Come uno tsunami di cubetti, Minecraft e i propri spin-off hanno invaso il mondo videoludico nell’ultimo decennio, a partire da quando nell’ormai lontano 2009 nasceva la prima versione del fantasioso sandbox. Un successo che è valso al marchio anche collaborazioni a cinque stelle (come ad esempio con LEGO) e che ha permesso al team di sviluppo di sbizzarrirsi nel tempo con innumerevoli nuovi contenuti. Ultimo in ordine di tempo è stato Minecraft Dungeons, che distaccandosi sia dalla formula originale del gioco, sia dalla Story Mode, ci porta nel quadrettoso universo con un’avventura del tutto nuova, in puro stile action rpg. Avvalendosi di tutti gli stilemi del brand, unendoli ad una visuale isometrica e ispirandosi liberamente a meccaniche dungeon crawler di stampo classico, Mojang Studios ha proposto un’avventura inedita ai fan della serie, sia per trama, sia per gameplay.
Una vendetta (non) pianificata
Come vi abbiamo già raccontato nella nostra prima recensione a maggio, la trama del gioco è semplicemente abbozzata, raccontata da un video iniziale che ci spiega come un abitante emarginato sia entrato in possesso di un enorme potere, e di come abbia iniziato la sua campagna vendicativa contro tutto e tutti. Chi può mettere fine alla sua egemonia e a questo periodo di distruzione? Ovviamente un Eroe! E neanche a dirlo quell’eroe saremo noi, di cui potremo scegliere in primis l’aspetto, e che potremo potenziare a piacimento pian piano che acquisiamo oggetti ed esperienza. Tuttavia il punto di forza di tale titolo risiede nel multiplayer, che ci vedrà giocare in compagnia di altri giocatori sia in locale, sia online (nel caso di questa versione recensita, vi ricordiamo che per giocare online avrete bisogno dell’iscrizione al Nintendo Switch Online) fino a quattro giocatori.
Una volta assodato il pretesto e il nostro compito, inizia l’avventura vera e propria: la prima missione funge da vero e proprio tutorial, atto ad insegnarci i vari comandi – piuttosto basilari – e a come muovere i primi passi orientandoci negli oscuri e poco accoglienti dungeon del gioco. Il nostro eroe sarà dotato di due tipi di arma, ovvero una primaria (spada, ascia piccozza e così via) e a distanza, come ad esempio gli archi. L’attacco è nulla senza la resistenza, e quindi sarà anche indispensabile indossare delle armature che, oltre a conferirci un valore di difesa, ci regaleranno anche dei bonus o delle abilità. Con le uccisioni e il completamento della varie missioni, come in tutti i giochi di stampo RPG che si rispettino, saliremo di livello, acquisendo di conseguenza dei punti abilità per potenziare i nostri equipaggiamenti (cosa che attiverà anche per le armi delle abilità speciali). Oltre a rotolare, gli altri comandi ci permetteranno di curarci, o di usare diversi artefatti che ci faranno compiere azioni, ci potenzieranno, o avranno effetti particolari per un periodo limitato di tempo.
Minecraft Dungeons su Switch!
Senza dilungarci troppo sulla struttura del gameplay, che risulta di estrema semplicità nella comprensione ma che richiede molta abilità da metà gioco in poi, andiamo a parlare del fulcro di questa recensione: come si comporta Minecraft Dungeons su Nintendo Switch? Prima di parlare delle prestazioni del prodotto, è intanto necessario fare un passo indietro e parlare della versatilità non solo dell’ibrida Nintendo, ma anche della fruibilità del gioco: come anche gli altri giochi della serie, Minecraft Dungeons ha tutte le carte in regola per essere sfruttato dai giovanissimi, un po’ per la già citata rapidità e semplicità con cui si assimilano le basi, un po’ per la scioltezza e le poche pretese narrative, ma soprattutto perché di rimando il suo tipo di utenza rispecchia una fetta gigantesca dei giocatori che possiedono Nintendo Switch, che porta il vessillo di console più adatta ai giovani e col vanto di accontentare l’utenza di tutte le età. In un panorama di questo tipo.
Passando all’aspetto tecnico, il gioco non presenta grane in questa versione, se non i caricamenti troppo lunghi. Il titolo scorre senza intoppi sia in modalità dock sia in quella portatile, con gli unici piccoli problemi di frame rate che si mostrano sui video, ma con il gioco che vola liscio come l’olio anche con molti nemici a schermo. Tuttavia rimane un po’ di rammarico per quanto riguarda il mancato sfruttamento di due parti fondamentali dell’ibrida, ovvero il touch screen in modalità portatile e il rumble HD, dove il primo è totalmente inutilizzabile, mentre per la vibrazione siamo di fronte a quella standard. Anche se giocarlo in modalità portatile è davvero gradevole, il modo più confortevole per giocare rimane senza dubbio su TV, sfruttando un Pro Pad, soprattutto per la tipologia di gioco di cui parliamo, che richiede una certa ergonomia.