Dieci capitoli sono tanti: Mega Man ha visto uscire ben 10 capitoli prima di arrivare ad oggi, a quando Capcom ha finalmente capito che il reploide blu doveva tornare di nuovo nelle vite dei giocatori. La scelta di portare al pubblico questo Mega Man 11 ha riempito i cuori dei fan di dubbi e speranze: l’esperienza vista con Mighty No. 9 non ha dato fiducia, e pensare ora ad un Mega Man che, inesorabilmente, abbraccerà nuove meccaniche, spaventa un po’ tutti. O meglio, spaventava, visto che l’abbiamo recensito per voi e, nonostante qualche problema, è promosso a pieni voti.
Un nuovo stile grafico
Mega Man 11 fin da subito vi colpirà per il suo stile estetico: nonostante il gioco mantenga il suo dogma del 2D, ogni singolo modello è poligonale, donando nuova linfa vitale alla saga sia dal punto di vista delle animazioni, sia da quello dei fondali. Non è invece di livello la scelta dei vari nemici: spesso i piccoli incontri che avrete durante i vari stage saranno composti di nemici identici ma con colori diversi, rovinando un po’ l’atmosfera donata invece dalla diversificazione dei vari livelli. Non si può dire la stessa cosa dei boss e miniboss, molto caratterizzati sia esteticamente che nei pattern di combattimento, spesso adoperando delle skill aggiuntive ad un certo raggiungimento di soglia di vita. C’è da dire che questi Robot Master sono tra i migliori della saga, dimostrando come Capcom ci sappia ancora fare quando si parla di perle di questo tipo.
Un nuovo stile di gioco
Tra le tante cose che questo Mega Man 11 ci offre, non possiamo non parlare del Double Gear, sistema che permette al nostro reploide di sfruttare delle abilità davvero utili nel gioco. Esso lascia gestire l’attivazione di due skill specifiche: la prima permetterà di sparare dei colpi potenziati, aumentando il danno, mentre la seconda rallenterà il tempo permettendo a Mega Man di schivare i colpi avversari. Nel caso stiate per morire, l’attivazione di entrambe le skill permetterà di sparare un megacolpo capace di ribaltare le sorti dello scontro. Tutto questo però non vuol dire facilità di gioco: il titolo infatti anche nella sua impostazione facilitata vi lascerà a sfide rare da vedere nei giochi di più recente stampo, richiedendo un grado di skill molto alto.
L’abilità Double Gear, salvo in qualche caso, non sarà mai necessaria per superare degli enigmi o delle zone platform, e questo lascerà ampio spazio ai giocatori storici che non vogliono usufruire di questo aiuto. Torna infine Rush, il fido cane di Mega Man, che vi aiuterà con determinati salti grazie al suo trampolino fin dall’inizio del gioco.
A completare gli aiuti disponibili in gioco, il laboratorio del Dr. Light vi permetterà di scambiare bulloni raccolti nel gioco con dei potenziamenti o delle taniche di vita, molto utili per non morire al primo ostacolo. Nel caso però non poteste permetterveli, i checkpoint sono stati piazzati in modo intelligente, così da rendere facile il rientro in gioco.
Una nuova luce sulla storia di Mega Man
So che il titolo potrebbe farvi capire male, ma Mega Man 11 non brilla di una storia eccezionale: stavolta va quasi a scomparire la trama in favore di un gameplay che invece la fa da padrone. Eppure finalmente con questo nuovo capitolo nuova luce viene gettata sulla storia del Dr. Light e del Dr. Willy, grande cattivone del gioco che porterà poi al virus che spingerà Sigma a ribellarsi e, quindi, a causare tutto quello che avete visto in Mega Man X. Il gioco segue sempre lo stesso schema, puntando ad 8 stage, 8 boss (e miniboss) e 4 fasi per raggiungere la fortezza del Dr. Willy. Ad allungare il brodo ci pensano le sfide Extra, capaci di donare un po’ più di longevità ad un gioco che effettivamente non ne aveva il bisogno.
Non ci troviamo davanti all’omaggio verso una saga dimenticata, quasi invece è stato come rigettarsi all’interno di un mondo mai abbandonato, a portare in alto la giustizia contro le malefatte del Dr. Willy e contro questi malvagi reploidi. Mega Man è tornato. O forse non se n’era mai andato.