una delle parti più divertenti del gioco, perché in compagnia degli amici NBA Playgrounds vi farà sicuramente passare diverse ore senza appesantirvi mai. La parte per il momento ancora da sistemare è l’online, visto che non è stata ancora inserita la possibilità di creare o di partecipare ad eventi come tornei, e la ricerca degli avversari risulta un pochino lenta. Oltre a questo motivo, dovuto sicuramente alla recente uscita del gioco, qualche lag ancora affligge il gameplay, e cosa ancora più brutta è che non possiamo sfidare direttamente i nostri amici online (scelta a dir poco inspiegabile).
Conclusioni
NBA Playgrounds è un titolo carino, divertente, con una grafica davvero bella. Purtroppo però manca di alcune caratteristiche fondamentali che avrebbero potuto farne un vero gioiellino. Sicuramente lo consiglierei a chi come me è un patito del genere, e lo consiglierei ancor di più a tutti quei giocatori che amano stare in compagnia degli amici e passare un serata a sfidarsi con il pad in mano senza troppe pretese. Non lo consiglierei però a tutti quei giocatori che vogliono un gioco più hardcore, ricco di azione, dinamico e bilanciato al punto giusto. Questo perché troppe sbavature macchiano il gioco, tra difetti di IA e una ripetitività troppa accentuata, perdendo troppo presto il gusto di giocare in single player. Speriamo che con i prossimi aggiornamenti, le problematiche dell’online vengano risolte, e in quel caso, date le potenzialità, il verrà probabilmente supportato a lungo dalla software house.
Modus Operandi: Questa recensione è stata redatta basandosi sulla versione PlayStation 4 del titolo, dopo aver completato per intero la modalità single player, dopo aver affrontato diverse sfide in multiplayer sia in locale sia online.