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Metal Gear Solid V: The Phantom Pain – Recensione

Era il lontano 1998 quando misi mano su questo titolo enigmatico chiamato Metal Gear Solid. A distanza di 17 anni, dopo un’attesa snervante, Hideo Kojima ha sfornato quello che sarà, a malincuore, l’ultimo Metal Gear Solid. Ma partiamo con calma.

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Per i pochi che ancora non sanno di cosa si parla, e sono finiti casualmente su questa pagina, Metal Gear Solid ci catapulta in un mondo in cui la guerra controlla il mondo, e eserciti privati si vendono al miglior offerente, riempendo i campi di battaglia. E’ abbastanza complesso spiegare la trama, perciò vi sottolineerò esclusivamente i punti salienti:

I protagonisti del gioco saranno Snake (ambientato nel passato) e Solid Snake (ambientato nel presente)
I titoli saranno così divisi in quelli di Snake (Metal Gear Solid 3: Snake Eater, Metal Gear Solid: Portable Ops, Metal Gear Solid: Peacewalker, Metal Gear Solid V: Ground Zeroes, Metal Gear Solid V: The Phantom Pain) e quelli di Solid Snake (Metal Gear, Metal Gear 2, Metal Gear Solid, Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty, Metal Gear Solid 4: Guns of the Patriots).
– Metal Gear Solid V: The Phantom Pain unisce i puntini tra la fine della storia di Snake e l’inizio di quella di Solid Snake: collega MGS: Peacewalker al primo Metal Gear.

Questi titoli non seguono quindi l’ordine cronologico della storia, ma hanno un ordine d’uscita che salta tra passato e presente.

Metal Gear Solid V: The Phantom Pain sarà (quasi sicuramente), l’ultimo Metal Gear, almeno diretto da Kojima, in quanto fra il creatore e la Konami c’è stata una rottura di ogni tipo di rapporto. E’ per questo che recensire un gioco simile risulta difficile.

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Occidente vs Oriente

La saga si piazza nel mercato videoludico in modo abbastanza particolare, poiché il suo creatore, Kojima, è di origini Giapponesi, amando però a dismisura il mondo occidentale, specialmente il mondo cinematografico. Questo suo amore si risente nel gioco, soprattutto nella sceneggiatura. Metal Gear Solid è figlio dell’incontro di una mente orientale ispirata all’occidente. Non sarebbe ciò che è diventato ora senza questa base.

I’m counting on you, Snake!

Passando ai dettagli tecnici, Metal Gear Solid V: The Phantom Pain parte da una sorta di prologo (Ground Zeroes) uscito nel 2014. Si nota subito come il gioco, partendo dai primi capitoli, si sia evoluto: inizialmente uno stealth basato esclusivamente sulla storia e principalmente lineare, ora è divenuto un Open-World, dove voi sceglierete l’approccio che volete utilizzare nelle missioni. Potete stare tranquilli: il free roaming non ha minimamente intaccato la narrazione, però ha modificato leggermente le dinamiche concitate della storia (insomma, frammentare un evento con 10 missioni secondarie tende ad allentare la tensione). Potete comunque non farle e seguire la storia, ma senza di quelle vi troverete a non avere l’equipaggiamento giusto per le missioni, e arruolerete davvero pochi soldati per la vostra MB.

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Per analizzare al meglio il tutto, è possibile dividere il gameplay in macrosettori, ognuno caratteristico:

 – Missioni Primarie: saranno le missioni della storia, vi permetteranno di proseguire nella trama e saranno molto elaborate;
 – Motherbase: la vostra base, dove potrete arruolare soldati dalle vostre missioni attraverso il sistema Fulton (un palloncino da attaccare al soldato inerme o a degli oggetti, che verranno poi prelevati e mandati in MB, con una percentuale di successo influenzata da cose come tempo atmosferico e nemici vicini. Questi soldati lavoreranno per i Diamond Dogs, gruppo militare privato di Snake e del suo luogotenente Kaz, e potrete posizionarli in una branca dello sviluppo a voi utile (creazione armi, spionaggio, difesa della Motherbase). Una volta create, potrete farvi inviare tramite un elicottero ogni arma o oggetto sulla mappa di gioco;
 – Missioni Secondarie: principalmente eliminazione bersagli, infiltrazione e recupero prigionieri, vi permetteranno di aumentare i vostri ranghi militari, di recuperare materiali utili per la creazione e soprattutto di prendere i crediti, necessari per ogni cosa nel gioco;
 – FOB: base che potrete creare e che i giocatori reali potranno attaccare. Di base, il PvP del gioco.

