L’Italia, lo sappiamo bene, difficilmente la associamo a grandi produzioni videoludiche, sebbene siano sotto gli occhi di tutti i lenti, ma graduali passi in avanti che anche noi stiamo compiendo all’interno dell’Industria. Un importante settore che si sta sviluppando a livello globale è senza dubbio alcuno quello delle produzioni indipendenti, che hanno chiaramente contribuito a dare un’accelerata ai piccoli, ma promettenti team di sviluppo locali. Milanoir, pertanto, insieme al forte interesse mediatico, si colloca in una posizione spazio-temporale videoludica ben definita, rappresentando un prodotto indubbiamente peculiare. Sulla base di questi presupposti, in sostanza, risulta chiaro che quanto realizzato da Italo Games e Good Shepherd Entertainment meriti certamente un’attenzione di tutto rispetto nel panorama videoludico del nostro paese e non solo.
Un noir tutto italiano
Come ben possiamo intuire dal nome del gioco, le vicende hanno luogo in una Milano degli anni ’70 infestata dal crimine. Il titolo, infatti, trae profonda ispirazione da cult dello scorso secolo ritraenti la criminalità nostrana, e in particolare pellicole quali Milano Calibro 9 e Almost Human, il tutto condito da una pixel art curatissima che conferisce al tutto un piacevole gusto vintage. Il protagonista che impersoneremo sarà Sacchi Piero, un malavitoso al servizio di Lanzetti, da tempo in conflitto con Beretta, un uomo altrettanto potente e decisamente conosciuto nel giro. In seguito a varie peripezie e alla soffiata di un misterioso individuo, il nostro “eroe” si ritroverà nel carcere di San Vittore a causa di un grave crimine commesso: una volta rilasciato non ci resterà che scoprire chi ci ha tradito, per poi agire di conseguenza. La trama presenta gli elementi e le tinte tipiche del genere, risultando tutto sommato piuttosto interessante, sebbene sotto alcuni aspetti poco memorabile, dal momento che spesso e volentieri avremo a che fare con personaggi che altro non sono che semplici macchiette, prive della giusta profondità che indubbiamente meriterebbero.
Da un certo punto di vista ciò può certamente dipendere dall’assenza di un budget capace di sopperire a tale mancanza, sebbene nel complesso sia comunque godibile e mai noiosa. Il personaggio principale, per l’appunto, è fra tutti il più caratterizzato in assoluto: spregiudicato ed egoista, non guarda in faccia nessuno pur di raggiungere il proprio obiettivo o di non lasciarci la pelle, così come dimostra scarso interesse nei confronti delle conseguenze scaturite dalle azioni da lui compiute. I contenuti di Milanoir, inoltre, non sono affatto adatti a tutti, in quanto ci ritroviamo di fronte ad un linguaggio scurrile e ad un’ingente presenza di sangue, fattori che potrebbero urtare i più sensibili o i più giovani. In poche parole quanto messo a punto da Italo Games si attesta su ottimi livelli, e va certamente tenuto in conto che sotto questo profilo il giovane team ha dovuto tener conto delle risorse a propria disposizione non illimitate, nonostante si abbia la sensazione che si sarebbe potuto osare leggermente di più.
A fare da contorno all’intero titolo figura poi l’ottima colonna sonora, che ricalca perfettamente l’atmosfera degli anni settanta, adattandosi incredibilmente bene ad ogni circostanza, da quella più concitata a quella più complicata o drammatica. Dietro le quinte, ad occuparsi della composizione è stato Luigi di Guida, il quale in passato ha lavorato ad altre produzioni minori, quali Dengen Chronicles e The Winter Dragon, e che propone un lavoro incredibilmente curato e più che orecchiabile.
Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare
Milanoir, com’è facile intuire dal contesto, è un action con elementi di sparatutto, che metterà a dura prova la nostra pazienza e i nervi più saldi. L’interfaccia si rivela sin da subito molto pulita e tutt’altro che invadente, grazie ad un mirino che potremo muovere liberamente su schermo, e che mostrerà il numero di proiettili a nostra disposizione, i quali dovranno essere ricaricati manualmente ogni volta che giungeranno a termine, e senza alcun limite. La scelta adottata dal team in tal senso è piuttosto azzeccata, in quanto fa sì che il giocatore presti sempre la più totale attenzione nei confronti della situazione in cui ci si ritrova e dandoci così un’ampia visione di ciò che ci sta attorno. Oltre all’utilizzo del nostro fidato Revolver, potremo farci strada tra i nemici sparando alla segnaletica, che rifletterà su di essi i colpi, ma anche utilizzando le molotov, i pugnali e gli attacchi stealth, offrendo da questo punto di vista più possibilità di azione all’interno dei vari capitoli, il cui superamento richiederà abilità e, soprattutto, molta calma.
