Metal Gear Solid: Master Collection Vol.1 è arrivato, e con esso sono tornati una serie di giochi di Hideo Kojima che, volente o nolente, hanno rivoluzionato il medium videoludico e hanno cambiato l’approccio nello sviluppo di videogiochi. Solo che parliamo di giochi fatti da Kojima, visto un po’ come il messia del videoludo, “ristampati” da quell’azienda che gli ha messo i bastoni tra le ruote. E in tutto ciò la lamentela – sempre dietro l’angolo – è esplosa anche stavolta: mancano i ringraziamenti allo staff originale.

O meglio, mancano all’interno della Collection, considerato che ogni gioco è stato riproposto con pochissime e lievi rifiniture, di base lasciando anche i crediti a fine titolo come Kojima li aveva fatti. Come se non bastasse, la lamentela gira anche attorno al fatto che manca la dicitura “A Hideo Kojima Game” sopra al gioco, motivo per cui molti fan del titolo non stanno acquistando la collezione di Konami.

Konami: una Collection “Solid”?

Partiamo dalla base: la Master Collection Vol.1 di Metal Gear Solid è stata creata da Konami per riportare in auge questi giochi, complice l’annuncio del remake di Metal Gear Solid 3. Ecco quindi che al suo interno, alla modica cifra di 59,99€, troviamo:

  • Metal Gear
  • Metal Gear 2: Solid Snake
  • Metal Gear Solid
  • Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty
  • Metal Gear Solid 3: Snake Eater

Non mancano poi una serie di bonus abbastanza interessanti. Insomma, una riproposizione di questi giochi un po’ come sono stati fatti in principio, in versione HD, ma con tutti i pro e i contro dell’epoca.

Se quindi per un discorso di preservazione, l’operazione di Konami ha più che senso, ciò che sfugge ai fan riguarda proprio la voglia di Konami di riportare quelle opere alle nuove generazioni. Ovviamente l’azienda vuole guadagnarci sopra, ma non si può dire che il lavoro fatto sulla Collection sia stato pigro.

Parliamo di una serie di prodotti aggiuntivi come:

  • Snake’s Revenge – Titolo non canonico che ha fatto parlare molto di sé
  • Metal Gear Solid: Integral – Versione giapponese con aggiunte prese dalla versione USA
  • Metal Gear Solid: Special Missions – Espansione con missioni extra
  • Metal Gear Solid: VR Missions – Espansione con missioni extra

Certo, magari metterci Ac!d, lo spin-off gioco di carte per PSP, le versioni Substance e Subsistence e il remake per GameCube Twin Snakes avrebbe potuto giovare al pacchetto, ma tutto sommato un fan di Metal Gear Solid dentro a questa collezione può trovare davvero quasi tutto, persino il doppiaggio in italiano del primo gioco, croce e delizia di un tempo in cui la localizzazione era trattata davvero male.

Quindi sì, alla fine di tutto – anche se MGS 2 e 3 sono di base le versioni HD Remastered già uscite in passato – poter avere tale scelta di versioni e di aggiunte su praticamente tutte le piattaforme è qualcosa di eccezionale.

Metroid Prime Remaster: Sons of Difference

Superato – si fa per dire – il problema legato all’operazione in sé, il putiferio è esploso quando alcuni articoli hanno iniziato ad urlare: «Mancano i ringraziamenti a Kojima!».

Ovviamente posso ben capire la lamentela, sicuro si ricollega a ciò che è successo a Metroid Prime Remaster. O forse no. Perché parliamo di Metroid Prime Remaster, un gioco uscito rimasterizzato (seriamente, non preso e messo in una collection) e rilavorato da un team, Retro Studios. Il problema è che i credits per il team moderno li hanno messi, e pure bene, mentre il team vecchio è stato “fatto fuori”, glissato con un:

Basato sul lavoro dello staff di sviluppo di Metroid Prime (Versione Originale Nintendo GameCube e Wii)

Insomma, tra il venire omessi da una remaster a non avere un ringraziamento specifico e dettagliato nell’interfaccia credits che potete vedere dal menu della collezione, ce ne passa. Perché in fondo Kojima, Hayter e tutti gli altri rimangono nei ringraziamenti originali, non c’è una mancanza dei loro nomi. In Metroid invece sì.

