Matrix Resurrections – Recensione, la scelta tra libero arbitrio e destino

Ecco la nostra recensione di Matrix Resurrections: un'esperienza che abbiamo imparato ad amare. Non tutte le storie sono fatte per finire davvero

Tiziano Sbrozzi
Di Tiziano Sbrozzi - Senior Editor Recensioni Lettura da 8 minuti
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Matrix Resurrections

Bianco o nero? Destra o sinistra? Auto o moto? La vita dell’essere umano è costellata da scelte, siano queste banali o meno, sta di fatto che siamo chiamati alla scelta, qualsivoglia sia il risultato; sebbene alcune scelte tali non sono ma hanno la parvenza di esserlo. Matrix Resurrections – di cui vi parleremo accuratamente nel corso di questa recensione – parla di questo: delle scelte compiute, di quelle da compiere e di quelle che forse non avremmo mai voluto che ci si fossero proposte. Lana Wachowski ci ripropone il suo universo (dapprima condiviso con la sorella Lilly) sotto un’altra chiave di lettura, critica come sempre della società moderna e pronta a mettere in luce le ombre che ci attanagliano. Non siamo del tutto sicuri che questa nuova versione di Matrix piacerà a tutti ma lasciatevi intrigare: forse vi stupirete.

Matrix 2.0

All’apice della nostra civiltà vive un uomo di successo, Thomas Anderson, famoso e pluripremiato game designer  che ha creato il videogioco più sensazionale di tutti i tempi. Thomas è inquieto, di fatto vive la sua vita sotto farmaci che gli prescrive il suo analista e che lo intorpidiscono: l’uomo infatti è convinto che la parafrasi che ha raccontato nel suo videogioco sia in realtà un ricordo, una storia che ha realmente vissuto. Impossibile, deve essere pazzo. Al destino come sappiamo, non manca certo il senso dell’umorismo: si perché ovviamente noi sappiamo che quelli sono i suoi ricordi, mentre per lui sono frammenti di qualcosa che riconosce come proprio ma di cui nei fatti non ne ha la certezza. Thomas è un uomo diviso, a metà tra la realtà e la sua verità, ovvero questo Neo che si ostina a perseguitarlo. Tutto il presente di Thomas Anderson viene scosso dall’arrivo di un uomo che si professa come Morpheus e che gli promette un futuro diverso, nuovo: la verità che gli è stata celata sotto forma di pillola rossa. Una storia che avrete di certo già sentito, più precisamente nel 1999 quando una coppia di sorelle cambiò per sempre il mondo del cinema, rivelando Matrix e creando quelle che sono tecniche di ripresa che si utilizzano ancora oggi nei più disparati generi. Se la Warner Bros. oltre venti anni fa, avesse scelto di non credere in questo progetto, probabilmente le cose sarebbero state diverse.

matrix resurrections

Scelte che non ci sono chiare

Nella trilogia precedente, Neo non era in grado di vedere al di là delle scelte che non gli erano chiare: così gli diceva l’Oracolo, una guida ed uno strumento di controllo, l’ennesimo che il mondo delle macchine aveva escogitato per mantenere lo status di dominatori incontrastati del globo. Keanu Reeves invece scelte giuste le ha sempre fatte, l’attore infatti sceglie di tornare nei panni dell’Eletto dopo oltre un ventennio per raccontarci la sua versione di un uomo che è ottenebrato dal presente, scollegato da un passato che non è suo (o meglio che gli propinano come non suo) quasi a farci la morale sul come abbiamo vissuto fino ad oggi. L’intero Matrix Resurrections – come già scritto all’interno della recensione – è una lotta contro il tempo ed il controllo, non a caso i riferimenti palesi al capolavoro di Lewis Carroll Attraverso lo Specchio e quel che Alice vi trovò (secondo libro delle avventure di Alice) sono palesi, passando dalla colonna sonora con la canzone White Rabbit dei Jefferson Airplane, proseguendo su quelle note fino alla stessa copia del libro nelle mani di una dei co-protagonisti (della quale non sveleremo l’identità per ragioni di trama) fin anche ai passaggi da una stanza all’altra utilizzando appunto uno specchio. Nel libro Alice deve lottare contro il tempo per risanare il Paese delle Meraviglie, qui Neo dovrà affrontare la cruda realtà per l’ennesima volta e compiere delle scelte che sebbene abbiano l’apparenza di esser tali, nei fatti ci si ritrova davanti (quasi) sempre ad una scelta obbligata. Per questo la domanda che riecheggiava nella prima trilogia, qui è ancora un riverbero che si infrange sulle pareti delle scenografie perfette e talvolta virtuali: quale scelta ho? Matrix Resurrections è potente, vibrante e porta con se messaggi del tutto nuovi, tanto distanti dalla prima trilogia quanto vicini a quest’ultima: lo fa in maniera diversa, critica ma non condanna il nostro vivere moderno (ci sono i social network oggi mentre nel 1999 no!).

The Matrix Resurrections

A questo mondo tutto ciò cha ha un inizio, ha anche una fine

Al termine di questa recensione possiamo semplicemente dire che Matrix Resurrections ti colpisce, ti attrae e ti rapisce: è come un quadro enorme, mastodontico che forse, richiede più di una semplice e banale occhiata. Il prodotto che ci si para davanti propone diversi spunti di riflessione  appena accennati e “nascosti nelle righe del codice”. La prima trilogia, viceversa, faceva dei dialoghi la sua forza e costringeva lo spettatore al ragionamento assoluto su quanto fosse esecrabile la condizione umana e quanto le macchine, seppur da despoti quali erano, potessero non essere in errore dopo tutto. La sensazione che si ha una volta usciti dalla sala è che ne vorresti ancora, come una birra che si ti sta ubriacando ma è al contempo dolce e fruttata. Vorresti riportare di nuovo la mente nella matrice e scoprire i dettagli, le sotto trame che potrebbero generare scelte diverse e non solo quelle che vediamo a schermo.

Quel che è certo è che questo film non passerà inosservato e dividerà senz’altro la massa che si schiererà proprio in due fazioni: chi lo amerà alla follia e vorrebbe vederne altri due, e chi invece lo odierà gridando allo sfruttamento commerciale di un titolo morto. La verità è nel mezzo: se questo film darà davvero origine (e ce lo auguriamo) ad una nuova trilogia forte di un nuovo filone narrativo, allora è la base perfetta; se invece le idee resteranno qui, chiuse in due ore e mezzo di girato, potrebbe essere stato un volo pindarico non realizzato, una vera delusione per chi ha sperato e “molto creduto”. The choice is yours.

Matrix Resurrections
8
Voto 8
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Senior Editor
Lusso, stile e visione: gli elementi che servono per creare una versione esterna di se. Tiziano crede fortemente che l'abito faccia il monaco, che la persona si definisca non solo dalle azioni ma dalle scelte che compie. Saper scegliere è un'arte fine che va coltivata.