Life is Strange Double Exposure Recensione, una questione di scelte

Ecco la recensione di Life is Strange: Double Exposure, col ritorno di Max Caufield in un'età più adulta e con molte storie da raccontare.

Simone Lelli
Di Simone Lelli - Editor in Chief Recensioni Lettura da 6 minuti
Life is Strange: Double Exposure
9 Eccellente
Life is Strange: Double Exposure

Dopo l’assaggio che abbiamo avuto di Life is Strange: Double Exposure con i primi due episodi, abbiamo potuto finalmente mettere mano sugli ultimi 3, portando a chiusura anche questa avventura legata al brand di Life is Strange. Avventura che, ricordiamo, riporta Max Caufield, la protagonista del primo, di nuovo sotto i riflettori. Nuova città, nuovi amici, nuovi problemi paranormali: ecco ciò che potrebbe riassumere questo nuovo capitolo, anche se – ovviamente – oltre l’apparenza c’è molto di più, e ve lo raccontiamo in questa recensione.

Life is Strange: Double Exposure
Safi, Max e Moses mentre fanno un selfie.

Oltre lo scatto

Come vi abbiamo già raccontato nella nostra anteprima, Life is Strange: Double Exposure riesce a riproporre il fascino unico della serie, riportando Max Caulfield sulla scena con nuove abilità che consentono di esplorare due versioni della realtà. I primi due capitoli di questa nuova avventura ci hanno già conquistato con la loro atmosfera, combinando il pathos emotivo e l’intensità narrativa che caratterizzano il titolo. Tra scelte difficili e colpi di scena ben dosati, il gioco ci ha spinto a riconsiderare ogni azione e ci ha permesso di esplorare non solo un doppio mondo, ma anche i diversi lati della protagonista e del suo passato.

Life is Strange: Double Exposure, dipende sempre dal punto di vista

Il resto degli episodi fa lo stesso, cedendo un po’ sul lato esplorativo (complice il fatto che la trama entra nel vivo, portandoci a disinteressarci del resto se non dell’intreccio principale) ma spingendo molto forte su una sceneggiatura davvero ben scritta. Ogni sviluppo di trama è inaspettato, non troppo deducibile ma allo stesso tempo nemmeno forzato, e proprio questo spinge il giocatore a finire il titolo in un solo boccone, alla faccia degli episodi.

E tutto questo, fortunatamente, non diventa nemmeno troppo ridondante lato gameplay: se infatti cadere nell’errore di far spammare il potere di Max potrebbe diventare facile, Life is Strange: Double Exposure non lo fa. Sono finiti quindi i tempi del riavvolgimento compulsivo, cosa che viene soprattutto sfruttata in un contesto quasi meta-narrativo dalla stessa protagonista, che ha imparato a sue spese cosa significa giocare con il tempo.

Life is Strange: Double Exposure
Una delle skin a tema Final Fantasy per Max.

Le scelte del passato…

Nell’epoca dei remake, sequel, prequel e reboot, la scelta di riportare Max come protagonista di un Life is Strange – nemmeno come una sorta di cavallo di troia, un po’ come Snake in Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty – inizialmente poteva sembrare una mossa furba. Ciò che non traspare, almeno fino a che non si prende in mano il controller e si gioca, è che invece la nostra fotografa ha molte storie da raccontare.

Se la trama principale lo fa intendere, le trame secondarie e le possibilità che ci vengono date lo dimostrano: è brillante come infatti tutti i personaggi di questo nuovo racconto, a partire dai nuovi studenti che seguono i corsi di fotografia di Max, fino ai suoi colleghi e superiori, riescono ad avere qualcosa da dire, un carattere ben preciso.

E attenzione, seguendo lo stile tipico di questa serie, non sarà facile fare la lista dei buoni e dei cattivi, visto che ogni azione, malvagia o buona che sia, ha sempre una motivazione. Queste parole sono molto importanti, soprattutto se applicate allo scioglimento della matassa ingarbugliata che è questo intreccio narrativo, e che dall’inizio del terzo episodio parte per un districamento ben strutturato che porterà, ovviamente, al finale.

Life is Strange: Double Exposure
Safi e Max alle prese con un set fotografico.

…e le conseguenze

Life is Strange: Double Exposure non è definibile come un semplice nuovo Life is Strange: se con il secondo capitolo e con True Colors avevamo avuto modo di vedere altre strane vite di altri personaggi, riprendere in mano Max ha un’importanza. Essa non nasce dalla voglia di avere soltanto storie già raccontate alle quali collegarsi, ma dalla necessità di far vedere cosa c’è dopo.

Ogni scelta ha una conseguenza, e purtroppo nella vita reale queste conseguenze non sono il finale di un videogioco: hanno ripercussioni più lunghe. Ecco perché vedere Max in questa età più adulta, alle prese con problemi noti e non, riesce a dare un senso di familiarità ma allo stesso tempo fa sentire persi, un qualcosa che di sicuro porta a empatizzare con lei, necessario per le scelte che vi si pareranno nel corso di questi altre 3 episodi.

Life is Strange: Double Exposure
Moses e Max.

Tutto il resto, per ora, rimane top secret: la narrativa di Life is Strange: Double Exposure è così importante che non vogliamo spoilerarvela, soprattutto considerato il messaggio finale che porta con sé. Ci sarà sicuramente modo di parlarne di nuovo, magari senza filtri e dopo che molti di voi avranno finito questo nuovo mistero da svelare, ma per ora restiamo fiduciosi della nuova strada presa con la serie, che potrebbe davvero portare tante novità interessanti.

Life is Strange: Double Exposure
Life is Strange: Double Exposure
Eccellente 9
Voto 9
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Editor in Chief
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Amante dei videogiochi, non si fa però sfuggire cinema e serie tv, fumetti e tutto ciò che riguarda la cultura pop e nerd. Collezionista con seri problemi di spazio, videogioca da quando ha memoria, anche se ha capito di amarli su quell'isola di Shadow Moses.