Metal Gear Fan: Polemic Eater

Certo però, il fatto che sulla copertina manchi la dicitura “A Hideo Kojima Game” rovina completamente il lavoro fatto dallo stesso Kojima o da Konami.

Se per un secondo superiamo i First World Problems dietro a tali affermazioni, sembra abbastanza logico che un’azienda, che non ha avuto trascorsi davvero eccezionali con lo sviluppatore in questione, evita di elogiarlo ovunque può dandogli ulteriore spazio.

Perché sicuramente Konami avrà gestito male la situazione, lo spostamento che Hayakawa voleva fare verso il mobile dopo il successo di Dragon Collection era evidente e contrastante ai progetti di Kojima, che proprio grazie a Metal Gear, nel tempo, era diventato l’Executive Content Officer (di base metteva bocca su ogni gioco prodotto), ma forse il nostro genio ha avuto il suo peso.

Alcune interviste, come quelle fatte da Rika Muranaka (compositrice) lo descriverebbero come una persona con cui si lavora non troppo facilmente. E se poi il ritardo di Metal Gear Solid V: The Phantom Pain, il continuo aggiungere dettagli e rinvii di date, e tutto il resto, non sono altro che aggravanti, la tensione tra i due capi della corda non sembra nascere solo dalla software house.

P.S. Mettiamoci anche che, nell’anno della separazione, il titolo “mozzato” (ricordiamo che la seconda parte del gioco è una replica della prima, di fatto) ha vinto premi su premi ed è stato acclamato da videogiocatori e critica a prescindere.

P.P.S. C’è da dire che la scelta di spostarsi su giochi meno costosi nel tempo ha fruttato, considerato che nel 2017, circa due anni e mezzo dopo, le entrate erano aumentate del 28,7%, con profitti aumentati del 40,6% su base annua.

Guns of the Gamers

Insomma, se alla fine Konami ha fatto un ottimo lavoro con la Metal Gear Solid Master Collection, se oltre tutto c’è dietro una manovra di preservazione storica delle opere di Kojima, si può superare il fatto che nei credits nascosti nel menu di ogni gioco manchi un dettaglio dello staff originale (presente alla fine di ogni gioco), ma ci sia lo staff che ha lavorato a questa collezione.

Certo, ad aggiungere gli altri non ci sarebbe voluto molto molto, però se facciamo un check delle presenze, alla fine tutti sono a tavola. E sì, forse sulla cover non ci sarà scritto che “è un gioco di Hideo Kojima“,                                                                                                                                                    ma tutti sappiamo di chi è la mente dietro a questi giochi geniali, che nella lontana epoca dell’MSX aveva pensato di trasformare questo gioco di nome Metal Gear da action a stealth perché la macchina non sapeva gestire troppi nemici insieme.

Metal Gear Solid: Master Collection Vol.2 che vorremmo – Reddit u/KojiMadarA

Quindi scegliete, acquistate questa Collection se volete che Konami sforni la seconda (con magari Portable Ops, Peace Walker, MGS 4 e qualche altra sorpresa), oppure evitate di comprarla se pensate che sia più conveniente giocare le versioni originali (in bocca al lupo a trovare console e schermi adatti).

A prescindere da tutto però, non scegliete in base ad una frase scritta su una copertina: Metal Gear Solid Master Collection Vol.1 sembra essere un’opera molto più rispettosa del suo staff e di quello originale in confronto a tanti altri giochi che forse sono anche in grado di ringraziare ogni singolo lavoratore, ma sarebbe da vedere che genere di lavoro ha fatto e quanto tempo vi ha speso per avere solo una riga in mezzo a tante.

Simone Lelli
Amante dei videogiochi, non si fa però sfuggire cinema e serie tv, fumetti e tutto ciò che riguarda la cultura pop e nerd. Collezionista con seri problemi di spazio, videogioca da quando ha memoria, anche se ha capito di amarli su quell'isola di Shadow Moses.

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