Nel corso degli anni i videogiochi hanno mostrato sempre di più le proprie potenzialità, soprattutto dal punto di vista narrativo ed espressivo. È stata proprio questa progressiva evoluzione generale a trasformare un tipo d’interazione in qualcosa di molto più profondo, portando il medium verso lidi del tutto inaspettati che ancora oggi riescono a sorprendere ed appassionare. Un esempio di tutto ciò lo abbiamo con le “visual novel”, prodotti che si originano da alcune premesse chiare, derivative da mezzi espressivi precedenti, per innestarsi in vere e proprie esperienze dirette molto peculiari e senza dubbio personali, autoriali in moltissimi frangenti. È proprio di una di queste che vi parliamo oggi, ovvero Milky Way Prince – The Vampire Star, e di tutto quello che quest’opera affronta e vuole dire in faccia al giocatore.
Milly Way Prince – The Vampire Star è stato pubblicato da Santa Ragione (studio di produzione che ricordiamo per la creazione di: Mirror Moon EP, FOTONICA, Wheels of Aurelia e l’imminente Saturnalia. Il tutto legato a un’iniziativa atta alla valorizzazione degli artisti indipendenti italiani) e sviluppato (anche dal punto di vista del design estetico generale) da Lorenzo Redaelli.
Design, estetica, suggestioni ed arte
Parlando proprio del design del titolo, è questo a colpire nell’immediato, a rapire l’attenzione di chi guarda. Si tratta di un’opera che mira moltissimo a un’estetica precisa che si riallaccia allo stile del suo stesso sviluppatore. I disegni seguono una traccia chiara, un solco netto e a tratti rozzo, sporcato dalle forme dei lineamenti generali, e da una costruzione ambientale ben riconoscibile, con un’alternanza cromatica che oscilla intorno a quattro colori precisi: rosso, bianco, nero e grigio (con un alternanza di azzurro in alcuni momenti). Gli ambienti in cui si sviluppa l’azione sono perlopiù estremamente asettici, spogli, vuoti e minimalisti, così da spostare tutta l’attenzione di chi gioca sui personaggi stessi, sopratutto sui loro volti, sulle espressioni e sui dialoghi. Ad aggiungersi a tutto questo, il gioco si snocciola intorno ad una serie di inquadrature fisse, che contribuiscono ad acuire un forte senso di soffocamento e di disagio, soprattutto nei momenti in cui i personaggi si soffermano a fissare il giocatore stesso. Il tutto amplificato dalla colonna sonora che, con una serie di tonalità particolari, si riallaccia perfettamente a quanto narrato, incrementandone l’effetto emotivo, valorizzandone il peso. Il titolo non ha alcun timore a passare dalla dimensione del reale, all’onirico, all’astratto, dimostrando un’importante delicatezza, soprattuto quando tocca alcuni sviluppi molto forti ed intimi. La rottura di qualsivoglia realismo trasforma sostanzialmente quanto si ha davanti, conducendo ad una pluralità di approcci molto ispirati e non troppo diretti, che comunque lasciano un segno forte, un’impronta indelebile, principalmente dal punto di vista emotivo.
Osserva ogni cosa, ma non attraverso i tuoi occhi, in Milky Way Prince
Con Milky Way Prince – The Vampire Star ci troviamo davanti a una visual novel delle più classiche, dal punto di vista tecnico. Si tratta di una storia nella quale, oltre alla selezione dei dialoghi e alla costruzione di una personale “strada”, si potrà, in alcuni frangenti, interagire con quanto si ha davanti (oggetti, libri, poster…). Il luogo adibito a questo genere di approfondimenti è la stanza del protagonista, Nuki. In essa vi saranno alcuni oggetti interagibili pronti a raccontare qualcosa, ma attenzione, il tutto è continuamente filtrato dal punto di vista del ragazzo stesso. È lui che racconta tutto quanto, è attraverso il suo sguardo che il mondo di gioco si schiude davanti a noi, uno sguardo che resta sempre soggettivo e fondamentalmente parziale, uno sguardo che non si racconta mai veramente, mai del tutto, uno sguardo che rielabora e lancia altissimi “non detti”, contribuendo alla costruzione di una situazione senza dubbio affascinante, caratterizzata da tante piccole cose che avvengono fuori dal controllo del giocatore stesso, e lontane dalla sua dimensione cosciente. Durante tutta la trama, infatti, si ha sempre la sensazione di non avere mai il totale controllo della situazione, anche in seguito alle scelte prese moltissime cose appaiono lontane dalla nostra giurisdizione, lontane dai canoni classici interattivi, conducendo a una situazione che sorprende proprio per via delle ombre introno alla narrazione stessa.
Per quanto concerne i dialoghi e gli sviluppi generali, la situazione è abbastanza semplice. Ogni scelta conduce ad uno sviluppo differente, soprattutto dal punto di vista emotivo. In alcuni momenti, però, anche in questo caso non si avranno troppe scelte, soprattutto nella parte iniziale, per poi aprirsi sempre di più, fino ad arrivare al finale, ispirando sensazioni contrastanti.
Due ragazzi, due figure che opache avanzano verso il nulla
La storia di Milky Way Prince – The Vampire Star ruota intorno a due ragazzi: Nuki e Sune. Il tutto si apre con la storia di una stella che una volta caduta sulla terra, si rivela essere il Principe della via Lattea in cerca d’aiuto. Questa però resta una premessa favolistica diretta, con ripercussioni a lungo raggio sulla psiche e sulla percezione generale degli eventi rappresentati. Questi due ragazzi si conoscono in circostanze particolari, che si riallacciano proprio a quanto detto prima, anche se, ricordiamolo, il tutto viene continuamente narrato attraverso i personaggi stessi, e mai da un punto di vista distaccato. Non avendo quindi una reale visione d’insieme che sia esterna, moltissimo del narrato resta sospeso, resta dubbioso e imprecisato, scardinato da un realismo che qui si perde in riflessioni psicologiche e interpretazioni del reale. Fra questi due ragazzi nasce un’immediata attrazione che sfocia immediatamente in dinamiche molto particolari, soprattutto per quanto concerne quello che sarà il loro rapporto. Il titolo, infatti, affronta in maniera diretta e senza fronzoli, questo legame che non tarda a sfociare nel tossico. Idealizzazione, depressione, autolesionismo, dipendenza, sono soltanto alcune delle tematiche principali, tematiche che non hanno alcun timore di andare ben oltre, costruendo un impianto narrativo che, partendo proprio dallo sguardo e dalla percezione, si fonde con tutta una serie di problematiche interiori molto forti, che spingono, inevitabilmente, alla riflessione, toccando punti molto sensibili. Un altro merito di questo titolo è quello di riuscire a catturare completamente, di riuscire ad ispirare un’immersione che vuole delle risposte, che vuole comprendere quanto ha davanti, anche se un viaggio del genere, soprattutto se affrontato alla leggera, potrebbe condurre a sviluppi difficilmente gestibili.
Milky Way Prince – The Vampire Star si presenta quindi come un titolo tutto da esplorare, tutto da leggere, principalmente attraverso quelle particolari pieghe che ne costruiscono l’alone narrativo. L’importanza di quanto rappresentato, però, va ben oltre il settore stesso, conducendo a ragionamenti che ne rompono tutte le limitazioni schematiche, riuscendo a toccare corde molto più intime di quanto non si pensi.