Sì, perché la difficoltà di Milanoir – nonostante le meccaniche piuttosto semplici e ben consolidate – si attesterà su livelli alti, a tratti eccessivamente: in alcune fasi il gioco ci punirà senza pietà per le nostre azioni, anche alla difficoltà più bassa, e ciò potrebbe condurre ad uno stato di frustrazione alquanto irritante. Sicuramente quello tra pixel art e difficoltà elevata è un connubio interessante, in parte voluto dal team di sviluppo, il cui obiettivo era proprio quello di offrire una vera e propria sfida. Se da un lato la suddetta scelta va accolta più che positivamente, da un altro sarebbe stato gradito un bilanciamento migliore, seppur minimo, delle varie difficoltà, al fine di rendere godibile al meglio il titolo ad un pubblico più ampio. Tuttavia al di là della frustrazione derivante dagli ostacoli del gioco, Milanoir risulta divertente e mai noioso, con avvincenti e adrenalinici scontri a fuoco a bordo ora di tram, ora di metro o scooter. L’avventura, poi, potrà essere vissuta in compagnia di un amico, grazie alla modalità coop, un’aggiunta fortemente gradita che arricchisce ulteriormente l’esperienza. Accanto ad essa figura poi la modalità arena, all’interno della quale avremo la possibilità di affrontare a tempo i vari scenari del gioco, contando il numero di nemici uccisi, con relativo record personale.
Milan l’è on gran Milan
A fare da sfondo all’intera vicenda offerta da Milanoir, lo abbiamo già detto più volte, è il capoluogo lombardo: l’intera città è riprodotta per mezzo di una pixel art eccezionalmente curata e molto piacevole alla vista, e con un’attenzione ai dettagli sbalorditiva. Tanto i quartieri quanto i mezzi rispecchiano incredibilmente bene la controparte reale, contribuendo a dare un senso di immersività decisamente interessante, in particolar modo per chi quelle strade le conosce bene e le vive quotidianamente sulla propria pelle. Nel complesso, insomma, la scelta stilistica adottata da Italo Games di ambientare il titolo all’interno della celebre città risulta vincente, grazie anche ad una qualità delle animazioni assolutamente encomiabile, sebbene queste non siano particolarmente numerose. I colori sono brillanti, ben saturati, ma mai troppo, ed è quindi indubbio che ci troviamo di fronte ad una direzione artistica di tutto rispetto, la quale chiaramente spicca all’interno del settore videoludico nostrano, e collocandosi di forza tra i lavori locali più interessanti degli ultimi anni svolti da questo punto di vista. La versione da noi testata è quella per PC, ma il titolo approderà anche su PlayStation 4, Xbox One e Switch. Abbiamo l’impressione di ritrovarci di fronte ad un gioco che ben si adatta alla portabilità e al luminoso schermo dell’ibrida Nintendo, nonostante in buona sostanza la resa visiva viene garantita in ogni caso.
In chiusura possiamo pertanto affermare che ci ritroviamo di fronte ad un prodotto decisamente degno di nota, indirizzato in particolar modo a tutti gli appassionati delle produzioni indipendenti, e che soprattutto desiderino supportare il mercato del nostro paese, il quale dimostra sempre di più di avere un gran potenziale in presenza dei giusti mezzi. Accanto ad elementi caratterizzati da una certa originalità, come l’ambientazione, ne figurano altri fortemente consolidati, come un gameplay sostanzialmente tradizionale, ma a tratti profondamente punitivo. Il divertimento in ogni caso – che si giochi individualmente o in compagnia – è assicurato, e le appena dieci ore di avventura valgono tutti i soldi spesi per vivere l’avventura di Piero per le strade della città meneghina. Possiamo quindi dire che la curiosità nei confronti dei prossimi titoli da parte di Italo Games è viva, dal momento che il team ha dimostrato di avere le capacità di portare sul mercato un prodotto di qualità, ma ancor di più idee originali e molto interessanti, capaci di valorizzare il nostro Bel Paese anche grazie ad un medium potente come il videogioco.