Spiegato così risulta facile, ma giocando potrete notare come tutto il mondo del videogame sia completamente collegato: attaccare e farsi scoprire in una base condizionerà anche i soldati delle altre basi poiché saranno in collegamento radio. Ma potreste buttare giù la radio per negargli questa evenienza. Sempre se riuscirete a capire ciò che dicono, dato che parleranno lingue a voi straniere e l’unico modo che avrete per capirli sarà reclutare un interprete.

Nel gioco vi aiuteranno/intralceranno anche i cicli giorno/notte (che potrete modificare tramite il Phantom Cigar, oggetto che permette di velocizzare il passare del tempo) e i cambiamenti atmosferici come tempeste di sabbia e piogge.

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Potete capire quindi come questi contenuti arricchiscano il gioco, portandolo a durare dalle 70 alle 100 ore (missioni secondarie comprese), essendo uno dei gameplay più completi della generazione.

Solid Eye

Graficamente parlando, seppure il gioco sia uscito anche su PlayStation 3 e Xbox 360, e di solito questo porta danni a livello tecnico, invece Metal Gear Solid V: The Phantom Pain riesce a mantenere una resa grafica impeccabile, con 60fps su Next-Gen e PC. Unica leggerissima pecca, alcune ombre non sono proprio perfette, ma ci si può passare sopra.

Il sonoro, ispirandosi ai vecchi titoli, rievoca in mente l’atmosfera della saga, accompagnata da canzoni come The Man Who Sold the World di David BowieAnche il nome dell’armata di Snake si chiama Diamond Dogs, come l’album di Bowie. In Metal Gear le canzoni hanno sempre avuto una rilevanza particolare, posizionate nel gioco sia per melodia che per significato, e ciò riesce a trasportarvi all’interno delle vicende.

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Our best to leave the world

Parlando della modalità online, quella per lo meno presente adesso, si basa sul PvP nelle FOB (Forward Operating Base, delle basi che potrete creare come distaccamenti della Mother Base). Starà a voi essere veloci e bravi nel conoscere ogni piccolo anfratto o scorciatoia per cogliere il nemico impreparato; o aver potenziato abbastanza la vostra FOB per resistere ad un assalto.

Un’altra modalità, in realtà un vero e proprio gioco a parte, sarà Metal Gear Online 3, compreso in The Phantom Pain, che farà il suo debutto il 6 Ottobre e prontamente saremo li a recensirlo per voi.

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Farewell, Snake. Farewell Kojima.

Spogliandomi per un momento dagli abiti oggettivi, stiamo salutando un titolo che ha fatto la storia del videogioco. Un videogame che non uscirà più, o se uscirà non sarà gestito da Kojima, padre e creatore di Metal Gear, poiché i diritti sono detenuti da Konami.

Dall’altro lato, se Kojima sceglierà di fare un nuovo gioco, potrà anche essere un capolavoro, ma non sarà mai Metal Gear, non narrerà le vicende di Snake.

L’unica soluzione, non impossibile ma improbabile, è una futura riappacificazione tra Kojima Konami, ma per ora, Metal Gear Solid V: The Phantom Pain pone fine a una saga. La fine di Metal Gear Solid: A Hideo Kojima Game.

Metal Gear Solid V: The Phantom Pain

9.8

Metal Gear Solid V: The Phantom Pain è il canto del cigno della saga, è la dimostrazione che cambiare non porta sempre danno, e che un gioco può davvero emozionare al pari, se non di più, di un film. Snake vi accompagnerà nella sua ultima missione. Il resto è storia.

Simone Lelli
Amante dei videogiochi, non si fa però sfuggire cinema e serie tv, fumetti e tutto ciò che riguarda la cultura pop e nerd. Collezionista con seri problemi di spazio, videogioca da quando ha memoria, anche se ha capito di amarli su quell'isola di Shadow Moses.

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